Come indossare i guanti sterili - L'abc dell'operatore socio sanitario

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Come indossare i guanti sterili

Procedure OSS > Gestione del materiale sterile

Obiettivi

Infilare i guanti sterili senza contaminarli.
Proteggere l’operatore dal pericolo di contagio da materiale infetto.
Prevenire le infezioni causate dai microrganismi che possono trovarsi sulle mani dell’operatore, anche se lavate.

Considerazioni sull’affidamento al personale OSS

La procedura di indossare e rimuovere i guanti sterili può essere affidata al personale OSS. Tuttavia, molte procedure per cui è necessario utilizzare guanti sterili non sono affidabili al personale di supporto.

Materiali

Confezione di guanti sterili di taglia appropriata: in lattice

Procedura (Azioni e motivazioni)

I guanti sterili monouso sono confezionati in apposito involucro e sono di misure diverse.  ( Scegliere i guanti appropriati per taglia e tipo, la probabilità di contaminazione è inferiore se si utilizzano guanti di tipo e taglia appropriati)
Prima di indossare i guanti in lattice, valutare se il paziente presenta i seguenti fattori di rischio:   pregressa reazione ai seguenti materiali; ( Ciò determina il livello di rischio di allergia al lattice della persona e la necessità di utilizzare guanti sintetici privi di lattice).
Lavarsi le mani. Riduce il numero dei batteri sulle superfici cutanee e riduce la trasmissione delle infezioni.la data di scadenza della sterilizzazione e l’integrità  dell’involucro, verificare che la confezione sia asciutta .( Le confezioni aperte o umide sono da considerarsi contaminate).
Aprire il pacco che contiene i guanti, prendere la busta e appoggiarla su una superficie pulita e asciutta.la busta toccando solo le parti piegate, se vi sono delle etichette numerate aprire in ordine numerico. L’appropriata identificazione dei guanti previene la contaminazione dovuta a vestizione  scorretta. Indossare per primo il guanto della mano dominante migliora la destrezza.la mano dominante prendere il guanto dal lato ripiegato che corrisponde alla zona che ricopre il polso.con cautela la mano nel guanto.le dita della mano inguantata all’interno della piega dell’altro guanto e farlo scivolare con cautela sopra le dita della mano scoperta.il guanto per coprire la mano, sistemare i guanti in modo che le mani e le dita stiano comode.
Far passare le dita lungo la ripiegatura del bordo per rialzarla verso l’alto senza contaminare le dita .

Importante
Utilizzare guanti di tipo e taglia appropriati.
Verificare l’integrità della confezione che contiene i guanti e la data della scadenza della sterilità.
Non è necessario registrare l’indossare i guanti.
Se la superficie esterna del guanto viene a contatto con la mano o con il polso, essa è contaminata.

Approfondimento
TIPI DI GUANTI

I guanti utilizzati in ambiente sanitario sono sostanzialmente di tre tipi:
1) .  DPI Sterili;
2)   DPI non sterili  e da esplorazione;
3)   DPI per attività che non prevedono il contatto col paziente.

 GUANTI  DPI STERILI  
La sterilità di questi guanti svolge la funzione di protezione del paziente.
La certificazione quale DPI fornisce una protezione di barriera all’operatore sanitario.
Essi  infatti  devono  ridurre  la  probabilità  che  microrganismi  presenti  sulle  mani  dell'operatore  sanitario  vengano trasmessi al paziente nel corso di procedure invasive o altre procedure assistenziali che comportano il contatto con mucosa non integra e cute non integra del paziente. Per questa ragione devono essere sterili.
I guanti sterili  hanno la funzione prevalente di prevenire le infezioni nel paziente.

