Eserciziario per OSS 10 - L'abc dell'operatore socio sanitario

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Eserciziario per OSS 10

DOMANDE & RISPOSTE > Inaspettate e imprevedibili > 3° Parte
 

Prova orale ASL di Mantova
La commissione esaminatrice rivolge al candidato questa domanda :
DISINFETTANTI E ANTISETTICI


AGENTI OSSIDANTI


Questa classe  di  disinfettanti  riunisce  prodotti  che  agiscono  con  lo stesso meccanismo di azione ossidativo:
• Acido peracetico
• Perossido di idrogeno


ACIDO PERACETICO


L’acido peracetico  (  P.A.A.)  è  un  liquido  limpido  incolore  ed  è  uno  dei componenti di una miscela il cui equilibrio è condizionato dalla presenza di acido acetico e perossido di idrogeno ( Steris 20).


ATTIVITA’ BIOCIDA
E’ un disinfettante di alto livello che esplica un’efficace attività biocida a basse   concentrazioni   ed   in   tempi   brevi   verso   un   ampio   spettro   di microrganismi comprese le spore.
La soluzione allo 0,2% ha attività sporicida a 55° in 12 minuti
La soluzione allo 0,35% è micobattericida , su vari ceppi di Mycobacterium, in 5 minuti, a temperatura ambiente , ed in 10 minuti ha effetto sporicida.


PREPARAZIONI E INDICAZIONI D’USO
Sul  mercato  esistono  varie  tipologie  di  preparati  di  acido  peracetico  in soluzione:
•  in  particolare  la  soluzione  concentrata  al  35%  ,  confezionata  in  un contenitore sigillato monouso con altri ingredienti, viene utilizzata in una apparecchiatura ( Steris  System) che provvede in modo automatico , in circuito chiuso , a controllare tutte le  fasi del processo: diluizione del disinfettante  con  acqua  filtrata  e  risciacquo degli  strumenti  trattati garantendo  cosi’  sia  la  precisione  del  dosaggio  che  la  sicurezza  di operatori e pazienti.
Questa metodica viene utilizzata per il trattamento di materiali critici ( endoscopi,  broncoscopi ecc.) che non possono essere sterilizzati con il calore o altro e che siano compatibili.


•  soluzioni  concentrate  da  diluire  al  momento  dell’uso  ,  che  trovano indicazione nella disinfezione degli emodializzatori per il contemporaneo effetto disincrostante dovuto alla presenza di acido acetico;
•  soluzioni stabilizzate tamponate di acido peracetico di cui esistono varie formulazioni, che generalmente richiedono di essere attivate al momento dell’ uso.

La soluzione  allo  0,35%  è  di  documentata  efficacia  in  5’  su  batteri vegetativi, funghi , virus, micobatteri ed in 10’ sulle spore batteriche.

EFFETTI INDESIDERATI  E AVVERTENZE

Le soluzioni concentrate ed i vapori di acido peracetico sono dannosi per la cute e le mucose , esplicando un effetto che può essere da irritante a caustico. Per questo deve essere fatta molta attenzione nella conservazione e nell’uso: non sottoporre a fonte di calore e  conservare in recipienti ben chiusi e a temperature non superiori a 40° (vedi schede tecniche dei singoli preparati ). Per garantire la sicurezza dei pazienti , dopo la disinfezione , è necessario un accurato risciacquo del materiale trattato con acqua , che, secondo i casi , deve essere sterile o microbiologicamente controllata.

Per  la  protezione  degli  operatori  è  indicato  l’utilizzo  di  dispositivi  di protezione individuale , in particolare guanti   e occhiali, quando la concentrazione d’uso lo richieda.
L’ acido peracetico puo’ esercitare un’ azione corrosiva sui metalli e su alcune gomme e plastiche: per questo è importante verificare la compatibilità con il materiale da trattare.


FATTORI INTERFERENTI ED INCOMPATIBILITA’
La presenza di materiale organico interferisce negativamente con l’attività dell’acido peracetico e può richiedere un aumento della concentrazione e/o del tempo di contatto.
Il pH può influenzare l’attività  del disinfettante ,ottimale a valori bassi.
L’ acido peracetico è un prodotto instabile, specialmente in soluzione diluita , per questo la  diluizione   va effettuata al momento dell’uso e tale soluzione deve essere rinnovata ogni 24 ore.
Per garantire una migliore stabilità nel tempo la soluzione concentrata deve essere conservata nei contenitori originali al fresco.





