Dispensa addetto gestione emergenza 3 - L'abc dell'operatore socio sanitario

Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

Dispensa addetto gestione emergenza 3

Prove finali dei Corsi > Addetti alla gestione dell'emergenza incendio

     PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO

cura di

T.AGianmario GNECCHI- Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Bergamo

SOMMARIO DEL CAPITOLO


PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO

piano di emergenza in caso di incendio
Che cosa è un piano di emergenza
da adottare quando si scopre un incendio
da adottare in caso di allarme
à di evacuazione (Il piano di evacuazione)
procedure di chiamata dei servizi di soccorso
con i Vigili del Fuoco in caso di intervento
di una situazione di emergenza e modalità procedurali-operative




Esempi applicativi
Ospedali
Scuole
Albergo

OBIETTIVI DIDATTICI



Spiegare lo scopo del piano di emergenza;

Descrivere che cosa sono i piani di emergenza e come sono strutturati;

Spiegare che cosa sono le procedure operative;

Spiegare i primi comportamenti da mettere in atto quando si scopre un incendio e quando ci si trova in una situazione di allarme
Insegnare a realizzare un semplice piano di emergenza con lo schema “griglia/scheda/procedura”;





PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO
Illustrare alcuni esempi di piani di emergenza


piano di emergenza in caso di incendio

peggiore piano di emergenza è non avere nessun piano.

secondo peggiore piano è averne due.


In un'azienda, grande o piccola che sia, trovarsi coinvolti in un emergenza per incendio o per infortunio - pur sembrando ad alcuni una probabilità abbastanza remota - non è del tutto impossibile.

La conferma la si può avere con una rapida analisi dei dati statistici del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che in Italia ogni anno svolge oltre 600.000 interventi di soccorso tecnico urgente.
Di questi, circa 40.000 sono correlati ad emergenze verificatesi in attività lavorative.

Inipendentemente dai materiali depositati o impiegati nelle lavorazioni e dalle caratteristiche costruttive ed impiantistiche dell'azienda, uno degli aspetti che hanno avuto (e sempre avranno) grande impatto sull'evoluzione dell'evento-emergenza è quello relativo a sono stati affrontati i primi momenti, nell'attesa dell'arrivo delle squadre dei Vigili del Fuoco.

Uno strumento basilare per la corretta gestione degli incidenti (siano essi incendi, infortuni, fughe di gas o spillamenti di sostanze pericolose) è il cosiddetto “piano di emergenza”.

In tale documento sono contenute quelle informazioni-chiave che servono per mettere in atto i primi comportamenti e le prime manovre permettendo di ottenere nel più breve tempo possibile i seguenti obiettivi principali:

salvaguardia ed evacuazione delle persone

messa in sicurezza degli impianti di processo

compartimentazione e confinamento dell'incendio

protezione dei beni e delle attrezzature

estinzione completa dell'incendio.

I piani di emergenza ben strutturati prevedono inoltre le operazioni per la rimessa in servizio in tempi ragionevoli ed il ripristino delle precedenti condizioni lavorative.



cosa è un piano di emergenza

Lo scopo dei piani di emergenza è quello di consentire la migliore gestione possibile degli scenari incidentali ipotizzati, determinando una o più sequenze di azioni che sono ritenute le più idonee per avere i risultati che ci si prefigge al fine di controllare le conseguenze di un incidente.

La stesura del piano di emergenza consente di raggiungere diversi obiettivi, già a partire dai momenti preliminari nei quali si valuta il rischio ed il Management inizia ad identificare con maggiore precisione gli incidenti che possono verificarsi nell'attività lavorativa.

Tra gli obiettivi di un piano di emergenza, ad esempio, ci sono i seguenti:

raccogliere in un documento organico e ben strutturato quelle informazioni che non è possibile ottenere facilmente durante l'emergenza;

fornire una serie di linee-guida comportamentali e procedurali che siano il “distillato” dell'espe-rienza di tutti i componenti dell'Azienda e rappresentano pertanto le migliori azioni da intraprendere;

disporre di uno strumento per sperimentare la simulazione dell'emergenza e promuovere organicamente l'attività di addestramento aziendale.

La struttura di un piano di emergenza, ovviamente, varia molto a seconda del tipo di attività, del tipo di azienda, della sua conformazione, del numero di dipendenti e dipende da una serie di parametri talmente diversificati che impediscono la creazione di un solo modello standard valido per tutti i casi.

Ciò non significa che “tutte le emergenze sono sempre diverse l'una dall'altra”. Anzi. I più esperti gestori di emergenza (ad esempio le squadre di Vigili del Fuoco), infatti, riescono a trovare sempre più aspetti di similarità tra un'emergenza e un'altra, che non di differenza.

É quindi possibile delineare con sufficiente precisione i metodi per la strutturazione dei piani di emergenza ed elencare inoltre alcuni contenuti di base comuni a tutti i piani.




La pre-pianificazione è definibile come un documento scritto che risulta dalla raccolta di informazioni sia generali che dettagliate pronte per essere usate dal personale dell'azienda e dagli enti di soccorso pubblico per determinare il tipo di risposta per incidenti ragionevolmente prevedibili in una determinata attività.


Questi pre- piani identificano i pericoli potenziali, le condizioni e le situazioni particolari. Consentono di avere la possibilità di un differente punto di vista e disporre di specifiche informazioni che è impossibile ottenere durante un'emergenza.

Le procedure sono la rappresentazione, in genere schematica, delle linee-guida comportamentali ed operative che “scandiscono” i vari momenti dell'emergenza. Come vedremo in seguito, tale schematizzazione può essere realizzata su diversi livelli.

Le Procedure Operative Standard forniscono un valido insieme di direttive tramite le quali il personale può operare efficacemente, efficientemente e con maggiore sicurezza. mancanza diprocedure un incidente diventa caotico, causando confusione ed incomprensione ed aumentando il rischio di infortuni


Il contenuto del piano di emergenza deve innanzitutto focalizzare su alcune persone/gruppi - chiave come gli addetti al reparto, al processo di lavorazione, ecc., dei quali il piano deve descrivere il comportamento, le azioni da intraprendere e quelle da fare

Al verificarsi dell'emergenza, comunque, possono facilmente trovarsi coinvolte anche persone di altri reparti o presenti in azienda come i clienti, i visitatori, i dipendenti di altre società di manutenzione ecc. Il piano deve “prendersi cura” anche di questi.

Inoltre, nel momento in cui l'emergenza può riguardare anche le aree esterne all'azienda o comunque altre Organizzazioni o Servizi la cui attività è in qualche modo correlata, il piano di emergenza deve prevedere il da farsi anche per queste persone/organizzazioni.