Pertanto all'atto dell'acquisto:
deve essere richiesta la marcatura CE come DPI di III categoria, la sterilità e la conformità alla norma UNI  EN 374 (parti 1,2,3); essere richiesta la documentazione; attestante che la quantità di proteine estraibili in soluzione acquosa nei guanti a base di gomma naturale sia minore di 10 µg di proteine per g di guanto (ovvero 2 µg di proteine per ml estratto) in funzione del peso del guanto; attestante la valutazione relativa alla quantità di allergeni presenti nel caso di guanto in lattice naturale.
I guanti sterili differiscono per:
 materiale di composizione (lattice, polimeri sintetici con caratteristiche merceologiche simili al lattice,
polietilene)
 biocompatibilità (presenza e quantità di residui sensibilizzanti -proteine del lattice, additivi chimici)
 sagomatura (forma anatomica o no, destra e sinistra o ambidestri, pollice anteposto o no, aderenti o no, varietà di taglie)  
 caratteristiche e prestazioni (spessore, elasticità e resistenza alla trazione che determinano: calzabilità,
manualità, confortevolezza, resistenza alla rottura; impermeabilità ai virus)
 grado di qualità AQL (percentuale tollerata di difetti inapparenti all'esame visivo)
 lubrificazione (polveri vegetali, gel di poliuretani)

Le manovre assistenziali da effettuare in sterilità si dividono in:
 Manovre che richiedono l'uso di guanti chirurgici
 Manovre che non richiedono l’uso di guanti chirurgici
Quelle del primo tipo devono garantire, oltre alla sterilità:
 manualità elevata (sensibilità, destrezza, precisione, presa)
 resistenza elevata (alle sollecitazioni meccaniche, alla durata d'uso)
Quelle che richiedono uso di guanti sterili ma non chirurgici non richiedono manualità particolarmente elevata e non durano tempi particolarmente lunghi. Per queste attività si impiegano guanti sterili in materiali diversi (vinile, nitrile, lattice, polietilene. In particolare le manovre assistenziali che richiedono limitata manualità e sono di breve durata possono essere svolte con guanti sterili in polietilene.
. GUANTI STERILI CHIRURGICI   
Manovre assistenziali che richiedono guanti chirurgici
Le manovre assistenziali da eseguire con i guanti chirurgici sono quelle che devono garantire, oltre alla sterilità:
 manualità elevata (sensibilità, destrezza, precisione, presa)
resistenza elevata (alle sollecitazioni meccaniche, alla durata d'uso)
Manovre da eseguire indossando guanti sterili chirurgici:
I guanti sterili  presentano le seguenti alternative:
-   Composti di:
-  Lattice
-   Lattice deproteinizzato
-  Lattice c.d. "ipoallergenico"
-   Polimeri sintetici:
-  Policloroprene (Neoprene, Duraprene)
-  Stirene-Butadiene
-  Stirene-Isoprene-Stirene
-  Stirene-Etilene-Butadiene
-  Stirene-Etilene-Butilene-Stirene
-  Poliisoprene
 Lubrificati:
-  con rivestimento di polimeri sintetici (senza polvere)
-  con polvere vegetale (amido di mais) (con polvere)

Spessore standard, ultraspesso, ultrasottile

 

Manichetta extralunga (c.d. guanti da Ginecologia)
 Doppio strato (lattice esterno più strato interno sintetico)
  Doppio strato con indicatore di avvenuta foratura

