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Prova orale ASL 8 Cagliari
La commissione esaminatrice rivolge al candidato questa domanda :
Assistenza al paziente con morbo di Parkinsons ;
Quali accorgimenti deve adottare l’operatore socio sanitario con il paziente affetto da morbo di Parkinsons e da Disfagia.
Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa, ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge, principalmente, alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell'equilibrio. La malattia fa parte di un gruppo di patologie definite "Disordini del Movimento" e tra queste è la più frequente.
La malattia di Parkinson: sintomi
Sintomi premonitori
La malattia inizia diversi anni prima della diagnosi:
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Sintomi più caratteristici:
La malattia si manifesta da una parte con disturbi motori caratteristici, sempre descritti, d’altra parte con sintomi diversi, motori o no, segnalati meno spesso, ma che talvolta disturbano la qualità della vita ancora più dei disturbi motori principali. La presenza dei vari sintomi varia da un paziente all’altro. Spesso alcuni di questi sono attribuiti ad altre patologie.
D’altra parte dopo alcuni anni di terapia con la Levodopa e con altri farmaci appaiono effetti collaterali che aggravano l’handicap, la qualità della vita, le difficoltà quotidiane, gli aspetti clinici della malattia.
I principali sintomi corrispondenti ai disturbi motori sono:
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Altri sintomi
Gli altri sintomi, meno spesso citati sono principalmente:
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Dopo un certo periodo di terapia con la Levodopa e gli altri farmaci appaiono effetti collaterali che si ripercuotono su:
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Sono stati descritti almeno 45 sintomi accessori nei pazienti con malattia di Parkinson.
Diversi sintomi sono causati dal trattamento farmacologica.
COS’E’ LA DISFAGIA
La disfagia non è una malattia ma un sintomo e significa difficoltà, impossibilità o rallentamento a deglutire autonomamente per via orale.
PRINCIPALI CAUSE DI DISFAGIA
MALATTIE NEUROLOGICHE quali: ictus, tumori cerebrali, Morbo di Parkinson, Sclerosi Laterale Amiotrofica, paralisi dei nervi cranici, disartria-
MALATTIE ORGANICHE al cavo orale, al faringe, alla laringe, all’esofago
MALFORMAZIONI
TUMORI
RADIOTERAPIA
ESITI DI INTERVENTI CHIRURGICI alle strutture coinvolte nella
deglutizione
MALATTIE SISTEMICHE come ad es. la Distrofia Muscolare.
RISCHI PER LA PERSONA CHE SOFFRE DI QUESTO DISTURBO
PER IL PASSAGGIO DI ALIMENTI SOLIDI O LIQUIDI NELLE VIE RESPIRATORIE fino a raggiungere i polmoni con conseguenze gravi quali la polmonite ab ingestis.
MALNUTRIZIONE calorico-
peso e/o carenza di nutrienti, vitamine, sali minerali.
DISIDRATAZIONE, che, se non trattata può portare a disturbi
dell’apparato urinario, o a stato confusionale.
DEPRESSIONE.
La persona che soffre di disfagia può presentare i seguenti disturbi:
TOSSE specie in coincidenza con l’atto deglutitorio
VOCE GORGOGLIANTE
FEBBRE
RESIDUI ALIMENTARI IN BOCCA E FUORIUSCITA DEL CIBO DAL NASO
RISVEGLIO NOTTURNO PER ECCESSI DI TOSSE E SOFFOCAMENTO
PERDITA DI PESO INSPIEGABILE
Per garantire una corretta nutrizione e un adeguato apporto di liquidi è necessario modificare la consistenza degli alimenti/liquidi al fine di renderli idonei al tipo di disfagia; è quindi indispensabile determinare:
la viscosità del bolo alimentare
il volume
l’omogeneicità
la consistenza
la temperatura
il sapore
NEL CONFEZIONARE le preparazioni nutrizionali si consiglia l’utilizzo di sostanze lubrificanti quali condimenti tipo burro, olio, panna,ecc.
PER DILUIRE si consiglia l’utilizzo di brodi, centrifugati, succhi di frutta, latte.
PER ADDENSARE vengono utilizzate gelatine, farina, fecola, fiocchi di patate, o dei preparati commerciali quale l’amido di mais modificato che permette di mantenere la stessa consistenza nel tempo, mantiene le caratteristiche organolettiche dell’alimento e può essere utilizzato sia nei cibi caldi che nei cibi freddi . La temperatura, colore, sapore, appetibilità risultano indispensabili per favorire l’innesco del riflesso deglutitorio.
QUALCHE ULTERIORE CONSIGLIO FACILITANTE L’ALIMENTAZIONE DELLA PERSONA DISFAGICA
MANGIARE SEDUTO CON UNA CORRETTA POSTURA, gli avambracci ben appoggiati, pianta dei piedi ben appoggiata a terra, testa leggermente flessa in avanti o nella posizione indicata dalla logopedista;
MANTENERE IL RILASSAMENTO del collo, delle spalle e del tronco;
MANGIARE IN UN AMBIENTE TRANQUILLO, privo di distrazioni; CONTROLLARE LA RESPIRAZIONE, non parlare durante il pasto, non leggere, non guardare la TV;
MANGIARE LENTAMENTE E CONCENTRARSI DURANTE LA MASTICAZIONE per formare un bolo singolo e ben compatto;
ESEGUIRE DEI COLPI DI TOSSE VOLONTARI, ad intervalli
regolari, allo scopo di liberare le vie aeree superiori dalla
presenza di eventuale residuo alimentare: la ripresa
dell’alimentazione deve avvenire solo dopo completa detersione;
In caso di tosse riflessa, TOSSIRE ED ASPETTARE FINO ALLA
RIPRESA DEL CONTROLLO VOLONTARIO sulla coordinazione respiratoria e sull’atto deglutitorio;
L’ASSUNZIONE DI LIQUIDI, quando consentita DEVE AVVENIRE LENTAMENTE utilizzando o un cucchiaino o un bicchiere di plastica tagliato; NON ASSUMERE ALIMENTI DI CONSISTENZA DOPPIA, per esempio pastine in brodo o minestra a pezzettini oppure caffelatte con il pane;
CONTROLLARE FREQUENTEMENTE LA PRESENZA O MENO DI RESIDUI DI CIBO IN BOCCA;
ESEGUIRE, ad intervalli regolari, ALCUNE DEGLUTIZIONI “A VUOTO”;
MONITORARE LA QUALITÀ VOCALE: se la voce è “umida” o “gorgogliante” significa che c’è stata penetrazione e cioè residui di cibo sono presenti in corrispondenza delle corde vocali;
IN CASO DI STANCHEZZA INTERROMPERE IMMEDIATAMENTE IL PASTO;
MANTENERE LA POSTURA ERETTA per almeno 20/30 min. dopo la fine del pasto;
LIMITARE AL MASSIMO L’ASSUNZIONE DI FARMACI SEDATIVI DELLA TOSSE;
MONITORARE COSTANTEMENTE OGNI EVENTUALE
RIALZO FEBBRILE ANCHE SE MINIMO.