Ad esempio, se un Ospedale ha un incendio nel reparto di Pronto Soccorso, è chiaro che dal quel momento le emergenze sanitarie vanno dirottate su altri Ospedali (o su altri Reparti).

Se un'azienda ha ipotizzato un evento incidentale come un rilascio di sostanze pericolose, il suo piano di emergenza deve senz'altro comprendere le procedure di evacuazione delle aree circostanti (e non è una cosa da poco!).

Ricordiamo ancora una volta che l'obiettivo primario del piano di emergenza è la salvaguardia delle persone, siano esse dipendenti dell'azienda, clienti, visitatori o abitanti delle aree circostanti.

Una figura che non può mai mancare nella progettazione del piano di emergenza è quella di un
Aziendale dell'Emergenza al quale vanno delegati poteri decisionali e la possibilità diprendere decisioni arbitrarie, al fine di operare nel migliore dei modi e raggiungere gli obiettivi stabiliti.

Le azioni previste nel piano di emergenza devono essere correlate alla effettiva capacità delle persone di svolgere determinate operazioni. Non è possibile attribuire compiti particolari a chi non è stato adeguatamente addestrato. Occorre ricordare che in condizioni di stress e di panico le persone tendono a perdere la lucidità e pertanto il piano di emergenza va strutturato




 

tenendo conto di questo aspetto. , semplici, efficaci azioni sono meglio che una serie dicomplicati nei quali il rischio di “saltare” alcuni passagi fondamentali è molto alto.




procedure da adottare quando si scopre un incendio


Le procedure da adottare in caso di incendio sono differenziate, soprattutto per la sequenza delle azioni, tra i diversi tipi di insediamento (uffici, edifici con afflusso di pubblico, aziende, ecc.).

Ciò nonostante, in questo paragrafo riassumiamo quegli aspetti che sono comuni alle diverse situazioni dei luoghi e degli eventi incidentali.


Procedure da adottare quando si scopre un incendio:

Comportarsi secondo le procedure pre-stabilite (ove esistono)
Se si tratta di un di incendiovalutare la situazione determinando se esiste la possibilità di estinguere immediatamente l'incendio con i mezzi a portata di mano
Non tentare di iniziare lo spegnimento con i mezzi portatili se non si è sicuri di riuscirvi
Dare immediatamente l'allarme al 115
Intercettare le alimentazioni di gas, energia elettrica, ecc.
limitare la propagazione del fumo e dell'incendio chiudendo le porte di accesso/compartimenti
Iniziare l'opera di estinzione solo con la garanzia di una via di fuga sicura alle proprie spalle e con l'assistenza di altre persone
accertarsi che l'edificio venga evacuato
se non si riesce a mettere sotto controllo l'incendio in breve tempo, portarsi all'esterno dell'edificio e dare le adeguate indicazioni alle squadre dei Vigili del Fuoco.





Procedure da adottare in caso di allarme

Anche per questo aspetto, le procedure da adottare in caso di allarme sono differenziate, tra i diversi tipi di insediamento (uffici, edifici con afflusso di pubblico, aziende, ecc.).

Esistono comunque diversi aspetti sempre presenti, che riassumiamo nel seguente schema:


Mantenere la calma (la conoscenza approfondita delle procedure aiuta molto in questo senso, così comel'addestramento periodico che aiuta a prendere confidenza con le operazioni da intraprendere)

Attenersi scrupolosamente a quanto previsto nei piani di emergenza

Evitare di trasmettere il panico ad altre persone

prestare assistenza a chi si trova in difficoltà, se avete la garanzia di riuscire nell'intento
allontanarsi immediatamente, secondo procedure (ad esempio in un'azienda può essere necessario mettere

in sicurezza gli impianti di processo; oppure in una scuola può essere necessario che il docente prenda con sè il registro della classe per poter effettuare le verifiche sull'avvenuta evacuazione di tutti gli alunni)
non rientrare nell'edificio fino a quando non vengono ripristinate le condizioni di normalità






modalità di evacuazione (Il piano di evacuazione)

Si è ritenuto opportuno evidenziare questo punto del piano di emergenza generale dedicandogli un apposito paragrafo. L'obiettivo principale di piano di emergenza è quello della salvaguardia delle persone presenti e della loro evacuazione, quando necessaria.

Il piano di evacuazione è in pratica un “piano nel piano” che esplicita con gli opportuni dettagli tutte le misure adottate (in fase preventiva e di progetto) e tutti i comportamenti da attuare (in fase di emergenza) per garantire la completa evacuazione dell'edificio/struttura da parte di tutti i presenti. Siano essi gli stessi titolari, i dipendenti, i clienti, i visitatori ecc. ecc. .

Anch'esso deve essere elaborato tenendo conto del tipo di evento ipotizzato e delle caratteristiche dell'azienda.

Non è forse del tutto supferfluo ricordare che la predisposizione del piano di evacuazione va effettuata prevedendo di far uscire dal fabbricato gli occupanti utilizzando le normali vie di esodo, senza pensare di impiegare soluzioni “personalizzate” tanto ingegnose quanto rocambolesche.



Le procedure di chiamata dei servizi di soccorso

Una buona gestione dell'emergenza inizia anche con la corretta attivazione delle squadre di soccorso. Pertanto è bene che, dopo aver individuato la figura (ed un suo alternato) che è incaricata di diramare l'allarme, venga predisposto un apposito schema con le corrette modalità.

Una richiesta di soccorso deve contenere almeno questi dati:

l'indirizzo dell'azienda e il numero di telefono;

il tipo di emergenza in corso;

persone coinvolte/feriti;

reparto coinvolto;

stadio dell'evento (in fase di sviluppo, stabilizzato, ecc.);

altre indicazioni particolari (materiali convolti, necessità di fermare i mezzi a distanza, ecc.);

indicazioni sul percorso;


Le aziende più all'avanguardia spediscono periodicamente il piano di emergenza aggiornato alla Sala Operativa 115 del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.





Può essere una buona idea predisporre e tenere sempre a portata di mano una pagina fax che indica i percorsi perraggiungere l'Azienda; lo schema viene inviato alla Sala Operativa dei Vigili del Comando dei Vigili del Fuoco al momento dell'emergenza. L'operatore del 115, in contatto radio con le squadre, può così fornire preziose indicazioni per guidarle in posto nel più breve tempo possibile.


