Eserciziario per OSS 4 - L'abc dell'operatore socio sanitario

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Eserciziario per OSS 4

DOMANDE & RISPOSTE > Occasionali e rare > 1° Parte
 

Prova orale ASL 8 Cagliari
La commissione esaminatrice rivolge al candidato questa domanda :
Assistenza al paziente con morbo di Parkinsons ;

Quali accorgimenti deve adottare l’operatore socio sanitario con il  paziente affetto da  morbo di Parkinsons e  da Disfagia.

Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa, ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge, principalmente, alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell'equilibrio. La malattia fa parte di un gruppo di patologie definite "Disordini del Movimento" e tra queste è la più frequente.

La malattia di Parkinson: sintomi

Sintomi premonitori
La malattia inizia diversi anni prima della diagnosi:
-
Sensazione di affaticamento eccessivo
- Ansia esagerata, scoraggiamento, tendenza alla depressione
- Tendenza ad assumere una postura sbagliata
- Deambulazione faticosa e meno precisa
- Diminuzione della precisione dei gesti
- Tendenza a respirare male e ad utilizzare solo una piccola parte della capacità respiratoria.
- Tendenza alla micrografia
- Indebolimento progressivo dell’olfatto.
- Diminuzione della sonorità della voce
- Altri segni premonitori differenti da un individuo malato all’altro.

Sintomi più caratteristici:
La malattia si manifesta da una parte con disturbi motori caratteristici, sempre descritti, d’altra parte con sintomi diversi, motori o no, segnalati meno spesso, ma che talvolta disturbano la qualità della vita ancora più dei disturbi motori principali. La presenza dei vari sintomi varia da un paziente all’altro. Spesso alcuni di questi sono attribuiti ad altre patologie.
D’altra parte dopo alcuni anni di terapia con la Levodopa e con altri farmaci appaiono effetti collaterali che aggravano l’handicap, la qualità della vita, le difficoltà quotidiane, gli aspetti clinici della malattia.

I principali sintomi corrispondenti ai disturbi motori sono:
- Tremore a riposo degli arti (da 4 a 6 Hz)
- Rigidità muscolare
- Acinesia e bradicinesia
- Alterazione della postura, instabilità. Disturbi dell’equilibrio.
- Disturbi del cammino

Altri sintomi
Gli altri sintomi, meno spesso citati sono principalmente:
- Bloccaggio motorio ( interruzione brusca del movimento in una certa posizione
- Discinesie( movimenti anomali involontari, rapidi e incontrollabili)
- Effetto ON/OFF
- Festinazione (accelerazione progressiva del passo che diminuisce di lunghezza)
- Freezing. Difficoltà di avviare la marcia.
- Instabilità posturale
- Cadute
- Micrografia (scrittura molto piccola)
- Disfonia (disturbi della fonazione)
- Disartria (alterazione della voce, dell’articolazione, della deglutizione)
- Deglutizione difficoltosa
- Scialorrea
- Seborrea
- Sudorazione eccessiva
- Diminuzione dell’espressione del viso. Ipomimie.
- Crampi
- Dolori diversi
- Edemi alle arti inferiori. Gonfiore di piedi e caviglie.
- Sindrome delle gambe senza riposo
- Respirazione difficoltosa
- Disturbi del sonno. Difficoltà ad addormentarsi . Ripetuti episodi di risveglio notturno
- Insonnia
- Apnea durante il sonno
- Ipopnea nel sonno
- Allucinazioni e psicosi.
- Sonnolenza diurna eccessiva
- Stitichezza
- Diarrea
- Nausea. Vomito.
- Disturbi urinari. Incontinenza. Aumento della frequenza minzionale
- Ipotensione ortostatica
- Vertigine e senso di stordimento.
- Disturbi dell’olfatto(perdita parziale o totale)
- Ansia. Depressione
- Disturbi cognitivi. Perdita di memoria.
- Confusione mentale. Demenza.
- Dipendenza
- Disfunzioni sessuali. Eccessi. Impotenza.
- Atteggiamenti compulsivi

Dopo un certo periodo di terapia con la Levodopa e gli altri farmaci appaiono effetti collaterali che si ripercuotono su:
- Altri disturbi motori, discinesie.
- Sistema circolatorio
- Sistema respiratorio
- Apparato digerente
- Sistema nervoso
- Sistema sensitivo
Sono stati descritti almeno 45 sintomi accessori nei pazienti con malattia di Parkinson.
Diversi sintomi sono causati dal trattamento farmacologica.


COS’E’ LA DISFAGIA

La  disfagia non  è  una malattia ma un sintomo e significa difficoltà, impossibilità  o  rallentamento  a  deglutire  autonomamente  per  via orale.