Tipi di guanti chirurgici:
a. GUANTI CHIRURGICI IN LATTICE
L’evoluzione della tecnica ha reso disponibili sul mercato un tipo di guanti realizzato con una formulazione di disinfezione immessa nella matrice polimerica che è in grado di diminuire di circa l’80% il rischio di infezione  in caso di lacerazione. La caratteristica di questi guanti  li qualifica come un’ulteriore misura di sicurezza e tutela della salute, e  va segnalato che sono disponibili anche sterili per l’attività chirurgica; tale tipologia verrà utilizzata laddove la tipologia di intervento comporta un alto rischio di lacerazione.
1    Intervento chirurgico
2    Cateterismo arterioso e venoso centrale
I  guanti  chirurgici  in  lattice  possiedono  migliori  caratteristiche  di  elasticità,  calzabilità,  vestibilità,  confortevolezza, manualità, resistenza alle sollecitazioni meccaniche. Presentano spessore differenziato (più sottili in punta per favorire la  manualità),  che  può  essere  ulteriormente  differenziato  in  relazione  all'impiego  (più  spessi  in  ortopedia  per  il maggior rischio di perforazione/lacerazione da spicole ossee, più sottili in microchirurgia per favorire ulteriormente la manualità). Dal punto di vista economico sono i più vantaggiosi fra i guanti chirurgici.
Tuttavia causano con discreta frequenza sensibilizzazione negli utilizzatori, che può essere di due tipi:
SENSIBILIZZAZIONE ALLE PROTEINE DEL LATTICE
E’ la forma più grave, sostenuta dalla presenza nel soggetto sensibilizzato di IgE specifiche che scatenano reazioni allegiche del I tipo (allergia IgE-mediata).
SENSIBILIZZAZIONE AD ADDITIVI DELLA GOMMA (carbamati, tiuramici, mercaptani, parafenilendiamina, etilendiamina). Questa allergia si esprime esclusivamente a livello della cute, di solito di mani e polsi. E' sostenuta da reazioni immunologiche del IV tipo (allergia cellulo-mediata).
Le  presenti  indicazioni  d’uso  prevedono  che  in  condizioni  standard  i  guanti  chirurgici  da  utilizzare  sono  quelli  in lattice.
GUANTI CHIRURGICI SINTETICI
Possono  essere  costituiti  da  copolimeri  diversi  (v.  elenco  precedente).  L'obiettivo  è  ottenere  dei  manufatti  che presentino  le  stesse  caratteristiche  merceologiche  del  lattice,  ma  che,  essendo  totalmente  esenti  dalle  proteine allergogene  dello  stesso,  possano  stare  a  contatto  dei  soggetti  sensibilizzati,  sia  pazienti  che  operatori,  senza  che costoro corrano alcun rischio di manifestazioni avverse.
Tuttavia  anche  per  la  fabbricazione  dei  guanti  chirurgici  sintetici  sono  impiegate  sostanze  chimiche  che  possono causare nell'operatore allergie cutanee cellulo-mediate. I limiti più importanti all'impiego di questi guanti derivano dal fatto che per i polimeri attualmente utilizzati la tensione di rottura ed il limite elastico sono inferiori a quelli del lattice
determinando minori manualità e confortevolezza, e soprattutto minore sicurezza per gli operatori, dato che sono più soggetti a rottura durante l'uso. Un altro aspetto critico è il costo, sia unitario (quello del singolo paio è dalle tre alle dieci volte superiore al lattice) sia complessivo (durante un singolo intervento chirurgico ne vengono utilizzati un numero di paia tre-quattro volte superiore al lattice, perché si rompono).
Le presenti indicazioni d’uso prevedono l'utilizzo di guanti chirurgici sintetici nei seguenti casi:
1. paziente sensibilizzato alle proteine del lattice (allergia IgE-mediata)
2. operatore sanitario sensibilizzato alle proteine del lattice (allergia IgEmediata) solo se sintomi lievi limitati alla cute delle mani e tassativa assenza di sintomi cutanei ingravescenti o in altre sedi e/o sintomi extracutanei quali oculorinite o asma bronchiale.
GUANTI CHIRURGICI  “IPOALLERGENICI
Vengono così denominati alcuni tipi di guanti che, avendo subito alla fine del processo di fabbricazione un trattamento di  lavaggio  più  prolungato  dell'usuale,  presentano  nel  manufatto  finito  una  quantità  di  residui  di  additivi particolarmente bassa presentano nel manufatto finito una quantità di residui di additivi particolarmente bassa, e quindi sarebbero più biocompatibili dei guanti standard.
In realtà il termine "ipoallergenici" è del tutto generico, non essendo mai stata indicata da alcuna fonte una soglia quantitativa di allergeni residui, o alcuna altra caratteristica, che consenta di classificare correttamente questo tipo di guanti.
Ancora  più  importante,  non  è  a  tutt'oggi  possibile  per  nessuno  degli  allergeni  in  causa  individuare  una  soglia quantitativa al di sotto della quale si possa essere certi che i soggetti sensibilizzati non svilupperanno manifestazioni avverse.
Le presenti indicazioni d’uso non individuano situazioni in cui l'uso di guanti "ipoallergenici" presenti dei vantaggi sostenuti  da  studi  sperimentali,  clinici  o  epidemiologici,  da  solide  valutazioni  teoriche,  o  da  concordanza  circa l'efficacia; pertanto non ne indicano l'uso in alcuna circostanza.
GUANTI CHIRURGICI IN LATTICE DE PROTEINIZZATO