 

collaborazione con i Vigili del Fuoco in caso di intervento

I momenti di emergenza sono proprio quelli nei quali le azioni che riescono meglio (e forse sono le sole a riuscire) sono le azioni che abbiamo saputo rendere più “automatiche” e le azioni in cui agiamo con maggiore destrezza perchè siamo già abituati a svolgerle frequentemente nel “tempo di pace”, cioè quello del lavoro ordinario quotidiano.

Durante lo stress ed il panico che accompagnano sempre un'emergenza, il rischio di farsi sopraffare dall'evento è alquanto alto se non si provvede a rendere appunto “automatici” certi comportamenti e certe procedure.

Le squadre del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco sono addestrate ad operare in condizioni di emergenza e pertanto sono semplicemente più abituate a prendere decisioni ( ...le più opportune e corrette possibili, nel minor tempo possibile, con le risorse disponibili, ecc. ecc. ...) proprio nei momenti ad alto rischio di panico e di stress. Ed il loro addestramento non è ovviamente solo limitato a ciò che viene fatto nelle quattro mura di un aula o nelle manovre di simulazione ma deriva (purtroppo) dalla continua attività “sul-campo” che li tiene, in un certo senso, allenati.


Supponendo quindi che abbiate saputo gestire al meglio i primi immediati momenti dell'emergenza proprio perchè vi siete addestrati a fare quelle poche basilari operazioni che prevede il vostro piano, al momento dell'arrivo dei Vigili del Fuoco i vostri compiti principali devono necessariamente prendere un'altra direzione.

Il modo migliore per collaborare con i Vigili del Fuoco durante l'incendio è quello di mettere a disposizione la vostra capacità ed esperienza lavorativa e la conoscenza dei luoghi, per svolgere quei compiti che già siete abituati a fare perchè li svolgete nell'attività di tutti i giorni.

Ad esempio, l'operatore del muletto montacarichi è senz'altro più utile (e spesso indispensabile) svolgendo il suo compito per allontanare il materiale che non è ancora bruciato (operando ovviamente sotto lo stretto controllo delle squadre Vigili del Fuoco). La sua azione risulta così più efficace piuttosto di restare a continuare ad utilizzare i presidi antincendio anche dopo l'arrivo delle squadre dei vigili del fuoco.

Allo stesso modo è molto meglio che il responsabile dell'Azienda si metta in contatto immediatamente con il Responsabile Operazioni di Soccorso VV.F. per aiutarlo nel pianificare la strategia generale di attacco all'incendio, fornendo tutte le indicazioni preziose al momento.





Esemplificazione di una situazione di emergenza e modalità procedurali-operative

In questa parte indicheremo un metodo base per la strutturazione di un piano di emergenza focalizzando l'attenzione principalmente sulla predisposizione di schemi e procedure operative per la gestione dell'emergenza.

I passi che conducono a tale risultato possono essere schematizzati come segue:

raccolta di informazioni e dati

predisposizione delle griglie “evoluzione dell'evento/persone coinvolte/azioni”

realizzazione delle schede procedurali/comportamentali delle diverse figure





Valutazione del rischio

Per la costruzione di un piano di emergenza, una fase importantissima è quella -iniziale- di valutazione del rischio in azienda.

Nel documento di valutazione dei rischi sono raccolte tutte le informazioni che permetteranno di strutturare senza grosse difficoltà il processo di pianificazione dell'emergenza.

Se la valutazione del rischio viene eseguita con precisione e completezza, anche la successiva pianificazione dell'emergenza sarà di buona qualità.



Pianificazione


Per ottenere la più ampia possibiltà di successo è necessario che nella pianificazione di emergenza sia coinvolto il personale dell'azienda.

Ciascuno, opportunamente guidato e stimolato può fornire idee, soluzioni che possono veramente migliorare la qualità del piano d'emergenza e delle procedure inserite.

Quanto più le persone coinvolte “fanno proprio” il piano di emergenza, tanto più questo avrà possibilità di successo nel momento in cui dovrà essere applicato in un incidente reale.

La valutazione dei rischi condotta in azienda evidenzia i possibili eventi che ci si può ragionevolmente aspettare. Dopo questa valutazione occorre stabilire quali di questi eventi presentano i maggiori rischi ed iniziare da questi a pianificare delle procedure di emergenza.

Si può partire schematizzando una griglia come quella riportata nella pagina seguente, dove vengono indicati:

il tipo di evento incidentale

il reparto interessato

la sequenza temporale di azioni da intraprendere

le persone/gruppi coinvolti

i compiti che ogni singola persona/gruppo deve portare a termine.

Successivamente si realizzano delle schede più dettagliate delle azioni che ogni singola figura/gruppo di persone deve intraprendere.

La scheda che riguarda ogni persona/gruppo deve essere veramente “scheda”. Non ci si può aspettare di avere una valida gestione dell'emergenza se per ricordarsi e capire che cosa fare le persone devono perdere un quarto d'ora a studiarsi un manuale di procedure ultra-particolareggiato. Per un'evoluzione favorevole dell'evento incidentale occorre che ciascuno esegua quelle poche fondamentali operazioni, nella giusta sequenza e soprattutto coordinate con le operazioni che stanno eseguendo gli altri.

In emergenze di tipo più articolato, può essere necessario che la scheda faccia riferimento ad ulteriori “sotto-schede/procedure specifiche” come ad esempio quelle per mettere in sicurezza un impianto di processo oppore per attivare/disattivare determinati macchinari o attrezzature.

La cosa migliore è che dalle procedure particolareggiate per la disattivazione di un impianto, l'arresto di un sistema, ecc., possano essere estrapolate quelle manovre essenziali per iniziare a stabilizzare il problema. Poi si può con una certa calma fare il punto della situazione e procedere con altre manovre.

L'addestramento, comunque, è il “collante” che tiene insieme questo complesso sistema di gestione dell'emergenza. Senza l'aggiornamento continuo e la messa in pratica periodica, anche il piano più semplice e le procedure meglio organizzate non avranno mai la giusta efficacia.

Dopo aver identificato ed elencato le persone/gruppi interessati dall’emergenza, si inizia a tracciare una  evoluzione  dell’evento  “fotografando”  queste  persone  nei  diversi  momenti  e  si  descrivono brevemente “per titoli” le attività/operazioni che stanno svolgendo.  
Schematizzando in questo modo, ci si può rendere conto immediatamente se qualcuno è “sovrac-caricato” di compiti.
Inoltre  è  possibile  determinare  con  immediatezza  le  interazioni  tra  le  diverse  figure.  Questo permette di rendersi immediatamente conto se il piano è realizzabile in quel modo o no.
Ad esempio, se si determina che una persona debba interagire con qualcuno che si trova da un’altra parte  dello  stabilimento  e  non  si  prevede  un  adeguato  sistema  di  comunicazioni,  è  ovvio  che  il piano a quel punto si incepperà.