PRINCIPALI CAUSE DI DISFAGIA

MALATTIE  NEUROLOGICHE  quali:  ictus,  tumori  cerebrali, Morbo  di  Parkinson,  Sclerosi  Laterale  Amiotrofica,  paralisi  dei nervi cranici, disartria-discinesia
 MALATTIE  ORGANICHE  al  cavo  orale,  al  faringe,  alla  laringe, all’esofago
 MALFORMAZIONI
 TUMORI
 RADIOTERAPIA
 ESITI DI INTERVENTI CHIRURGICI alle strutture coinvolte nella
deglutizione
 MALATTIE SISTEMICHE come ad es. la Distrofia Muscolare.
RISCHI PER LA PERSONA CHE SOFFRE DI QUESTO DISTURBO
 PER  IL  PASSAGGIO  DI  ALIMENTI  SOLIDI  O  LIQUIDI  NELLE VIE  RESPIRATORIE
 fino  a  raggiungere  i  polmoni  con conseguenze gravi quali la polmonite ab ingestis.
 MALNUTRIZIONE calorico-proteica  con  conseguente  perdita  di
peso e/o carenza di nutrienti, vitamine, sali minerali.
 DISIDRATAZIONE,  che,  se  non  trattata  può  portare  a  disturbi
dell’apparato urinario, o a stato confusionale.
 DEPRESSIONE.

La persona che soffre di disfagia può presentare i seguenti disturbi:
 TOSSE specie in coincidenza con l’atto deglutitorio                  
 VOCE GORGOGLIANTE
 FEBBRE                
 RESIDUI ALIMENTARI IN BOCCA E FUORIUSCITA DEL CIBO DAL NASO
 RISVEGLIO NOTTURNO PER ECCESSI DI TOSSE E SOFFOCAMENTO
 PERDITA DI PESO INSPIEGABILE
Per garantire una corretta nutrizione e un adeguato apporto di liquidi è necessario modificare la consistenza degli alimenti/liquidi al fine di renderli idonei al tipo di disfagia; è quindi indispensabile determinare:
 la viscosità del bolo alimentare
 il volume
 l’omogeneicità
 la consistenza
 la temperatura
 il sapore

NEL  CONFEZIONARE  le  preparazioni  nutrizionali  si  consiglia l’utilizzo  di  sostanze  lubrificanti  quali  condimenti  tipo  burro,  olio, panna,ecc.

PER  DILUIRE  si  consiglia  l’utilizzo  di  brodi,  centrifugati,  succhi  di frutta, latte.
PER ADDENSARE vengono utilizzate gelatine, farina, fecola, fiocchi di  patate,  o  dei  preparati  commerciali  quale  l’amido  di  mais modificato  che  permette  di  mantenere  la  stessa  consistenza  nel tempo, mantiene le caratteristiche organolettiche dell’alimento e può essere utilizzato sia nei cibi caldi che nei cibi freddi . La  temperatura,  colore,  sapore,  appetibilità  risultano  indispensabili per favorire l’innesco del riflesso deglutitorio.
QUALCHE ULTERIORE CONSIGLIO FACILITANTE L’ALIMENTAZIONE DELLA PERSONA DISFAGICA

 MANGIARE  SEDUTO  CON  UNA  CORRETTA  POSTURA,  gli avambracci  ben  appoggiati,  pianta  dei  piedi  ben  appoggiata  a terra,  testa  leggermente  flessa  in  avanti  o  nella  posizione indicata dalla logopedista;
 MANTENERE  IL  RILASSAMENTO  del  collo,  delle  spalle  e  del tronco;
 MANGIARE  IN  UN  AMBIENTE  TRANQUILLO,  privo  di distrazioni;   CONTROLLARE  LA  RESPIRAZIONE,  non  parlare  durante  il pasto, non leggere, non guardare la TV;
 MANGIARE LENTAMENTE E CONCENTRARSI DURANTE LA MASTICAZIONE per formare un bolo singolo e ben compatto;
 ESEGUIRE  DEI  COLPI  DI  TOSSE  VOLONTARI,  ad  intervalli
regolari,  allo  scopo  di  liberare  le  vie  aeree  superiori  dalla
presenza  di  eventuale  residuo  alimentare:  la  ripresa
dell’alimentazione deve avvenire solo dopo completa detersione;
 In caso di tosse riflessa, TOSSIRE ED ASPETTARE FINO ALLA
RIPRESA DEL CONTROLLO VOLONTARIO sulla coordinazione respiratoria e sull’atto deglutitorio;
 L’ASSUNZIONE  DI  LIQUIDI,  quando  consentita  DEVE AVVENIRE  LENTAMENTE  utilizzando  o  un  cucchiaino  o  un bicchiere di plastica tagliato;   NON  ASSUMERE  ALIMENTI  DI  CONSISTENZA  DOPPIA,  per esempio  pastine  in  brodo  o  minestra  a  pezzettini  oppure caffelatte con il pane;
 CONTROLLARE  FREQUENTEMENTE  LA  PRESENZA  O MENO DI RESIDUI DI CIBO IN BOCCA;
 ESEGUIRE,  ad  intervalli  regolari,  ALCUNE  DEGLUTIZIONI  “A VUOTO”;
 MONITORARE  LA  QUALITÀ  VOCALE:  se  la  voce  è  “umida”  o “gorgogliante” significa che c’è stata penetrazione e cioè residui di cibo sono presenti in corrispondenza delle corde vocali;
 IN  CASO  DI  STANCHEZZA  INTERROMPERE IMMEDIATAMENTE IL PASTO;
 MANTENERE  LA  POSTURA  ERETTA  per  almeno  20/30  min. dopo la fine del pasto;
 LIMITARE  AL  MASSIMO  L’ASSUNZIONE  DI  FARMACI SEDATIVI DELLA TOSSE;
 MONITORARE  COSTANTEMENTE  OGNI  EVENTUALE
RIALZO FEBBRILE ANCHE SE MINIMO.


 
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