Test da 1 a 50 - L'abc dell'operatore socio sanitario

Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

Test da 1 a 50

I quiz dei concorsi delle ASL 3° parte > Regione Sardegna > Fisioterapista
 

N.B. I seguenti quiz appartengono alla banca dati dei test per fisioterapisti, molti di questi vengono proposti anche agli infermieri e operatori socio sanitari
Le risposte ai seguenti quesiti sono state elaborate da Francesco Bianco

1 GLI SCALENI SONO MUSCOLI:

A) Inspiratori accessori

B) Attivi nella deglutizione

C) Espiratori accessori

2 LA GINNASTICA RESPIRATORIA IN CORSETTO È INDICATA PREVALENTEMENTE:

A) Nel trattamento con Milwaukee

B) Nel trattamento con lionese

C) Nel trattamento con Cheneau

3 IL CENTRO RESPIRATORIO È LOCALIZZATO IN:

A) Gangli della base

B) Corteccia cerebrale

C) Tronco encefalico

4 L’ESERCIZIO RESPIRATORIO PEEP (POSITIVE END ESPIRATORY PRESSURE):

A) Ha lo scopo di rinforzare la muscolatura inspiratoria

B) Favorisce la pervietà delle vie bronchiali più sottili

C) Si può eseguire solo se il paziente è portatore di tracheotomia

5 IL DRENAGGIO POSTURALE CONSISTE NEL FAR ASSUMERE AL PAZIENTE UNA POSIZIONE TALE DA:

A) Ridurre gli edemi dell’arto inferiore

B) Ridurre gli edemi dell’arto superiore

C) Verticalizzare i bronchi interessati dal processo patologico

6 LA SINTOMATOLOGIA TIPICA DELLA TROMBOEMBOLIA POLMONARE È:

A) Nessuna delle precedenti.

B) Dispnea, cianosi, tosse con espettorato, insufficienza respiratoria ostruttiva di varia gravità.

C) Dispnea, dolore puntorio toracico, ansia, tosse secca.

I sintomi dell’embolia polmonare variano molto a seconda del paziente, del grado di coinvolgimento del polmone, delle dimensioni dell’embolo e dallo stato di salute generale, soprattutto dell’eventuale presenza di patologie polmonari o cardiache concomitanti.

Tra i sintomi più comuni ricordiamo:

  •    Mancanza di fiato. Questo sintomo di solito si manifesta all’improvviso e può verificarsi sia durante l’attività fisica sia a riposo.

  •    Dolore al petto. In molti casi viene confuso con il dolore provocato dall’infarto. Peggiora quando si respira profondamente, si tossisce, si mangia, ci si china o ci si piega. Con ogni probabilità peggiorerà durante l’esercizio fisico, ma non scomparirà mettendosi a riposo.

  •    Tosse. La tosse può produrre catarro di colore rosso o con tracce di sangue.


Tra gli altri sintomi che possono essere causati dall’embolia polmonare ricordiamo:

  •    Dispnea (sintomi asmatici),

  •    Gonfiore alle gambe,

  •    Pelle umida o bluastra,

  •    Sudorazione eccessiva,

  •    Battito cardiaco rapido o irregolare,

  •    Battito cardiaco debole,

  •    Capogiro o svenimento.






7 L’ATELETTASIA È:

A) L’anomala dilatazione a carico delle strutture bronchiali.

B) L’assenza di dilatazione terminale in un polmone o in una sua zona.

C) Un focolaio suppurativo-necrotico.

L'atelectasia di un organo è la sua mancata distensione.
In particolare si parla di atelectasia polmonare, cioè una zona di polmone priva d'aria, che non si espande. L'atelettasia di uno o più lobi del polmone è la scomparsa di aria dagli alveoli con conseguente compattamento del parenchima dovuto a retrazione. L'atelettasia polmonare è classificabile in tre varianti: da ostruzione, da compressione, da contrazione. La prima causa è dovuta a ostruzione del bronco che ventila il lobo sottostante a causa di tumori ostruenti, corpi estranei, tappi di muco, tubercolosi, sindrome del lobo medio ed altre. Può inoltre essere associata a broncoaspirazione soprattutto nei pazienti in ventilazione artificiale a volume controllato. Se per compressione, essa è dovuta a versamento pleurico o versamento di altra natura o a presenza di gas nello spazio pleurico. Se dovuto a gas, si parla di pneumotorace, le cui cause possono essere congenite, traumatiche, iatrogene. Qualora la pressione del gas possa solamente aumentare per l'assenza di fuoriuscita dello stesso dalla cavità toracica e avvenga un collasso polmonare e compressione dei grandi vasi, si parla di pneumotorace iperteso. Se da contrazione, la causa è a inespandibilità del parenchima polmonare, tipicamente in seguito a fibrosi, processo patologico quasi sempre cronico, locale o generalizzato, ove l'eccessiva deposizione di fibre collagene ha reso il polmone rigido.