PEROSSIDO DI IDROGENO


Il perossido di idrogeno e l’ ossigeno che libera sono ossidanti ad azione lenta.
ATTIVITA’ BIOCIDA
Il perossido di idrogeno al 3%( Acqua ossigenata 10 volumi FU) applicato su tessuti viventi viene decomposto dagli enzimi presenti con rapida scomparsa dell’effetto  biocida.  Per   questo  è  considerato  un  antisettico  ad  attività battericida blanda in grado di rendere  l’ambiente inadatto alla crescita di batteri anaerobi obbligati ( es. Clostridium tetani) . Ottimo è il suo potere di detersione delle ferite per l’ azione meccanica  di distacco di tessuti necrotici, di piccoli detriti e batteri,  grazie allo sviluppo di   effervescenza dovuto alla liberazione di ossigeno.
Le soluzioni al 6% di perossido di idrogeno sono dotate di uno spettro di azione più ampio, ma non trovano uno spazio di impiego in campo sanitario a causa della limitata manegevolezza: azione caustica sui tessuti viventi, azione corrosiva sui metalli.
EFFETTI INDESIDERATI E AVVERTENZE
A concentrazioni superiori al 3%  le soluzioni di perossido di idrogeno sono caustiche per cute e mucose.
E’ bene ricordare che è pericoloso introdurre l’ acqua ossigenata in cavità chiuse dell’organismo perché  l’ossigeno che si forma incontrerebbe difficoltà ad uscir
FATTORI INTERFERENTI ED INCOMPATIBILITA’
Le soluzioni,  anche  stabilizzate,si  decompongono  a  contatto  con  sostanze organiche ossidabili , con alcuni metalli ed in ambiente alcalino.
A  causa  delle  numerose  incompatibilità  chimiche  si  raccomanda  di  non mescolare mai l’acqua ossigenata con altre soluzioni disinfettanti.
SETTORI DI IMPIEGO
Antisepsi. La soluzione al 3% è usata per la detersione di lesioni sporche:
piaghe , piccole ferite , ulcere , ascessi .
Non è indicato usare l’antisettico se la lesione è detersa in quanto potrebbe danneggiare le nuove cellule epiteliali.
La soluzione all’1,5% è usata come collutorio nel trattamento delle stomatiti acute.
Disinfezione. Attualmente non ci sono indicazioni in ambito ospedaliero.


ALDEIDI


Questa famiglia comprende prodotti che sono dotati di un ampio spettro di attività  ,  ma  anche  da  una  comune  tossicità  che  li  rende  non  adatti  per l’impiego in antisepsi:
• Aldeide formica
• Aldeide glutarica
• Ortoftalaldeide (OPA)




ALDEIDE FORMICA ( FORMALINA)
L’ aldeide formica è un gas solubile in acqua , la sua soluzione acquosa al 37-

% ,  nota  come  formalina  ,  è  un  liquido  limpido  ,  incolore  ,  di  odore pungente ed irritante.

ATTIVITA’ BIOCIDA

E’ un disinfettante ad ampio spettro attivo su gram +, gram - , funghi , virus e , per tempi di contatto lunghi , su micobatteri e spore.

EFFETTI INDESIDERATI ED AVVERTENZE
I vapori di formalina sono irritanti per gli occhi e per le mucose del tratto respiratorio .  Se  inalati possono provocare tosse , spasmo della laringe , bronchite , polmonite e per ripetute esposizioni asma bronchiale.

Le soluzioni in seguito a contatto con la cute possono provocare danni e reazioni di sensibilizzazione.
L’aldeide formica ha effetti mutageni, teratogeni ed è sospettata di essere cancerogena  ,  per  questo  il  Ministero  della  Sanità  ha  consigliato  di abbandonarne   l’   uso  in  campo  sanitario  ,  con  la  sola  eccezione  della disinfezione terminale in caso di febbri di Ebola, Lassa e Magdeburg. SETTORI DI IMPIEGO.

La  soluzione  di  aldeide  formica  al  10%,  distribuita  dalla  Farmacia  in confezioni  pronte  per  l’uso,  viene  usata  per  la  conservazione  dei  pezzi anatomici e la fissazione dei campioni istologici.


ALDEIDE GLUTARICA  (GLUTARALDEIDE)

L’ aldeide glutarica in soluzione acquosa è un liquido limpido incolore o leggermente giallino con un tipico odore pungente.


E’ il disinfettante di riferimento in linee guida a livello internazionale per la disinfezione di alto livello e sterilizzazione di materiali non sterilizzabili con il calore, infatti la glutaraldeide non è corrosiva sui metalli ed è compatibile con gomma ,  plastica e strumenti con lenti.
La sua attività si esplica alla concentrazione del 2% e dipende dal pH della soluzione: la  soluzione basica è più attiva , ma più instabile , la soluzione acida risulta meno attiva ma piu’ stabile.