Dopo la schematizzazione che è il primo passo avanti nella pianificazione d’emergenza, si passa alla realizzazione delle schede delle singole persone/gruppi.  
Nelle  singole  schede,  di  seguito  riportate  a  grandi  linee  come  esempio,  ci  si  può  spingere  in descrizioni più dettagliate.

Le schede in genere sono riassuntive dei compiti della singola figura o gruppo. Dove necessario è possibile inserire nelle schede il riferimento ad altre procedure specifiche oppure estrapolare i punti chiave di tali procedure ed inserirli direttamente.

Ogni scheda va classificata, numerata, datata e ufficializzata con la firma del Direttore dell’Azienda e/o di altri Responsabili che hanno l’autorità necessaria.  
Queste schede potrebbero essere anche di dimensioni tascabili plastificate oppure incorniciate ed appese nei punti dove si trovano per la maggior parte del tempo le persone interessate.

Sperimentazione


Non si può pretendere che fin dalla prima stesura il piano di emergenza sia un documento perfetto.
Anche perchè è bene iniziare fin da subito il processo di pianificazione: ricordate che il peggior piano di emergenza è non averne nessuno. Man mano si applicheranno le nuove parti del piano che vengono sviluppate.
Inizialmente il piano di emergenza conterrà alcune imprecisioni e sarà molto “generale”. Ma non importa: cominciate così.
É bene però che la fase di prima sperimentazione sia il più possibile limitata nel tempo (non è molto efficace  lasciare  che  i  documenti  provvisori  si  trasformino  in  documenti  “provvisoriamente definitivi”...).


Addestramento periodico

Una procedura, per quanto sia scritta con precisione e semplicità, rischia di risultare completamente
inefficace se le persone che devono metterla in atto non si addestrano periodicamente.
L’addestramento periodico è un altro dei punti chiave nella preparazione alla gestione di un’emer-
genza.  L’addestramento  inoltre  consente  di  ottenere  anche  dei  risultati  correlati  come  la  verifica
delle attrezzature ed il loro controllo.
Con l’addestramento periodico si pongono le basi anche per un continuo aggiornamento dei piani.
É consigliabile prevedere la prova delle procedure di emergenza almeno due volte l’anno.


Aggiornamento

Oltre  agli  aggiornamenti  a  scadenza  prefissata  (in  occasione  di  cambiamenti  di  processo,  introduzione  di
nuovi macchinari e comunque in linea di massima, annuale) è opportuno che il piano di emergenza venga
aggiornato anche a seguito di ogni fase di addestramento. Lo scopo dell’aggiornamento è quello di raffina re continuamente la qualità della procedure per disporre di strumenti sempre più efficaci
Uno schema di massima della sequenza delle fasi relative alla strutturazione di procedure di emergenza è il seguente

3.7.2  Esempi applicativi


In questo paragrafo viene riportata una serie di esempi applicativi di piani di emergenza per diverse tipologie di attività.
Di ciascun piano sono evidenziati i punti principali ma per alcuni ci si è spinti ad illustrare anche le procedure particolareggiate che alcune figure devono svolgere.

Lo scopo di questa panoramica è quello di dimostrare che cominciare un processo di pianificazione non  è  particolarmente  complicato.  Ovviamente,  quando  si  vuole  perfezionarlo  successivamente, l’impegno diventa senz’altro maggiore. Ma con l’abilità e l’esperienza acquisita durante la messa a punto  continua  del  piano  di  emergenza  sarete  in  grado  raggiungerete  il  vostro  scopo  in  maniera molto soddisfacente.

Un  mezzo  importante  da  utilizzare  nei  casi  che  lo  consentono  è  quello  di  inserire  nelle  schede comportamentali in caso di emergenza anche le operazioni da svolgere comunque, senza attendere il verificarsi dell’emergenza, ma proprio per consentire di trovarsi già preparati.
Ad esempio, negli alberghi, viene predisposta una brochure che indica alcune semplici cose da fare non appena si entra in albergo. Viene suggerito di prendere visione delle vie di fuga, dei sistemi di allarme  e  delle  modalità  di  diramazione  dell’allarme.  Poi  vengono  illustrate  le  procedure comportamentali da attuare in caso di incendio.

Chissà  che  magari  un  giorno,  nei  cinema,  prima  dell’inizio  del film comincino  col  proiettare un breve spot che indica l’ubicazione delle uscite di sicurezza e le vie di fuga. Del resto, non fanno così tutte le volte prima del decollo di un aereo?

3.7.3  Ospedali




PREMESSA 2  

Gli edifici ospedalieri sono considerati in tutti i paesi del mondo dei luoghi a rischio di incendio; la
differenza più importante tra questi e le altre attività, risiede nella diversa caratterizzazione spazio-
temporale dell’evento incidentale.  
Se  la  gestione  dell’incendio  in  una  civile  abitazione,  in  un’industria  o  in  un  locale  di  pubblico
spettacolo,  si  “limita”  alla  preservazione  della  vita  umana  e  al  contenimento  delle  perdite
economiche, in un edificio ospedaliero tutte le fasi dell’incendio sono molto più “delicate”, sia per
la  presenza  di  persone  che  in  molti  casi  sono  impossibilitate  ad  abbandonare  i  luoghi  oggetto
dell’incendio,  sia  per  i  risvolti  sociali  che  le  conseguenze  dell’incendio  possono  arrecare
(sospensione di servizi diagnostici e terapeutici, riduzione dei posti letto disponibili, gravi danni
alle infrastrutture sanitarie).


CRITERI  GENERALI  PER  PREDISPORRE  UN  PIANO  DI  EVACUAZIONE  DI  UN
OSPEDALE   

Strategia

•  predisporre  le  mappe  dei  vari  piani  di  degenza  e  servizi  dell’ospedale  (da  allegare  ai  piani
specifici per area - chirurgica, medica, laboratorio ecc,) con indicazioni delle vie d’uscita, scale,
ascensori, aree sicure;
•  eseguire un’analisi dei rischi per ogni area funzionale;
•  individuare un’area Esterna come punto di ritrovo dei degenti evacuati;
•  individuare un’area di atterraggio per gli elicotteri e una di stazionamento;
•  predisporre la segnaletica informativa e quella dei percorsi di fuga;
•  individuare e segnalare linee telefoniche dedicate all`emergenza;
•  predisporre i Protocolli operativi scritti per ogni reparto o area funzionale;
•  predisporre un sistema giornaliero per conoscere il numero aggiornato dei pazienti allettati e di
quelli autonomi (eventuale collaborazione degli Allievi Scuola Infermieri);
•  censire tutto il materiale utilizzabile per il trasporto e la degenza provvisoria  (letti, barelle, teli portaferiti e coperte, nonché ogni presidio utile).  