8 LA CONTRAZIONE DEL DIAFRAMMA DETERMINA:

A) L’estensione del capo.

B) La distensione della cupola diaframmatica consentendo l’attivazione della fase espiratoria.

C) L’appiattimento della cupola diaframmatica consentendo l’attivazione della fase inspiratoria.

Il diaframma o diaframma toracico è un muscolo impari, cupoliforme e laminare che separa la cavità toracica da quella addominale.
Il diaframma è il più importante muscolo respiratorio.
La sua contrazione, che ha l'effetto di abbassare la cupola diaframmatica, determina, assieme all'elevazione del torace operata dai muscoli
inspiratori, l'espansione della cavità toracica e dei polmoni necessaria al richiamo d'aria nelle vie aeree durante l'inspirazione.
La contrazione del diaframma determina inoltre, assieme ai muscoli addominali e al diaframma pelvico, un aumento di pressione nella cavità addominale necessaria alla minzione, alla defecazione e al vomito. Questa funzione è inoltre fondamentale per la gestante durante il parto
I
l diaframma è una lamina muscolo-tendinea avente la forma di una cupola la cui convessità è rivolta superiormente verso il torace e la cui concavità è rivolta inferiormente verso l'addome. Esso è formato da un ampio tendine centrale detto centro frenico dal quale originano i fasci carnosi del muscolo che si inseriscono sullo sterno, sulle coste e sulle vertebre lombari


9 LO SPIROMETRO INCENTIVANTE VIENE UTILIZZATO PER
:

A) Valutare la saturazione di ossigeno

B) Ventilare in situazioni di emergenza urgenza

C) Migliorare la capacità respiratoria nei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico
Lo spirometro è uno strumento utilizzato per misurare i volumi polmonari composto di un sensore collegato ad un boccaglio ed una parte che misura i movimenti (volumi) di aria provocati dal paziente che inspira ed espira attraverso il sensore in un periodo di tempo specificato.

10 QUALE POSIZIONE FAVORISCE UNA MIGLIORE RESPIRAZIONE?


A) Semiseduta

B) Prona

C) Quadrupedica

11 GLI ESERCIZI DI TOSSE ASSISTITA SERVONO PER :

A) Facilitare il drenaggio delle secrezioni bronchiali

B) Rilassare il paziente

C) Inibire l’ espettorazione

Le tecniche di respirazione e di tosse assistita possono aiutare a mantenere una buona funzione polmonare.
Dei respiri profondi possono permettere di espandere pienamente i polmoni: fare 5 o 10 respiri profondi, con una breve pausa tra l’uno e l’altro, più volte al giorno. Una tosse efficace è necessaria per liberarsi dalle secrezioni.
Anche alcuni metodi di tosse assistita possono essere d’aiuto, soprattutto se si è raffreddati o se si ha un’infezione respiratoria

12 IL RESPIRO PARADOSSO SI RISCONTRA:

A) In un trauma toracico

B) Nella polmonite

C) Nel singhiozzo
Il respiro paradosso, o asincronia toraco-addominale (paradoxical breathing), è un'alterazione della respirazione di solito presente in soggetti con frattura multipla alle coste nel caso sia presente un volet costale.
In questa condizione a ogni atto inspiratorio l'addome si espande mentre il torace si restringe e viceversa. In condizioni normali invece, quando si respira, il torace e l'addome si espandono contemporaneamente durante l'inspirazione, e si restringono durante l'espirazione.