Attualmente viene sostituita nei reparti con alta attività (es. endoscopia) da sistemi chiusi, per evitare problemi di tossicità dovuti all'inalazione di vapori. ATTIVITA’ BIOCIDA

Alla concentrazione del 2% , per tempi di contatto adeguati ,  risulta attiva su tutto lo spettro microbico :
meno di 5 minuti per i batteri in forma vegetativa ,
20 minuti per i virus,
minuti per i micobatteri ed , in caso di ceppi particolarmente resistenti (M. avium intracellulare e M. chelonae  ) 90- 120 minuti ,
ore per le spore in relazione alla carica presente ; la formulazione alcalina risulta dotata di migliore attività sporicida.
PREPARAZIONI
• Glutaraldeide  al  2%  in  fase  basica  da  attivare  al  momento  dell'  uso.

Disponibile in Farmacia GLUTASTER BASICA in confezioni da 1 litro e
litri.

La soluzione attivata ha validità di 14 giorni dopo la data di attivazione , che è necessario  indicare sul coperchio del contenitore. Prove effettuate, tuttavia, consigliano di eliminare la  soluzione dopo 7 giorni, perché ogni successivo impiego, se non correttamente gestito , porta a diluizione del disinfettante ,che può scendere al di sotto del limite minimo di attività.

• Glutaraldeide al 2% stabilizzata a pH acido . Disponibile in Farmacia in confezioni da 1 litro pronte all' uso ( GLUTASTER ACIDA )
EFFETTI INDESIDERATI E AVVERTENZE Tossica per inalazione e per contatto.

Evitare il contatto con la cute ( dermatiti) , con gli occhi (irritazione delle congiuntive  sino a causticazione della cornea ) , con le mucose. In caso di contatto lavare subito con acqua e consultare un medico.
Il personale che manipola il disinfettante deve utilizzare opportuni indumenti protettivi : guanti in lattice (è consigliabile usarne due paia) , mascherine ed occhiali di protezione antinfortunistici o maschera panoramica.


Occorre  operare  in  un'  area  ben  aerata  o,  preferibilmente,  sotto  cappa aspirante.
Conservare le soluzioni in recipienti chiusi e sotto cappa aspirante, per evitare il disperdersi di vapori irritanti.
In  presenza  di  impiego  frequente  (es.  endoscopia)  usare  preferibilmente sistemi a circuito chiuso. Attualmente nel nostro ospedale è stata sostituita con la sterilizzazione con acido peracetico a 55 gradi C  in sistema chiuso.
Il limite massimo ammesso di aldeide glutarica nell'aria ambientale è di 0,2 ppm, che è la concentrazione alla quale iniziano a comparire effetti irritativi a livello oculare e respiratorio.
Per proteggere i pazienti è necessario risciacquare accuratamente il materiale trattato con acqua o fisiologica sterile , in particolare i materiali di gomma per problemi di assorbimento e accumulo.

Il riutilizzo delle soluzioni deve essere attentamente valutato , in quanto ogni successivo   impiego  comporta  il  rischio  di  diluire  il  disinfettante  e  di contaminarlo con materiale organico , con conseguente riduzione di attività. FATTORI INTERFERENTI ED INCOMPATIBILITA'

Il materiale organico, anche se non inattiva in modo significativo l'aldeide glutarica,  riduce la sua efficacia, perché il disinfettante è un fissativo delle sostanze organiche che  proteggono i microbi dal suo contatto. Per questo è fondamentale l’accurata detersione ed asciugatura  del materiale.
La  temperatura  interferisce  sulla  sua  stabilità  :  è  indicato  conservare  le soluzioni in luogo fresco.
Gli oggetti in acciaio al carbonio devono essere lasciati in immersione meno di 24 ore.
Evitare il contatto tra metalli diversi per problemi di corrosione elettrolitica , per questo se la vaschetta per la disinfezione è di acciaio inox occorre porre sul fondo del recipiente un foglio di plastica.
SETTORI DI IMPIEGO
Disinfezione di alto livello o sterilizzazione di materiali che non possono essere autoclavati o sterilizzati con ossido di etilene :
strumenti  diagnostici  con  fibre  ottiche  o  lenti  ,strumentario  chirurgico  in situazioni di  emergenza, tubi corrugati ,   sonde , maschere, apparecchiature per emodialisi ecc.






CLOREXIDINA


ATTIVITA’ BIOCIDA
L’ attività è  buona sui batteri vegetativi, Gram positivi e Gram negativi, tra i quali alcune  specie sono resistenti (Pseudomonas, Proteus), alcuni virus e funghi. E’ inattiva sulle spore e su alcuni virus (virus influenzale, adenovirus, herpes virus).
Presenta azione residua , grazie alla proprietà di essere adsorbita dall’epidermide rimanendo attiva per molte ore a livello dello strato corneo della cute. Impieghi ripetuti consentono cosi' di ottenere un effetto cumulativo. Pur essendo un disinfettante a spettro  limitato, la sua azione prolungata nel tempo  e  la  sua  bassa   tossicità  rendono  il  suo  impiego  particolarmente vantaggioso nell’antisepsi cutanea.