Tattica

•  predisporre  controllo  e  verifica  sulla  sequenza  di  allarme  (incaricato  dell’invio,  destinatari, modalità).
                                                          
•  predisporre sopralluogo per verificare l’esatta entità del danno e del rischio evolutivo (incendio,
fumo, crollo, fuga di gas o sostanze tossiche);
•  predisporre check dei ricoverati rimasti coinvolti o feriti nell’evento che impone l’evacuazione;
•  predisporre  procedura  per  il  blocco  dell’accettazione  e  il  dirottamento  delle  urgenze,  in
collaborazione con la Centrale Operativa 118;
•  allertamento della Direzione Sanitaria e istituzione dell’Unità di Crisi, con il richiamo in servizio
del personale necessario alla gestione dell’evento;
•  predisporre modalità di preparazione all’evacuazione dei ricoverati:
 - recupero delle cartelle cliniche
 - indicazioni precise sulla terapia in corso
 - identificazione del codice di gravità del paziente, utilizzando il sistema dei codici colore (Rosso
- Giallo - Verde identico a quello in uso    nella Medicina delle Catastrofi);
•  predisporre un Circuito di evacuazione interna, utilizzando il personale delI’ospedale (o solo del
reparto  se  l’intero  ospedale  è  da  evacuare),  sotto  il  comando  di  un  “leader”.  Il  personale
ausiliario recupera le cartelle e collabora con gli Infermieri. Gli Infermieri preparano i ricoverati
somministrando la terapia d’urgenza e controllando le funzioni vitali.
•  allestimento di una Area Protetta di Attesa (A.P.A.) in prossimità dell’ospedale per i ricoverati
meno  gravi.  Questa  “Waiting  Area”  potrà  trovarsi  all’interno  o  all’esterno  dell’ospedale  a
seconda della causa di evacuazione e dell’estensione dell’evento in atto.
•  predisporre, con il coordinamento della Centrale 118, un Circuito di evacuazione esterna, che
utilizzerà ambulanze, elicotteri, pulmini, taxi, veicoli dell’Azienda Tranviaria cittadina o veicoli
militari.
N.B. i pazienti da trasferire in altri nosocomi devono essere accompagnati da:  
cartella  clinica  con  generalità,  indicazioni  cliniche  e  terapeutiche,  destinazione,  indicazione  del
mezzo con cui vengono trasferiti,
•  istituzione di un Centro di Coordinamento all’esterno dell’ospedale.
•  istituzione di un Centro Informazioni per i parenti dei ricoverati e per i giornalisti.  


Logistica
•  acquisizione di materiale protettivo (autorespiratori, coperte protettive, estintori, asce);
•  acquisizione di almeno due radio ricetrasmittenti per uso interno
•  acquisizione di un numero congruo di barelle pieghevoli e teli portaferiti.
•  acquisizione di un megafono.
•  acquisizione di un numero congruo di lampade portatili autoricaricanti.  

Prima di concludere occorre ricordare che per evitare il panico collettivo ovvero la paura intensa e
caotica,  sentita  da  tutti  a  seguito  di  un  evento  brutale  o  minacce,  che  si  traduce  in  fuga
disorganizzata, servono misure che permettano di controllare il contagio delle reazioni individuali
di paura ovvero:  
•  informazioni regolari a mezzo di megafono o altoparlante.
•  aggregazione ed utilizzo di tutti gli elementi validi, indirizzati a compiti di assistenza (ricoverati
in grado di aiutare altri degenti)
•  smentita categorica delle false voci
•  dimostrazione della presenza materiale di un “capo” responsabile.


In  conclusione,  la  “gestione  della  sicurezza”  di  un  Ospedale  può  essere
schematizzata da:
 
1) programmazione e organizzazione di interventi in base ai rischi specifici;
2) individuazione dei compiti da ripartire tra i vari livelli di responsabilità;
3) informazione, preparazione e aggiornamento del personale;
4) controllo  sulle  capacità  umane  attraverso  periodiche  esercitazioni  “a
tavolino” o dal vero;
5) efficienza degli equipaggiamenti e degli impianti.




Questo sopra riportato è in pratica una check-list degli aspetti da valutare nella
predisposizione di un piano di emergenza, anche di carattere generale.  

Di  seguito  mostriamo  un  altro  esempio  di  pianificazione  sotto  forma  di  procedura  “descrittiva”
delle funzioni di alcune persone/gruppi in caso di emergenza per incendio nel reparto.




PROCEDURA OPERATIVA DI EMERGENZA  PER INCENDIO NEL REPARTO .....................



Scopo - Lo scopo di questa procedura è quello di contribuire alla salvaguardia della vita dei degenti, dei visitatori e dei dipendenti, alla conservazione dei beni e delle attrezzature ed offrire uno strumento che consenta al personale stesso di affrontare  con  sicurezza,  determinazione  ed  efficacia  le  prime  fasi  della  gestione  di  un  emergenza  a  seguito  di  un incendio nel reparto.

Obiettivi -  Gli  obiettivi  che  si  pone  la  presente  procedura  sono  quelli  di  ottenere,  nella  giusta  sequenza:  la  corretta
diramazione dell’allarme, il salvataggio delle persone, il confinamento e l’estinzione dell’incendio, la salvaguardia dei
beni.

Struttura della procedura - La procedura è strutturata in tre distinte fasi:
1 - Fase di allarme
2 - Fase operativa prima dell’arrivo dei Vigili del Fuoco
3 - Fase operativa dopo l’arrivo dei Vigili del Fuoco.


1 - FASE DI ALLARME

Nel  reparto  ................  l’allarme  per  incendio  può essere dato da:
•  sistema automatico di rilevazione e rivelazione;
•  direttamente,  da  chiunque  percepisca  la presenza  di    fumo  o  fiamme,  mediante
l’attivazione degli appositi pulsanti di allarme;
•  ....................


Il personale di servizio in reparto, resosi conto della situazione  d’allarme  in  atto,  deve  immediatamente avvisare  il  centralino/guardiola    (int.  ________)
comunicando  il  reparto  dove  si  sta  sviluppando l’incendio, l’interno da cui sta chiamando ed il proprio
nome.