13 COSA È LA VOLET COSTALE?

A) Il fisiologico movimento delle coste durante la respirazione

B) La radiografia di un emitorace

C) Un segno di instabilità della parete toracica derivante da fratture multiple costali

Volet costale

Il volet costale si verifica quando tre o più coste adiacenti sono fratturate in almeno due punti. Il risultato è che  il segmento della parete toracica non è più in continuità con il torace, con un volet costale laterale o anteriore (separazione dallo sterno), più raramente posteriormente.
Il segmento di volet si muoverà in modo paradosso rispetto al resto della parete toracica, la forza necessaria a produrre questa lesione danneggia anche il parenchima polmonare e la contusione del polmone contribuisce alla ipossiemia ; il paziente è ad elevato rischio anche per lo sviluppo di un emo-pneumotorace, e co un ampio volet di stress respiratorio. Il dolore della parete toracica peggiora la respirazione già alterata per il movimento paradosso e la sottostante contusione polmonare, la  palpazione del torace può rivelare crepitii oltre all’abnorme movimento respiratorio.
Gestione del volet costale
Assicurare la via aerea; somministrare ossigeno (ventilazione assistita o intubazione tracheale se necessaria);trasporto rapido in Ospedale; incannulare una vena, limitando l’infusione di liquidi se possibile perchè un sovraccarico di volume può peggiorare l’ipossiemia,; monitorare l’ECG (è frequente la contusione cardiaca); la stabilizzazione del volet generalmente non è necessaria finche il paziente è assicurato ad un asse spinale lunga, può essere fatta con la compressione manuale, fino a che non sia stata ottenuta con garze e cerotti.

14 DOPO UN INTERVENTO DI RESEZIONE EPATICA O INTESTINALE, QUALE DEI PRESIDI È PIÙ INDICATO NELLA RIEDUCAZIONE RESPIRATORIA POST-CHIRURGICA?


A) “Coach” –incentivatore di flusso e volume

B) “Trifloo” –incentivatore di flusso

C) “Voldyne” incentivatore di volume

L’uso  degli  incentivatori  consente  un  miglioramento  delle  performance  attraverso  l’aumento della pressione transpolmonare
e dei volumi inspiratori, l’aumento della la performance dei muscoli inspiratori, e il ristabilimento o la simulazione del normale pattern
dell’iperinflazione polmonare
L’utilizzo degli incentivatori di flusso (triflow ) e di volume (coach ) è parte integrante della  seduta  di  fisioterapia  respiratoria.  
Il  loro  uso  sistematico  può  rivelarsi  determinante  nella  prevenzione e/o risoluzione delle atelettasie.  
L’uso degli incentivatori dovrebbe essere seguito da esercizi che prevedano manovre espiratorie
(come ad esempio l’uso della bottiglia)


15 NORMALMENTE IN UN SOGGETTO ADULTO, IN PROIEZIONE ANTERO-POSTERIORE, NELLA RADIOGRAFIA DEL TORACE IL DIAFRAMMA IN TUTTE LE FASI DELLA RESPIRAZIONE SI PRESENTA CON:

A) Cupola destra due centimetri più alta della sinistra

B) Cupola sinistra due centimetri più alta della destra

C) Cupola destra e sinistra di uguale altezza

16 I COMPONENTI DELLA FASE POLMONARE DELLA RESPIRAZIONE SONO:

A) Insufflazione disostruzione aereazione

B) Ventilazione perfusione compliance

C) Ventilazione perfusione diffusione

17 IL VOLUME DI RISERVA ESPIRATORIA È:

A) La quantità di aria che resta sempre nei polmoni

B) la quantità di aria che può essere espirata alla fine di una espirazione normale