PREPARAZIONI E INDICAZIONI D’ USO
CLOREXIDINA  GLUCONATO  4%  SOLUZIONE  SCHIUMOGENA (TIPO HIBISCRUB)
• Lavaggio antisettico e preoperatorio delle mani : inumidire le mani e gli avambracci  con il prodotto puro (5 ml), lavare per almeno un minuto. Sciacquare la schiuma e asciugare. In sala operatoria ripetere il lavaggio per altri due minuti. Sciacquare e asciugare.
• Preparazione  della  cute  prima  di  interventi  chirurgici:  lavare  il  corpo utilizzando  il  prodotto  puro  (25  ml)  su  cute  inumidita.  Sciacquare  e ripetere il lavaggio con altri 25 ml. Sciacquare e asciugare.
CLOREXIDINA + CETRIMIDE (Soluzione acquosa di clorexidina 1,5% e   cetrimide   15%  :TIPO  FARVICETT  FORTE  ,  è  una  specialità medicinale)
La presenza della cetrimide conferisce alla preparazione proprietà detergenti oltre a quelle caratteristiche della clorexidina.
• Pulizia e antisepsi della cute e delle mucose in ostetricia , ginecologia ed urologia 1:100 in acqua.
• Pulizia  e disinfezione della cute integra 3,3% in acqua.
• Pulizia e disinfezione della cute lesa (ferite , ustioni) 2% in acqua.


CLOREXIDINA + CETRIMIDE (Soluzione acquosa di clorexidina 1,5%
e cetrimide 15% : dispositivo medico).
E' indicata :


• Detersione - disinfezione di superfici non trattabili con derivati del cloro al

%.

• Disinfezione di oggetti non critici al 3%.
• Detersione - disinfezione di culle termostatiche all' 1%.


CLOREXIDINA GLUCONATO 0,5% +ALCOOL ETILICO
70°(specialità medicinale per antisepsi della cute integra).
• Terapia infusionale, cateterismo venoso e arterioso, ecc.
• Campo operatorio


EFFETTI INDESIDERATI  AVVERTENZE
Non deve essere usata sull’orecchio medio per rischio di ototossicità .E’ anche da evitare il contatto con la congiuntiva, le meningi ed il tessuto cerebrale. Il suo uso è quindi  controindicato nella chirurgia dell’ orecchio e del sistema nervoso centrale .
Può dare in qualche caso , fenomeni di sensibilizzazione cutanea, in tal caso è necessario interrompere il trattamento.
Le soluzioni  acquose possono essere facilmente contaminate da microrganismi resistenti, per questo è necessario diluire il disinfettante con acqua  sterile   o   comunque  sicura  dal  punto  di  vista  microbiologico  ed impiegare le soluzioni  entro pochi giorni dall’apertura del flacone (indicativamente 7 giorni).


FATTORI INTERFERENTI ED INCOMPATIBILITA’.
La clorexidina  viene  inattivata  dai  tensioattivi  anionici  e  non  ionici  (es. saponi) , dagli  anioni inorganici quali fosfati , cloruri ed altri presenti nelle acque dure. Per questo motivo le soluzioni devono essere preparate con acqua deionizzata e distillata.
La cellulosa (carta da filtro, cotone) assorbono il principio attivo riducendone l’attività.
Conservare al riparo dalla luce e a temperatura non superiore a 30° C.
Evitare le chiusure con tappi di sughero , in quanto il tannino inattiva la clorexidina.
Per la prevenzione di macchie da clorexidina sui tessuti è indicato per il candeggio l'uso di perborato di sodio e non di prodotti a base di cloro.




DERIVATI FENOLICI.


Sono derivati dal fenolo, capostipite di questa famiglia , rispetto al quale presentano migliori caratteristiche di sicurezza (diminuzione della tossicità) e di attività antimicrobica anche in presenza di materiale organico.


ATTIVITA' BIOCIDA
Le soluzioni  di  polifenoli  detergenti  ,  opportunamente  formulate  ,  hanno attività su  batteri Gram (+) Gram (-), funghi e virus lipofili,(HIV, HBV e HCV), mentre per i  micobatteri sono stati segnalati casi di resistenza verso alcune preparazioni.


PREPARAZIONI E INDICAZIONI D' USO
POLIFENOLI + TENSIOATTIVI
Sono una serie di prodotti ottenuti dall’associazione di diversi fenoli, differenti tra loro per struttura chimica e attività antimicrobica,con un idoneo detergente o  emulsionante,  che   determina  un  aumento  dell’efficacia  biocida  della miscela.
In ambito ospedaliero sono indicati per:
• disinfezione di pavimenti , arredi, pareti, superfici;

• disinfezione  di  oggetti  contaminati  (  padelle  ,  pappagalli).  Gli  oggetti devono essere completamente immersi nel disinfettante per un tempo di 10
minuti;
• decontaminazione di strumentario chirurgico: immergere completamente gli strumenti immediatamente dopo l’uso.