Il  centralino/guardiola  provvederà  a  contattare, nell’ordine:
•  Vigili del fuoco:       tel. 115
•  Responsabile del reparto coinvolto:    int.______
•  Responsabili dei reparti adiacenti:
reparto ............................................  int.______
reparto ............................................  int.______
reparto ............................................   int.______
reparto ............................................  int.______
•  Direttore Sanitario:   int.____, esterno _________
•  Servizio di prevenzione e protezione:    int.______
•  Responsabili degli altri reparti:    int.______
•  Servizi di manutenzione:    int.______
•  .......................................................:  int.______
•  .......................................................:   int.______



2 - FASE OPERATIVA PRIMA DELL’ARRIVO DEI VIGILI DEL FUOCO


In  attesa  dell’arrivo  dei  Vigili  del  Fuoco  (tempo stimato dal momento della richiesta, ... minuti)

Il personale del reparto direttamente coinvolto qualora le condizioni  lo consentano, provvederà, nel-l’ordine più opportuno a:
•  verificare l’origine dell’incendio e a dare l’allarme al centralino/guardiola;
•  rimuovere il paziente o i pazienti immediatamente esposti  alle  fiamme,  se  i  capelli  o  i  vestiti  non stanno  bruciando;  se  stanno  bruciando,  prima
estinguere le fiamme;
•  soccorrere altre eventuali persone in pericolo di vita immediato;
•  verificare  la  chiusura  delle  porte  tagliafuoco  per confinare lo sviluppo di fumo e calore;
•  togliere  l’alimentazione  elettrica  nella  zona coinvolta dall’incendio;
•  bloccare l’impianto di climatizzazione;
•  chiudere le valvole di intercettazione delle condotte di  alimentazione  dei  gas  medicali  e  tecnici verificando che ciò non comporti disguidi a degenti in trattamento;
•  utilizzare,  qualora  le  condizioni  lo  permettano,  i mezzi mobili di estinzione: estintori e manichette;
•  iniziare  l’evacuazione  dei  degenti  dal  locale coinvolto e dai locali adiacenti ponendo particolare attenzione a limitare la trasmissione del fumo e del calore ai reparti adiacenti;
•  verificare che non vi sia propagazione di fumo e di calore ai reparti adiacenti;
•  effettuare la conta del personale e dei degenti
•  fornire informazioni chiare e precise ai degenti
•  predisporre  quanto  necessario  per  l’assistenza  al
personale evacuato


Il personale dei reparti adiacenti

Dopo aver ricevuto l’allarme:  
•  verificherà che non vi sia propagazione di fumo e calore nel proprio reparto;
•  verificherà la chiusura delle porte tagliafuoco;
•  predisporrà eventualmente lo spostamento graduale dei degenti dalle stanze che si trovano più vicine al reparto cionvolto dal’incendio;
•  si  metterà  a  disposizione  del  responsabile  del reparto coinvolto;
•  verificherà  la  presenza  di  tutto  il  personale  in servizio e di tutti i degenti
•  raccoglierà  indicazioni  precise  e  le  riferirà  con chiarezza ai degenti del proprio reparto

3 - FASE OPERATIVA DOPO L’ARRIVO DEI VIGILI DEL FUOCO


Il Centralino/guardiola  

•  All’arrivo dei Vigili del Fuoco, fornirà indicazioni precise sul percorso per raggiungere l’incendio.
•  Se possibile, incaricherà una persona che conduca le squadre direttamente al reparto.

Il personale del reparto

•  Fornirà  indicazioni  per  eventuali  salvataggi immediati di persone rimaste bloccate dall’incendio
•  Fornirà  indicazioni  sulla  posizione  degli  impianti tecnologici
•  Fornirà  indicazioni  su  eventuali  particolari problematiche
•  Informerà il responsabile delle squadre di soccorso sull’esito della verifica della presenza dei degenti e del personale.  


Il personale dei reparti adiacenti

•  Qualora  non  sia  già  stato  impiegato  in  ausilio  al personale  del  reparto  coinvolto,  resterà  a disposizione  nel  proprio  reparto  per  eventuali ulteriori misure da mettere in atto
•  Garantirà  la  presenza  costante  di  una  persona all’apparecchio  telefonico  del  reparto  per  ogni comunicazione urgente.

 
Indipendentemente da come si approccia il problema, l’obiettivo successivo è quello di giungere alla compilazione della griglia operativa eventi/persone/compiti.

PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO DI EMERGENZA

All’insorgere di un qualsiasi pericolo ovvero appena se ne è venuti a conoscenza, chi lo ha rilevato deve adoperarsi da solo o in collaborazione con altre persone (insegnanti, personale non docente, studenti) per la sua eliminazione. Nel caso non sia in grado di poter affrontare il pericolo deve darne immediata informazione al Capo dell’istituto  o al suo sostituto, che valutata l’entità del pericolo deciderà di emanare l’ordine di evacuazione dell’edificio.

L’ordine di evacuazione dell’edificio è contraddistinto in n° .......................  suoni dell’impianto di diffusione sonoro ripetuti ...........  volte alla distanza di 5 secondi  di ogni gruppo rispetto all’altro.

Incaricato della diffusione del segnale di allarme è il Sig. ...................................................................

All’emanazione  del  segnale  di  evacuazione  dell’edificio  scolastico  tutto  il  personale  presente all’interno dell’edificio scolastico dovrà comportarsi  come segue:

1) La  Sig.ra  ...............................................................è  incaricata  di  richiedere  telefonicamente  il
soccorso degli Enti che le verranno segnalati  dal Capo dell’istituto o dal suo sostituto;
2) Il personale non docente di piano, per il proprio piano di competenza, provvede a :
•   disattivare l’interruttore elettrico di piano
•   disattivare l’erogazione del gas metano
•   aprire tutte le uscite che hanno apertura contraria al senso dell’esodo
•   impedire l’accesso nei vani ascensori o nei percorsi non previsti dal piano di emergenza, se non   espressamente autorizzato dal Capo dell’istituto o dal suo sostituto;
3)  L’insegnante  presente  in  aula  raccoglie  il  registro  delle  presenze  e  si  avvia  verso  la  porta  di uscita  della classe per coordinare le fasi dell’evacuazione.
4) Lo studente apri-fila inizia ad uscire dalla classe tenendo per mano il secondo studente e così via  fino all’uscita dello studente chiudi-fila, il quale provvede a chiudere la porta indicando in tal  modo l’uscita di tutti gli studenti dalla classe.
5) Nel  caso  qualcuno  necessiti  di  cure  all’interno  della  classe,  gli  studenti  indicati  come soccorritori,  
provvederanno a restare insieme all’infortunato fino all’arrivo delle squadre di soccorso esterne.
Gli studenti che rimarranno in aula dovranno  posizionare abiti, preferibilmente bagnati, in ogni  fessura della porta della classe e aprire le finestre solo per il tempo strettamente necessario alla  segnalazione della loro presenza in aula.
6) Ogni  classe  dovrà dirigersi  verso  il punto di  raccolta esterno  prestabilito seguendo le indicazioni riportate  nelle    planimetrie  di  piano  e  di    aula,  raggiunto  tale  punto  l’insegnante  di  ogni  classe provvederà a fare l’appello  dei  propri studenti e compilerà il modulo n° 1  che consegnerà al responsabile del punto di raccolta.
7) Il responsabile del punto di raccolta esterno ricevuti tutti  i moduli di verifica degli insegnanti,  compilerà a sua volta  il modulo n°  2  che consegnerà al capo dell’istituto  per la verifica finale dell’esito dell’evacuazione.