C) La quantità di aria che resta nei bronchi

I volumi polmonari si dividono in:
   volumi polmonari statici, si misurano con atti respiratori lenti
   volumi polmonari dinamici, si misurano con atti respiratori veloci.
I "volumi polmonari statici" sono singoli volumi che non possono essere ulteriormente divisi, e sono:
   Volume Corrente o Tidal volume: quantità d'aria che viene mobilizzata con ciascun atto respiratorio non forzato (300-500 ml). Per sapere quanta aria arriva agli alveoli (e quindi viene scambiata) si deve calcolare il volume alveolare, che si ottiene sottraendo dal volume corrente il volume dello spazio morto anatomico. Lo spazio morto anatomico è il volume di aria intrappolata nelle vie aeree di conduzione (dalla bocca ai bronchioli terminali). Nello spazio morto anatomico non avviene la diffusione dell' O2 e della CO2 fra aria e sangue, ha solo una funzione di conduzione, cioè di portare l'aria agli alveoli. Il volume dello spazio morto è in media 150 cc, e si può calcolare approssimativamente moltiplicando il peso in kg x 2.
   Volume di Riserva Inspiratorio: quantità massima di aria che, dopo un'inspirazione normale, può essere ancora introdotta nei polmoni forzatamente.
   Volume di Riserva Espiratorio: quantità massima di aria che, dopo un'espirazione normale, può essere ancora espulsa con un'espirazione forzata.
   Volume Residuo: è l'aria che resta nei polmoni dopo un'espirazione forzata. Questo volume non può essere misurato direttamente e si calcola con vari metodi: pletismografia, mixing dell'elio, wash out dell'azoto. Il suo aumento è segno di iperdistensione polmonare da broncostrizione o di enfisema polmonare. È anche una grandezza molto importante in medicina legale, in quanto l'assenza di questa aria residua è indice di morte per soffocamento.






18 IN AMBITO RESPIRATORIO LA PERFUSIONE PUÒ ESSERE DEFINITA COME:

A) Processo per cui l’ossigeno arriva al cervello

B) Processo per cui ossigeno e anidride carbonica passano attraverso la membrana alveolo capillare

C) Processo per cui il sangue circola nel polmone e può mettersi in contatto con gli alveoli

19 LA FIBROSI POLMONARE DETERMINA UNA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA DI TIPO

A) Ostruttivo

B) Misto

C) Restrittivo

20 IL COSÌ DETTO CENTRO FRENICO È:

A) La parte centrale tendinea che divide il cuore destro e sinistro

B) Un ampio tendine del diaframma

C) La porzione inferiore del polmone sinistro

21 I PROGRAMMI DI RIABILITAZIONE CARDIOLOGICA DOPO INFARTO DEL MIOCARDIO COMPRENDONO GENERALMENTE:

A) Esame muscolare

B) Esame articolare

C) Valutazione funzionale e stratificazione prognostica

22 L’ ADATTAMENTO CARDIACO ALL’ESERCIZIO NON COMPORTA:

A) Una diminuzione del ritorno venoso

B) Un aumento della frequenza cardiaca

C) Un aumento del debito cardiaco

23 IN RIABILITAZIONE CARDIOLOGICA LA MODALITÀ PIÙ COMUNEMENTE USATA NELL’ESECUZIONE DI UNA SEDUTA AMBULATORIALE DI BASE È DETTA:

A) Anaerobic system

B) Endurance

C) Personal training

24 DOPO UN INTERVENTO DI CARDIOCHIRURGIA, IN ASSENZA DI COMPLICANZE, LA RIEDUCAZIONE DIAFRAMMATICA INIZIA NORMALMENTE AL:

A) 1 giorno

B) 5 giorno

C) 3 giorno

25 IL RITORNO VENOSO AL CUORE DAGLI ARTI INFERIORI È FAVORITO DA:

A) L’abbassamento del diaframma durante l’inspirazione

B) Il mantenimento prolungato della posizione seduta

C) Il passaggio dal clinostatismo all’ortostatismo

26 L’INIZIALE INTERVENTO DI FISIOCHINESITERAPIA DOPO TRAPIANTO CARDIACO MIRA A:

A) Recuperare la funzione respiratoria

B) “Rinforzare” l’organo trapiantato

C) Migliorare la resistenza

27 DOPO INTERVENTO DI CARDIOCHIRURGIA, IL TRIFLOO SI UTILIZZA AL FINE DI:

A) Somministrare l’aerosol

B) Incentivare l’inspirazione

C) Soffiare con tre intervalli inspiratori



28 NELLA RIABILITAZIONE POST OPERATORIA DEL TRAPIANTATO DI CUORE LA FREQUENZA CARDIACA NON È IMMEDIATAMENTE INFLUENZATA DALL’ATTIVITÀ FISICA IN QUANTO:

A) Il cuore impiantato è denervato

B) Il cuore impiantato è resistente

C) Il cuore impiantato necessita di adattamento

29 I PROGRAMMI DI RIABILITAZIONE CARDIOLOGICA DOPO INFARTO DEL MIOCARDIO COMPRENDONO GENERALMENTE:

A) Attività isometrica

B) Attività isocinetica

C) Endurance training

30 L'ATTIVITÀ FISICA CONSIGLIATA PER MANTENERE UNA EFFICIENZA CARDIOCIRCOLATORIA OTTIMALE È QUELLA CHE PREVEDE:

A) 90 minuti di attività fisica moderata ogni giorno della settimana

B) 30 minuti di attività fisica moderata ogni giorno della settimana

C) 60 minuti di attività fisica moderata ogni giorno della settimana

31 PER ATTIVITÀ FISICA MODERATA SI INTENDE:

A) Quella attività a carico costante che comporti un incremento della frequenza cardiaca non oltre i valori pari al 50% della frequenza cardiaca massimale

B) Quella attività a carico costante che comporti un incremento della frequenza cardiaca non oltre i valori pari al 70% della frequenza cardiaca massimale

C) Quella attività a carico crescente che comporti un incremento della frequenza cardiaca non oltre i valori pari al 90% della frequenza cardiaca massimale

32 PER MANTENERE EFFICIENTE IL NOSTRO SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO È OPPORTUNO L’ESERCIZIO:

A) Isometrico

B) Isotonico

C) Isocinetico

33 QUALE DELLE SEGUENTI ATTIVITÀ È SCONSIGLIATA NELLA RIABILITAZIONE CARDIOLOGICA?

A) Nuoto

B) Corsa leggera

C) Pesistica

34 QUALE DELLE SEGUENTI ATTIVITÀ È CONSIGLIATA NELLA RIABILITAZIONE CARDIOLOGICA?

A) Body building

B) Bicicletta

C) Pesistica

35 IN QUALE DELLE SEGUENTI SITUAZIONI È CONTROINDICATA LA RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLARE?

A) Pazienti operati per cardiopatie congenite

B) Pazienti con trapianto di cuore o cuore polmone

C) Pazienti con aritmie ventricolari severe

36 QUALE DELLE SEGUENTI PROFESSIONI SANITARIE NON È NECESSARIA NEL LAVORO DI EQUIPE DI RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLARE?

A) Tecnico di angiocardiochirurgia

B) Infermiere

C) FIsioterapista

37 IN RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLARE LA SCALA DI BORG SERVE PER

A) valutare il livello di percezione dell’ansia

B) valutare il livello di percezione del dolore

C) valutare il livello di percezione della fatica

38 IN RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLARE QUALE DEI SEGUENTI È CONSIDERATO PAZIENTE AD ALTO RISCHIO

A) Con angina insorta di recente o modificata nei suoi caratteri

B) Con funzione ventricolare sinistra inferiore al 35% a riposo

C) Con difetto reversibile della captazione del tallio

39 LA SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE PUÒ ESSERE CARATTERIZZATA DA:

A) Allungamento dei corpi muscolari

B) Irrigidimento delle articolazioni ed osteoporosi da disuso

C) Miglioramento dell’azione antigravitaria dei muscoli

40 CON L’INVECCHIAMENTO IL SISTEMA MUSCOLARE VA INCONTRO A:

A) Perdita delle fibre contrattili, riduzione della forza e della velocità di contrazione

B) Aumento delle fibre pallide-tipo II (risposta di velocità)

C) Riduzione della prevalenza di fibre rosse-tipo I (risposta di “endurance”)




41 QUALE TIPO DI PATOLOGIA URINARIA È PIÙ FREQUENTE NEL PAZIENTE GERIATRICO?

A) Incontinenza emotiva

B) Incontinenza da rigurgito

C) Instabilità vescicale

42 UNA SCALA DI VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI CLINICHE DEL PAZIENTE ANZIANO CHE DEFINISCE LO STESSO COME “TOTALMENTE DIPENDENTE”, “PARZIALMENTE DIPENDENTE” ,“AUTOSUFFICIENTE”, È:

A) Una scala di tipo ordinale

B) Una scala di tipo nominale

C) Una scala ad intervalli

43 LA PREVENZIONE DELLA TROMBOSI VENOSA SI BASA:

A) Sull’uso della compressione pneumatica intermittente

B) Sull’osservazione quotidiana degli arti inferiori

C) Sulla lotta alla stasi venosa con la mobilizzazione, l’uso di calze elastiche ed il posizionamento declive