Il  prodotto  per  la  decontaminazione  dei  ferri  chirurgici  deve  essere  un dispositivo medico
(TIPO COLLOIDALE GAMMA "S) .
Modalità d’uso:
%: decontaminazione di strumentario chirurgico e dispositivi medici per un tempo di 15 minuti prima delle operazioni di pulizia e sterilizzazione.
%: disinfezione di strumenti puliti per un tempo di 15 minuti.
Sono da considerarsi disinfettanti di livello intermedio o basso, a secondo della formulazione del prodotto, utili per l' impiego in aree non critiche e,  per alcune indicazioni, in quelle semicritiche.

 

Tempi di contatto:
minuti per materiali non critici,
20 per alcuni materiali semicritici.
Le soluzioni preparate devono essere sostituite almeno ogni 24 ore.


TRICLOSAN 1% (TIPO DERMAN PLUS)
Derivato fenolico caratterizzato da ottima manegevolezza , buona compatibilità con la cute e ottimo effetto residuo . E' usato per il lavaggio antisettico delle  mani , ma come terza scelta per lo spettro di azione più limitato, in alternativa a clorexidina o iodopovidone,  in caso di allergia o se c'è la necessità di eradicare lo St.  aureus meticillino resistente delle mani, verso cui agisce meglio degli altri.


EFFETTI INDESIDERATI E AVVERTENZE
Il contatto cutaneo specie se ripetuto o prolungato puo' provocare fenomeni irritativi e sensibilizzazione, per cui il personale implicato nelle operazioni di diluizione dei polifenoli  deve usare guanti ed occhiali protettivi.
Le soluzioni fenoliche possono essere assorbite da materiali porosi (gomma , elastomeri , alcune plastiche ) lasciando residui, che sono irritanti per contatto con mucose: per questo se ne sconsiglia l’ uso su tali materiali.


La letteratura raccomanda di non usare disinfettanti fenolici  per la detersione

disinfezione  delle  culle  o  delle  vaschette  per  neonati e  di  garantire  il rigoroso rispetto delle diluizioni quando si usano per superfici della nurseries. Le soluzioni  fenoliche possono macchiare lana , cotone e tessuti sintetici e danneggiare rame nichel e zinco.

Non pongono problemi di tossicità ambientale e sono caratterizzati da buone caratteristiche di biodegradabilità .

Tutti i derivati del cloro agiscono attraverso la liberazione di acido ipocloroso, che è il vero agente antimicrobico e si dissocia liberando lentamente  ossigeno nascente il quale a sua volta svolge azione battericida.
La  concentrazione   delle   soluzioni   di   composti   del   cloro   si   esprime convenzionalmente in % di cloro disponibile o cloro attivo ed in disinfezione come  parti  per  milione  (ppm)  ed  il  rapporto  che  intercorre  tra  le  due espressioni è : 1%=10000 ppm.


ATTIVITA’ BIOCIDA
In condizioni ottimali la loro attività è a spettro piuttosto ampio : batteri
Gram(+) , Gram (-), funghi e virus.
La presenza di materiale organico interferisce in modo importante sull’ attività biocida  ,  in   quanto  consuma  il  cloro  disponibile  reagendo  con  esso  e


provocando una riduzione della percentuale di principio attivo in grado di svolgere l’attività antimicrobica
La stabilità rappresenta un aspetto critico delle soluzioni acquose che perdono principio attivo e quindi efficacia col tempo . I fattori coinvolti sono :

• la formulazione: il clorossidante elettrolitico è più stabile della candeggina,

• la temperatura :valori elevati favoriscono la perdita di principio attivo,

• l’ esposizione alla luce: le soluzioni devono essere conservate in recipienti opachi alla luce e ben chiusi,
• ph :hanno migliore stabilità in ambiente alcalino. PREPARAZIONI E INDICAZIONI D’USO


SODIO IPOCLORITO

Corrisponde alla comune candeggina che ha generalmente una concentrazione di cloro disponibile del 5-6%, ma presenta una elevata instabilità per cui non si puo’ fare affidamento sulla concentrazione indicata, inoltre è molto alcalina irritante e corrosiva.
E’ indicata per interventi di sanitizzazione e decontaminazione ambientale di degenze e zone a rischio e per il trattamento di materiali non critici già detersi (biancheria , stoviglie ecc.)