Questi  guanti  chirurgici  sono  fabbricati  con  un  lattice  di  gomma  naturale  altamente  raffinato  e  de  proteinizzato mediante trattamento con enzimi. Questo materiale è il prodotto finale di un processo che riduce le proteine estraibili del lattice presenti nel materiale grezzo del 90%. Nei

guanti finiti il livello di proteine estraibili del lattice è al di sotto della  soglia  di  misura.  Questi  guanti  riducono  l'esposizione  alle  proteine  allergogene  dei  pazienti  e  degli  operatori riducendo così la probabilità di nuovi casi di allergia al lattice. Tuttavia i pazienti e gli operatori sanitari già sensibilizzati al lattice devono essere protetti da reazioni avverse con guanti sintetici, non con guanti deproteinizzati.
 A parità di altre prestazioni e di costo, i guanti chirurgici di lattice deproteinizzato sono preferibili ai guanti di lattice standard dal punto di vista della biocompatibilità. Tuttavia le presenti indicazioni d’uso valutano che  questo  vantaggio  non  è  così  comprovato  o  di  entità  tale  da  controbilanciare  eventuali  confronti svantaggiosi dal punto di vista delle altre prestazioni o dei costi.
GUANTI IN COTONE
Sono talvolta richiesti da singoli operatori i guanti di cotone. Da taluni sono usati sotto il guanto chirurgico per motivi
di comfort. Si deve sottolineare che, mentre possono essere utili per assorbire il sudore, non hanno alcuna valenza
protettiva nei confronti delle allergie, in quanto non sono in grado di impedire il passaggio degli allergeni dal guanto
alla cute. In altri casi sono usati, previa sterilizzazione, sopra il guanto chirurgico, per migliorare la presa, ad esempio
sulle anse intestinali.
Le presenti indicazioni d’uso non ritengono che questo tipo di impieghi siano sostenuti da evidenze sperimentali
cliniche o epidemiologiche, pertanto le valutazioni in merito all’appropriatezza dell’utilizzo vengono demandate alle
singole aziende.
GUANTI CHIRURGICI DA RISERVARE A SITUAZIONI PARTICOLARI
Esistono  in  commercio  e  sono  talvolta  richiesti  da  singoli  operatori  guanti  sterili  chirurgici  con  caratteristiche particolari, quali le seguenti:
• “ultraspessi”, “ultrasottili” (c.d. “per Ortopedia”, “per Microchirurgia”)
• Zigrinati
• Lunghezza manichetta aumentata (c.d. “per Ginecologia”)
• Doppio strato (lattice esterno e strato interno sintetico)
• Doppio guanto con indicatore di avvenuta foratura
Le presenti indicazioni d’uso non individuano situazioni in cui l’impiego di queste tipologie di guanti sia sostenuto da  evidenze  sperimentali  cliniche  o  epidemiologiche,  pertanto  le  valutazioni  in  merito  all’appropriatezza dell’utilizzo vengono demandate alle singole aziende
GUANTI CHIRURGICI SENZA POLVERE
Storicamente  la  polvere  (dapprima  talco,  poi  soprattutto  amido  di  mais)  è  stata  usata  per  facilitare  il  distacco  del guanto dalla forma durante il processo di fabbricazione e per facilitare la calzata dello stesso. Successivamente sono state sviluppate diverse tecnologie di rivestimento per ridurre la quantità di polvere o per sostituirla. Attualmente i guanti  senza  polvere  sono  prodotti  applicando  un  rivestimento  di  polimeri  sintetici  (idrogel,  polimeri  acrilici, poliuretanici, siliconici o miscele: il tipo di polimero usato dipende dall’uso cui è destinato il guanto, dal materiale di cui è costituito e da altre