A seconda del rischio di sviluppare trombosi venosa profonda, vengono proposte diverse misure preventive. Un metodo semplice è quello di consigliare di camminare e fare esercizi ai polpacci che portano alle contrazioni muscolari che comprimono le vene e dunque pompano il sangue verso il cuore. Negli individui immobili, metodi di compressione fisici possono migliorare il flusso sanguigno. La somministrazione di anticoagulanti, che però aumenta il rischio di sanguinamenti, può essere usato in situazioni ad alto rischio. Il rischio di sanguinamento maggiore con la terapia anticoagulante a lungo termine è di circa il 3% all'anno mentre il punto in cui il rischio di trombosi venosa annuale è ritenuto sufficiente per consigliare la terapia anticoagulante a lungo termine è stimato tra il 3 e il 9%. Solitamente, solo quando gli individui superano un rischio di trombosi venosa annuo del 9% vengono prescritti anticoagulanti a lungo termine.[73] La carenza di antitrombina, un fattore di rischio forte o moderatamente forte, porta una probabilità annuale di trombosi venosa solamente dello 0,8-1,5%,[13] come tali, i soggetti asintomatici con trombofilia non giustificano la terapia anticoagulante a lungo termine. Oltre alla terapia anticoagulante, l'aspirina, può essere usata in alcuni pazienti sottoposti a chirurgia ortopedica[97] e in quelli che hanno sofferto di una precedente trombosi venosa.

44 QUALI DEI SEGUENTI VASI SONO MAGGIORMENTE COLPITI NEL PAZIENTE DIABETICO:


A) I vasi di grosso calibro

B) I vasi di medio calibro

C) I vasi del letto arteriolo capillare distale

45 NEL PAZIENTE DIABETICO IL MIGLIOR UTILIZZO DELL’OSSIGENO, DOVUTO ALL’ALLENAMENTO MUSCOLARE, È DOVUTO A:

A) Aumento della circolazione e della temperatura cutanea soprattutto se l’allenamento viene effettuato all’aria aperta.

B) Sviluppo di una rete capillare che aumenta la superficie di scambio, aumento del sistema mitocondriale e delle attività enzimatiche

C) Aumento delle frequenze respiratoria e cardiaca durante l’esercizio fisico

46 NELL’AMPUTATO DI ARTO INFERIORE IL BENDAGGIO:

A) Va tenuto tutto il giorno e rimosso la notte

B) Va messo prima della stazione eretta

C) Va tenuto sempre e rinnovato ogni 24 ore

47 LA MASTECTOMIA NIPPLE-SPARING:

A) È la procedura chirurgica per asportare il linfonodo sentinella

B) È l’asportazione della ghiandola mammaria con il contenuto ascellare

C) È l’asportazione della ghiandola mammaria preservando il complesso areola-capezzolo

Si chiama nipple-sparing ed è un tipo di mastectomia che consente di preservare l’area del capezzolo e dell’areola e la totalità della cute circostante, con un risultato estetico migliore e più naturale rispetto alle tecniche classiche, eliminando completamente la minaccia del tumore. È una tecnica già in uso da qualche anno in alcuni dei centri di senologia di riferimento in tutto il mondo, ma oggi potrebbe trovare applicazione in un numero maggiore di casi.



48 L’OSTEOSARCOMA È:

A) Un difetto di consolidazione

B) Un tumore benigno congenito dell’osso

C) Un tumore maligno primitivo dell’osso
COS'E' L'OSTEOSARCOMA
L’osteosarcoma è il tumore maligno primitivo  più frequente dello scheletro; è spesso ad alto grado di malignità ed è composto da cellule mesenchimali che producono sostanza osteoide e osso immaturo. Quasi costantemente è intramidollare (80% dei casi) nella forma classica, più raramente può originare dalla superficie ossea  e occasionalmente può presentarsi multifocale fin dall’inizio (0.5%).

49 L’OSTEOSARCOMA COLPISCE CON PIÙ FREQUENZA:


A) La metafisi delle ossa lunghe

B) Le ossa delle mani e dei piedi

C) Le ossa del cranio

50 IL LINFODRENAGGIO MANUALE POST-MASTECTOMIA VA ESEGUITO:

A) Dalla parte distale a quella prossimale

B) Dalla parte prossimale a quella distale

C) Solo nella parte centrale


 
 
 
Torna ai contenuti | Torna al menu