CLOROSSIDANTE ELETTROLITICO


E’ una soluzione di sodio ipoclorito ottenuta per idrolisi parziale del cloruro di sodio ed è caratterizzata da elevata purezza , buona stabilità e, alle diluizioni d’uso, pH non lontano da quello fisiologico.
Esistono due tipologie di preparati:


per uso in antisepsi per il trattamento di :
• cute  integra  (pre-operatoria  ,  terapia  iniettiva,  ecc)  è  indicata  una concentrazione di 1000 ppm (1x mille) di cloro disponibile : soluzione di amuchina al 10%
• cute lesa: la concentrazione d’uso generalmente consigliata è 500 ppm (0,05%)  corrispondente  ad  una  soluzione  al  5%,  ma  varia  a  seconda dell’uso:
5%  antisepsi  delle  mucose,  medicazioni  di  ustioni  (AMUKINE  MED

,05% specialità medicinale pronta all'uso)

10% antisepsi di ferite , piaghe ulcere: l’impiego dovrebbe essere riservato ai casi in cui sono presenti secrezioni infette in quanto accanto all’effetto di  sciogliere  il  tessuto   necrotico  ha  un’azione  irritante  e  ritarda  la formazione del tessuto di granulazione;
3% medicazione prolungata di ferite o ustioni (impacchi o immersioni).
Le soluzioni si ottengono da AMUKINE MED 1,1% concentrata, specialità medicinale, che deve essere diluita prima dell’uso.


Per uso in disinfezione per il trattamento di dispositivi medici in plastica, gomma, vetro , acciaio inox si possono prevedere due livelli di intervento:
• una concentrazione di 1000 ppm di cloro attivo per un tempo di contatto superiore a  10  minuti per avere una disinfezione di livello intermedio, idonea per materiali semicritici destinati ad entrare in contatto con cute e mucose integre;
• una concentrazione di 200 ppm di cloro attivo idonea al trattamento di oggetti non critici , che possono entrare in contatto solo con cute integra.
E’ disponibile AMUCHINA MD (dispositivo medico) concentrata 1,1% di cloro attivo : le soluzioni al 5- 10% vanno rinnovate giornalmente e gli oggetti da trattare devono essere immersi solo dopo una accurata detersione.
Per la disinfezione di biberons e tettarelle (solo per impiego personalizzato ) la concentrazione d’uso è 150 - 200 ppm di cloro attivo ottenuta diluendo ad 1


litro 14 - 20 ml di Amuchina concentrata (presidio medico chirurgico) per un tempo di contatto di 90’.

I composti del cloro sono molto utili anche per la disinfezione ambientale.

Per  questo  impiego  le  concentrazioni  in  cloro  disponibile  generalmente indicate sono:

• 500 ppm per superfici pulite (circa 5%)
• 1000 ppm per superfici medio contaminate (circa 10%)
• 5000 ppm per superfici molto contaminate (circa 50%)
• 10000  ppm  per  la  decontaminazione  in  presenza  di  schizzi  di  sangue

(91%)

EFFETTI INDESIDERATI E AVVERTENZE

L’ingestione  e  l’inalazione  di  soluzioni  concentrate  provoca  gravi  effetti tossici talora mortali.
Se utilizzate a concentrazioni superiori a quelle indicate, le soluzioni possono avere azione irritante su cute e mucose.
Le soluzioni inoltre devono essere applicate con cautela su ferite per l’azione dissolvente del coagulo ed il conseguente rischio di sanguinamento.

FATTORI INTERFERENTI ED INCOMPATIBILITA’

L’ attività viene inibita dalla presenza di materiale organico (sangue, pus, ecc.), in tal caso è necessario aumentare la concentrazione d’uso.

I composti del cloro non devono essere usati con altri prodotti, in particolare in  presenza  di  acidi  per  liberazione massiva  di  vapori  di  cloro  e  acido ipocloroso pericolosi in mancanza di buona aerazione.
Per impieghi ripetuti e prolungati possono provocare corrosione dei metalli.


SODIO DICLOROISOCIANURATO


E’ un derivato organico del cloro allo stato solido (compresse o granuli), che contiene il  60% di cloro attivo e, sciolto in acqua si idrolizza rilasciando gradualmente acido ipocloroso. Presenta alcuni vantaggi rispetto all’ipoclorito:
• in compresse dà soluzioni con ph tra 6 e7 e questo aumenta la quota disponibile di ac. Ipocloroso,
• è più stabile in quanto il cloro disponibile viene liberato per il 50% all’atto della soluzione e per la rimanente parte secondo una reazione di equilibrio condizionata dalla richiesta,
• è efficace anche in presenza di materiale organico,
• ha  uno  spettro  completo:  è  efficace  contro  tutti  i  batteri  vegetativi,  i micobatteri, i funghi, i virus e le spore

• è meno corrosivo sui metalli, eccetto l’ottone. AVVERTENZE

Per le caratteristiche del prodotto la formulazione in granuli è riservata ai casi in cui la  contaminazione è importante: in questo caso un prodotto allo stato secco evita lo spandimento di materiale organico.