specifiche del processo di produzione). Ciò è seguito da processi post formatura quali la clorinazione (che ossida la superficie del guanto in modo da ridurne la appiccicosità) e la lubrificazione. L’indossabilità dei guanti senza polvere risulta un po’ diversa a seconda delle caratteristiche chimiche  e fisiche del materiale del guanto e del lubrificante impiegato (composizione, spessore, densità, eccetera). I guanti senza polvere hanno  caratteristiche  di  biocompatibilità  significativamente  superiori  rispetto  a  quelli  con  polvere  per  i  seguenti documentati motivi:
A   non causano microtraumi meccanici:
 riducono significativamente il rischio di dermatosi irritative;
 riducono la penetrazione nella cute di antigeni e quindi il rischio di dermatosi allergiche;
B.  non concentrano le proteine del lattice:
 riducono il rischio di sensibilizzazione dell'operatore;
C.  non veicolano in aria le proteine del lattice:
 eliminano il rischio di sensibilizzazione degli operatori attraverso la via mucosa;
 eliminano il rischio di reazioni avverse IgE-mediate in sedi extracutanee negli operatori già sensibilizzati.
Dal punto di vista dell’indossabilità e della confortevolezza alcuni operatori preferiscono i guanti senza polvere mentre altri quelli con polvere. A favore dei primi gioca soprattutto l'assenza di irritazione meccanica, a favore dei secondi la maggiore indossabilità soprattutto quando la cute delle mani non è perfettamente asciutta.
Le presenti indicazioni d’uso valutano che i vantaggi documentati in termini di biocompatibilità dei guanti senza polvere siano così rilevanti da indicarli come il guanto chirurgico standard.
GUANTI CHIRURGICI CON POLVERE
Per facilitare la calzata del guanto all'interno dello stesso vengono distribuite sostanze che aumentano lo scorrimento (lubrificanti). L'uso del talco (silicati o ossidi di magnesio) è stato da tempo abbandonato in quanto provoca reazioni granulomatose  nei  tessuti  del  paziente.  Nei  guanti  con  polvere  attualmente  viene  impiegato  come  lubrificante soprattutto l'amido di mais. Questo lubrificante non contiene proteine, ma solo polimeri del glucosio e tracce (< 2%) di ossido di magnesio e fosfato di calcio.
Il ruolo della polvere di mais nella sensibilizzazione è irrilevante. E' invece ben documentato che l'assorbimento di antigeni  del  lattice  alle  particelle  di  amido  contribuisce  alla  concentrazione  degli  antigeni  stessi  e  ne  facilita  la dispersione in aria.
E' stato documentato che in talune circostanze la concentrazione di proteine allergogene del lattice nell'aria di una sala operatoria può essere superiore a quella che si trova nell'eluato di guanto dopo una notte di incubazione. Questa
presenza  da  un  lato  aumenta  il  rischio  di  sensibilizzazione  attraverso  il  contatto  delle  proteine  allergeniche  con  le
mucose congiuntivali, orali e respiratorie, dall'altro causa reazioni allergiche IgE mediate extracutanee negli operatori già sensibilizzati.
Infine l'amido di mais, che dovrebbe essere presente in forma di piccolissime sferule, talora assume invece la forma di micro-prismi che danneggiano la cute per effetto meccanico, provocando dermatosi irritative e favorendo anche la
penetrazione nella cute di antigeni (proteine del lattice ed additivi chimici dei guanti) e quindi dermatosi allergiche (del I tipo e del IV tipo).