ISTRUZIONI DI SICUREZZA - EDIFICIO SCOLASTICO



NORME  DI  COMPORTAMENTO  IN  CASO  DI  PERICOLO CAPO DELL 'ISTITUTO

All'insorgere di un pericolo :

        1) - DIRIGETEVI CON UNO O PIU' AIUTANTI VERSO IL LUOGO DEL PERICOLO  E CERCATE         
               DI  ELIMINARLO ;

        2) - SE NON CI RIUSCITE,CHIAMATE I SOCCORSI :
                
               POLIZIA        113
               CARABINIERI      112   
               VIGILI  DEL  FUOCO  115
               AMBULANZA     118
 
        3) - NEL CASO DI PERICOLO DI GRAVE ENTITA',DATE L'ORDINE DI EVACUARE L’EDIFICIO ,
               ATTUANDO LA PROCEDURA D'EMERGENZA PRESTABILITA ;

        4) - DIRIGETEVI VERSO L'INGRESSO PRINCIPALE DELL'EDIFICIO ED ATTENDETE  I  
               SOCCORSI.AL LORO ARRIVO INDICATEGLI IL LUOGO DEL SINISTRO;

        5) - ATTENDETE IN QUESTO POSTO LE COMUNICAZIONI CHE VI SARANNO TRASMESSE DAI
               RESPONSABILI DEI PUNTI DI RACCOLTA.
               IN CASO DI SMARRIMENTO DI QUALSIASI PERSONA, PRENDETE TUTTE LE INFORMAZIONI
               NECESSARIE E COMUNICATELE ALLE SQUADRE DI SOCCORSO, AL FINE DELLA LORO
               RICERCA.




IN  CASO  DI  INCENDIO  RICORDARSI  DI  :

        1) - CAMMINARE CHINATI E DI RESPIRARE TRAMITE UN FAZZOLETTO, PREFERIBILMENTE   
               BAGNATO,NEL CASO VI SIA PRESENZA DI FUMO LUNGO IL PERCORSO DI FUGA;  
             
        2) - NON USARE MAI L'ASCENSORE;

        3) - NON USCIRE DALLA STANZA SE I CORRIDOI SONO INVASI DAL FUMO;

        4) - SIGILLARE OGNI FESSURA DELLA PORTA, MEDIANTE ABITI BAGNATI;

        5) - NON APRIRE LE FINESTRE.     


ISTRUZIONI DI SICUREZZA - EDIFICIO SCOLASTICO


NORME  DI  COMPORTAMENTO  IN  CASO  DI  PERICOLO

RESPONSABILI DEI PUNTI DI RACCOLTA

   All'ordine di evacuazione dell'edificio:

        1)       NEL CASO NON SIATE INSEGNANTI :
                
            - DIRIGETEVI VERSO IL PUNTO DI RACCOLTA PERCORRENDO L'ITINERARIO PREVISTO DALLE
              PLANIMETRIE DI PIANO ;
               
           - ACQUISITE,DAGLI INSEGNANTI DI OGNI CLASSE,LA PRESENZA DEI LORO STUDENTI E
              TRASCRIVETELA NELL'APPOSITO MODULO ; ( NEL CASO  QUALCHE PERSONA NON RISULTI
              ALLA VERIFICA, PRENDETE TUTTE LE INFORMAZIONI NECESSARIE E TRASAMETTETELE AL
              CAPO DELL'ISTITUTO )  ;
 
           - COMUNICATE AL CAPO DELL'ISTITUTO LA PRESENZA COMPLESSIVA DEGLI STUDENTI ;
                       
        2)      NEL CASO SIATE INSEGNANTI :
                               
           - EFFETTUATE L' EVACUAZIONE DELLA VOSTRA CLASSE ,COME PREVISTO DALLA                
              PROCEDURA D'EMERGENZA ;                               
                
           - ARRIVATI AL PUNTO DI RACCOLTA, PROCEDETE SECONDO QUANTO PREVISTO AL PUNTO 1) ;
              



         IN  CASO  DI  INCENDIO  RICORDARSI  DI  :

        1) - CAMMINARE CHINATI E DI RESPIRARE TRAMITE UN FAZZOLETTO, PREFERIBILMENTE
               BAGNATO,NEL CASO VI SIA PRESENZA DI FUMO LUNGO IL PERCORSO DI FUGA ;  
             
        2) - NON USARE MAI L'ASCENSORE ;

        3) - NON USCIRE DALLA STANZA SE I CORRIDOI SONO INVASI DAL FUMO  ;

        4) - SIGILLARE OGNI FESSURA DELLA PORTA,MEDIANTE ABITI BAGNATI ;

        5) - NON APRIRE LE FINESTRE.    

SCHEDA  N° 3

ISTRUZIONI DI SICUREZZA - EDIFICIO SCOLASTICO


NORME  DI  COMPORTAMENTO  IN  CASO  DI  PERICOLO

PERSONALE NON DOCENTE DI SEGRETERIA

All'ordine di evacuazione dell'edificio:

        1) - ABBANDONATE IL VOSTRO UFFICIO EVITANDO DI PORTARE OGGETTI PERSONALI CON        
               VOI ( eventualmente prendete il solo soprabito ) ;  
               
        2) - CHIUDETE LA PORTA E DIRIGETEVI VERSO IL PUNTO DI RACCOLTA,      
              ( N.B. seguite l'itinerario prestabilito dalle planimetrie di piano ) ;


                                                       
In caso d'incendio nel vostro ufficio,provvedete a:

        1) - SPEGNERLO MEDIANTE L'USO DI UN ESTINTORE,.SE NON SIETE NELLA CONDIZIONE DI
               EFFETTUARE QUESTA PROCEDURA,CERCATE AIUTO ;

        2) - AVVERTIRE IMMEDIATAMENTE IL CAPO DELL'ISTITUTO  IN CASO DI INCENDIO DI
               VASTE PROPORZIONI.                 