Prima dell’uso il personale deve indossare presidi di  protezione: mascherina, guanti monouso, camici monouso.

E’ tossico se ingerito.
FATTORI INTERFERENTI ED INCOMPATIBILITA

Non è addizionabile con acidi (comprese le urine), in quanto si sviluppano gas cloro irritanti per le vie respiratorie, e detergenti cationici.
Va conservato in recipienti ben chiusi, al riparo da luce e calore.
SETTORI DI IMPIEGO

I granuli sono indicati per:

decontaminazione   di   superfici   non   metalliche   imbrattate   da   materiale biologico (sangue o altro materiale organico).
Deve essere presente nei Kit per gli spandimenti.
MODALITÀ D’USO:

• si spargono i granuli sulla zona interessata e si lasciano agire per 5 minuti,
• si raccoglie tutto con carta o panni e si elimina nel contenitore dei rifiuti speciali,
• si lava con detergente e si disinfetta.


Gli iodofori  sono  complessi  labili  dello  iodio  con  molecole  organiche,  in questo caso  lo  iodopovidone (PVP-J), che funge da supporto e che ha la proprietà di liberare lo iodio gradualmente.
La  concentrazione  di  iodopovidone  viene  espressa  in  termini  di  iodio disponibile,  che  è la somma dello iodio libero e di quello di riserva. Nelle soluzioni al 10% di iodopovidone la concentrazione di iodio disponibile è pari all1% (10000ppm).


ATTIVITA’ BIOCIDA
L’ attività biocida è determinata dallo iodio che si libera dallo iodoforo, per questo   gli   iodofori   hanno   uno   spettro   di   azione   che   dipende   dalla concentrazione di iodio  attivo e percio’ le soluzioni a base di iodio hanno un’azione biocida piu’ elevata e piu’ rapida.
Sono attivi su batteri Gram (+), Gram (-), virus e funghi. In letteratura sono riportate segnalazioni di batteri resistenti a iodopovidone tra cui Pseudomonas cepacia.


PREPARAZIONI E INDICAZIONI D’ USO
• Soluzione  iodoiodurata  in  miscela  idroalcolica:  Tintura  di  iodio  (tipo debole) e Alcool iodato sono efficaci antisettici per cute integra in quanto l’ alcool aumenta il potere biocida dello iodio e la capacità di penetrazione.
• Soluzione di iodopovidone in acqua al 10% tipo BETADINE SOLUZIONE ( Specialità medicinale). Si usa per antisepsi pre operatoria della cute integra , per disinfezione e pulizia di cute lesa (ferite infette , ustioni ) : applicare la  soluzione non diluita. E’ indicato anche per la disinfezione delle mucose.
• Soluzione  di  iodopovidone  al  7,5%  con  detergente  tipo  BETADINE CHIRURGICO  :  ha  indicazione  specifica  per  il  lavaggio  antisettico  e chirurgico delle mani . Distribuire il prodotto su mani e braccia, frizionare per  almeno  2  minuti,  sciacquare  la  schiuma  con  acqua.  Nel  lavaggio preoperatorio ripetere l'operazione. Nella detersione -antisepsi della cute integra :si applica il prodotto puro  sulla parte inumidita si friziona e si asporta con garze sterili.

EFFETTI INDESIDERATI E AVVERTENZE
Ripetute  applicazioni  possono  dare  dermatiti  da  contatto  e  rare  reazioni allergiche.
Le soluzioni per applicazione su ustioni estese possono essere assorbite con diminuzione della funzionalità tiroidea e acidosi metabolica. Per il rischio di assorbimento percutaneo  sono da usare con cautela anche nei neonati . E' preferibile non usarli in gravidanza, nei lattanti e nei pazienti con tireopatia.
Se assorbiti , interferiscono con i test di funzionalità tiroidea.

ALCOOL ETILICO


ATTIVITA’ BIOCIDA
Si esplica attraverso un meccanismo di denaturazione delle proteine, che si verifica solo in presenza di una adeguata percentuale di acqua. E’ per questo motivo che viene usato alla concentrazione del 70% p/p  (circa 80% v/v) ; a concentrazioni superiori al 90% prevale l’  azione disidratante e solvente , a concentrazioni inferiori al 70% diminuisce l’ azione disinfettante.
Alla concentrazione ottimale ha buona attività sui batteri in forma vegetativa (Gram + e Gram -), sui miceti e sui micobatteri. E’ parzialmente attivo verso i virus (buona attività sul  virus HIV). Non è efficace sulle spore. L’attività è massima   sui   microrganismi   in   sospensione,   ridotta   sui   microrganismi essiccati, ad esempio su superfici.