GUANTI STERILI NON CHIRURGICI
Manovre assistenziali che richiedono guanti sterili non chirurgici.
Alcune manovre assistenziali richiedono sterilità, tuttavia i guanti sterili non devono necessariamente essere del tipo
chirurgico,  perché  tali  manovre  non  richiedono  manualità  particolarmente  elevata  e  non  durano  tempi


particolarmente lunghi. Per queste attività si impiegano:
 guanti sterili in materiali diversi
 guanti sterili in polietilene

Tipi di guanti sterili non chirurgici:
a.  GUANTI DA ESPLORAZIONE STERILI NON CHIRURGICI DI VINILE
In commercio sono di norma reperibili guanti da esplorazione sterili di vinile o di lattice.
La norma di riferimento per questi guanti è sempre la EN 455 mentre la classificazione risulta essere differente per l'utilizzo previsto diverso. I guanti da esplorazione sterili devono essere utilizzati al posto dei guanti chirurgici (spesso utilizzati  in  maniera  inappropriata  al  di  fuori  della  sala  operatoria)  per  manovre  sterili  diverse  dall’intervento chirurgico e dall’inserimento del catetere venoso centrale.
Manovre/tipo in cui è appropriato indossare guanti sterili non chirurgici di vinile:
Per questa tipologia di guanti appare più opportuno il confezionamento doppio.
1 Medicazione di cateterismo arterioso e venoso centrale, prelievi e sostituzione di circuiti di idratazione
2 Punture esplorative/evacuative (rachicentesi, toracentesi, paracentesi, ecc.);
3 Endoscopia operativa, laparoscopia, amniocentesi, isteroscopia, endoscopia urologica;
4 Intubazione endotracheale;
5 Medicazione di ustioni, di decubiti critici;
6 Prelievi bioptici.  

Per quanto riguarda la scelta fra vinile e lattice, le presenti indicazioni d’uso prescrivono di utilizzare il vinile per le ragioni di biocompatibilità che sono più dettagliatamente espresse in seguito
b.  GUANTI STERILI NON CHIRURGICI IN POLIETILENE (PE)
Il polietilene è un polimero dell’etilene. Questi guanti sono trasparenti, lisci, ambidestri, grossolanamente sagomati,
costituiti da due fogli di polietilene saldati oppure privi di saldature. All'interno non presentano lubrificanti di alcun tipo.
I  limiti  dei  guanti  di  polietilene  derivano  dall'essere  sottili,  corti,  poco  elastici  e  poco  aderenti  alla  mano;  se termosaldati spesso il margine della saldatura è in rilievo con rischio di creare microtraumi su mucose o tessuti in fase di cicatrizzazione, e di scollarsi se sottoposti a trazione; la superficie liscia impedisce una presa ottimale. Essi pertanto possono essere impiegati solo per l'esecuzione di manovre in cui la manualità richiesta non è elevata, come pure non sono elevate le sollecitazioni meccaniche e la durata d'uso.
I vantaggi consistono nella facile calzabilità e soprattutto nell'elevata biocompatibilità che deriva dai seguenti aspetti:
 il polietilene è un materiale biologicamente inerte;
 non ci sono sostanze aggiunte a scopo lubrificante;
 la scarsa aderenza evita il disagio da compressione;
 la scarsa aderenza favorisce la dispersione del
sudore, riducendo la macerazione della cute.

Le presenti Indicazioni d’uso prevedono di usare guanti sterili  di  polietilene  in  tutte  le  circostanze  in  cui  le caratteristiche  delle  attività  da  svolgere  lo  consentono (manualità,  sollecitazioni  meccaniche,  durata),  poiché  sono  i  più  biocompatibili,  oltre  che  economicamente  più vantaggiosi.
Manovre/tipo per cui è appropriato indossare guanti sterili non chirurgici in polietilene:
Pulizia pielostomie e nefrotomia


 
 
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