         IN  CASO  DI  INCENDIO  RICORDARSI  DI  :

        1) - CAMMINARE CHINATI E DI RESPIRARE TRAMITE UN FAZZOLETTO,
               PREFERIBILMENTE BAGNATO,NEL CASO VI SIA PRESENZA DI FUMO    
               LUNGO IL PERCORSO DI FUGA ;  
             
        2) - NON USARE MAI L'ASCENSORE ;

        3) - NON USCIRE DALLA STANZA SE I CORRIDOI SONO INVASI DAL FUMO ;

        4) - SIGILLARE OGNI FESSURA DELLA PORTA,MEDIANTE ABITI BAGNATI ;

        5) - NON APRIRE LE FINESTRE.             
        

ISTRUZIONI DI SICUREZZA - EDIFICIO SCOLASTICO


NORME  DI  COMPORTAMENTO  IN  CASO  DI  PERICOLO

PERSONALE NON DOCENTE DI PIANO
 
All'insorgere di un pericolo:

        1) - INDIVIDUATE LA FONTE DEL PERICOLO,VALUTATENE L'ENTITA'  E SE CI RIUSCITE CERCATE
               DI FRONTEGGIARLA ;

        2) - SE NON CI RIUSCITE, AVVERTITE IMMEDIATAMENTE IL CAPO DELL'ISTITUTO ED      
              ATTENETEVI  ALLE DISPOSIZIONI IMPARTITE ;

All'ordine di evacuazione dell'edificio:

        1) - TOGLIETE LA TENSIONE ELETTRICA AL PIANO AGENDO SULL'INTERRUTTORE SEGNALATO
                NELLA PLANIMETRIA DI PIANO ;  
               
        2) - FAVORITE IL DEFLUSSO ORDINATO DEL PIANO ( eventualmente aprendo le porte di uscita contrarie
               al verso dell’esodo ) ;

        3) - INTERDITE L'ACCESSO ALLE SCALE ED AI PERCORSI NON DI SICUREZZA ;

        4) - DIRIGETEVI,AL TERMINE DELL'EVACUAZIONE DEL PIANO,VERSO IL PUNTO DI RACCOLTA
               ESTERNO PREVISTO DALLE PLANIMETRIE DI PIANO .  
                               
                                                      
                


         IN  CASO  DI  INCENDIO  RICORDARSI  DI  :

        1) - CAMMINARE CHINATI E DI RESPIRARE TRAMITE UN FAZZOLETTO,PREFERIBILMENTE
              BAGNATO,NEL CASO VI SIA PRESENZA DI FUMO  LUNGO IL PERCORSO DI FUGA ;  
             
        2) - NON USARE MAI L'ASCENSORE ;

        3) - NON USCIRE DALLA STANZA SE I CORRIDOI SONO INVASI DAL FUMO ;

        4) - SIGILLARE OGNI FESSURA DELLA PORTA,MEDIANTE ABITI BAGNATI ;

        5) - NON APRIRE LE FINESTRE.

PREMESSA

Anche  nelle  strutture  ben  gestite  ed  organizzate  esistono cause potenziali che possono determinare il verificarsi di un  incendio.  L’incendio,  una  volta  innescato,  produce calore, gas tossici ed ingenti quantità di fumo.
L’incendio  può  propagarsi  orizzontalmente,  attraverso  le porte  lasciate  aperte  e  verticalmente,  attraverso  le  scale non protette, impedendo alle persone di utilizzare le vie di esodo.
É ormai comprovato che l’inalazione dei fumi e dei gas  tossici è la principale causa di morte in caso di incendio negli edifici.
Per  garantire  la  sicurezza  delle  persone  presenti  in  una  struttura  ricettiva,  in  caso  di  incendio, occorre tenere presente che:
•  gli  ospiti  possono  essere  persone  anziane,  bambini  o  persone  disabili  che  necessitano  di
assistenza;
•  gli ospiti o le altre persone presenti occasionalmente in albergo possono non conoscere i luoghi;
•  il  personale  dipendente  espleta  normalmente  il  servizio  con  turnazioni  e  questo  comporta  la necessità di fornire a tutti adeguate informazioni.



PIANO DI SICUREZZA E DI EMERGENZA

Tutti  gli  adempimenti  di  sicurezza  devono  essere  opportunamente  pianificati  in  un  documento
organizzativo-gestionale, detto piano di sicurezza, che specifichi:

•  i controlli
•  gli interventi manutentivi
•  l’addestramento del personale
•  l’informazione agli ospiti
•  le procedure da attuare in caso di incendio (piano di emergenza)

La finalità principale del piano di emergenza è invece quella di assicurare che, in caso di incendio, ognuno  conosca  le  azioni  che  deve  attuare  per  garantire  (innanzitutto)  la  sicura  evacuazione dell’edificio.

I fattori da tenere presenti nel predisporre un piano di emergenza sono:

•  le caratteristiche dei luoghi;
•  i sistemi d’allarme;
•  il numero di persone presenti e la loro ubicazione;
•  le necessità di assistenza particolari per alcuni soggetti (disabili, anziani, bambini, etc.);
•  il livello di addestramento fornito al personale;
•  il numero di incaricati all’assistenza degli ospiti nella evacuazione;
•  la presenza di appaltatori esterni (addetti alle pulizie, manutentori).

Il piano deve essere basato su chiare istruzioni scritte e deve includere:

•  i  doveri  del  personale  cui  sono  affidati  particolari  adempimenti  o  responsabilità  in  caso  di incendio;
•  le misure per assicurare una corretta informazione;
•  le  misure  da  attuare  nei  confronti  delle  persone  più  a  rischio  (disabili,  appaltatori,  visitatori, ospiti);
•  le specifiche misure per le aree a maggior rischio di incendio;
•  le procedure per la chiamata dei Vigili del Fuoco e per fornire la necessaria informazione ed assistenza al loro arrivo.

Nelle piccole strutture il piano può essere limitato a degli avvisi scritti comportamentali.

Per  i  luoghi  di  maggiori  dimensioni  o  più  complessi,  il  piano  di  emergenza  deve  includere  una planimetria nella quale sono riportate:
•  le caratteristiche dei luoghi e vie di esodo;
•  i mezzi di spegnimento (tipo, numero ed ubicazione);
•  l’ubicazione degli allarmi e della centrale di controllo;
•  l’ubicazione  dell’interruttore  generale  dell’alimentazione  elettrica,  delle  valvole  di
intercettazione delle adduzioni idriche, gas e fluidi combustibili.



       


 
Torna ai contenuti | Torna al menu