EFFETTI INDESIDERATI E AVVERTENZE
L’alcool ha effetto irritante per le cellule dei tessuti. Le soluzioni alcoliche non sono  quindi idonee per l’impiego su mucose, ferite aperte o abrasioni infatti l’ effetto irritante  provoca un aumento del danno locale e l’azione disidratante favorisce la formazione di coaguli sotto i quali i batteri possono sopravvivere e moltiplicarsi.
Le applicazioni ripetute o prolungate su cute integra possono determinare irritazione e secchezza per rimozione del mantello lipidico: si può prevenire questo effetto con l’impiego di formulazioni contenenti sostanze emollienti.
Le soluzioni alcoliche per contatti prolungati possono indurire i materiali in gomma e plastica ed alterare i metalli ferrosi con formazione di ruggine.
L’ alcool evapora facilmente: per evitare una diminuzione della concentrazione è necessario conservare i contenitori ben chiusi .
L’alcool è infiammabile perciò bisogna usare cautela nella conservazione, nella manipolazione e nell’ impiego. In particolare è necessario assicurarsi che la  soluzione  sia   completamente  evaporata  dalla  cute  prima  dell’uso  di apparecchiature quali l’ elettrobisturi o il  laser.


FATTORI INTERFERENTI ED INCOMPATIBILITA’
Il materiale organico ostacola la penetrazione del disinfettante, proteggendo i microrganismi dal contatto con esso.
Alcuni disinfettanti  esplicano  una  maggiore  attività  in  soluzione  alcolica:
clorexidina, iodio e iodofori, sali d’ammonio quaternario, derivati del cloro.
SETTORI DI IMPIEGO
Antisepsi
L’  alcool  etilico  è  utilizzato,  frequentemente,  in  associazione  con  altre sostanze  disinfettanti (clorexidina, iodofori, derivati del cloro ecc.), di cui potenzia notevolmente l’efficacia.
Le soluzioni  di  antisettici  in  alcool  70%  (es.  ALCOOL  ETILICO  70°  + CLOREXIDINA  GLUCONATO  0,5%)  sono  antisettici  dotati di  attività rapida,  spettro  di  azione  abbastanza  ampio  e  trovano  indicazione  nel trattamento della cute integra.
La preparazione della cute per prelievi, iniezioni intramuscolari, endovenose ed infusioni richiede un contatto di 30 secondi. Il cotone utilizzato deve essere imbevuto di antisettico al momento dell’uso e non preparato precedentemente a causa dell’elevata volatilità del disinfettante.




Disinfezione
Le soluzioni in alcool al 70% sono indicate solo per la disinfezione di medio livello di oggetti semicritici e non critici, tenendo conto che lo spettro d’azione non è completo e che è necessario garantire l’ assenza di materiale organico. Il tempo di azione richiesto è di almeno 10 minuti.
L’alcool denaturato trova indicazione solo come solvente e detergente, quindi il trattamento rapido di superfici liscie e dure sfrutta queste sue proprietà, in quanto la rapida evaporazione non consente un tempo di contatto sufficiente a garantire un effetto disinfettante sicuro.




DETERGENTE   PROTEOLITICO   PER   FERRI   CHIRURGICI   ED ENDOSCOPI

I detergenti  proteolitici  sono  prodotti  a  base  di  enzimi  e  tensioattivi:  la componente  enzimatica è in grado di idrolizzare i legami peptidici presenti nelle molecole proteiche dei  residui organici, che diventano cosi’ solubili e facilmente eliminabili dalla componente tensioattiva, ad effetto detergente. Questi preparati sono in grado di rimuovere sangue e sostanze organiche,essiccate , indurite e difficili da raggiungere in tempi brevi.
Modalità operative:

• Diluire  il  prodotto  con  acqua  tiepida  rispettando  rigorosamente  le indicazioni di concentrazione riportate nella scheda tecnica. Le soluzioni troppo  concentrate  non   hanno  migliore  effetto,  ma  sono  di  difficile rimozione.  Le  tracce  di  materiale  enzimatico  possono  essere  causa  di reazioni   allergiche   per   il   paziente.   Inoltre,   se   lo   strumento   viene successivamente  sottoposto  a  trattamento  con  aldeide   glutarica  o  a sterilizzazione si ha la formazione di una patina, per fissazione dei residui, che è di difficile rimozione.

• Lasciare in contatto per il tempo indicato nella scheda tecnica.

• Si  può  favorire  l'allontanamento  del  materiale  organico  con  l'  uso  di spazzole, evitando di contaminarsi.
• Risciacquare  accuratamente  per  allontanare  ogni  traccia  di  materiale organico e detergente.



FATTORI INTERFERENTI ED INCOMPATIBILITA'
Iodio e iodofori presentano un optimum di attività a pH neutro o acido quindi l'azione è ridotta in presenza di alcali.
Lo iodio  è  incompatibile  con  acetone  ,  con  il  quale  forma  un  composto irritante, e con acqua ossigenata per eccessiva liberazione di ossigeno.


 
 
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