Eserciziario per OSS 3 - L'abc dell'operatore socio sanitario

Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

Eserciziario per OSS 3

DOMANDE & RISPOSTE > Occasionali e rare > 1° Parte
 

Prova orale ASP Opus Civium
La commissione esaminatrice rivolge al candidato questa domanda :


Diritti e doveri del pubblico dipendente




L'attuale livello di garanzia dei lavoratori è frutto di un percorso che ha visto una graduale conquista di diritti. A tale percorso ha contribuito in maniera fondamentale la capacità dei lavoratori di rappresentare collettivamente - attraverso la costituzione di sindacati - le proprie esigenze. I sindacati svolgono tuttora un ruolo fondamentale nel promuovere e tutelare gli interessi dei lavoratori, compito che realizzano attraverso la stipula dei contratti collettivi e con servizi di assistenza individuale ai lavoratori. Il ruolo fondamentale giocato dal sindacato trova riconoscimento anche nella Costituzione che stabilisce come in Italia l'organizzazione sindacale sia libera; questo significa che chiunque può aderire o meno a un'organizzazione sindacale e che qualsiasi organizzazione sindacale può agire per la tutela degli interessi dei lavoratori che l'hanno costituita.


diritti per il lavoratore


   retribuzione: la Costituzione stabilisce che deve essere proporzionale alla quantità e qualità del lavoro e sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa;
   orario di lavoro: la durata dell'orario normale di lavoro è fissata per legge in un massimo di 40 ore settimanali (tuttavia i CCNL possono prevedere una durata inferiore, ad esempio 38 ore). Le ore di lavoro effettuate in più fino al limite legale di 40 ore saranno considerate lavoro supplementare mentre quelle oltre le 40 ore saranno considerate straordinario. La durata massima della prestazione giornaliera, a seguito della nuova disciplina sull'orario di lavoro, entrata in vigore il 29 aprile 2003, non è più fissata esplicitamente come una volta. Tuttavia, dato che è stabilita la durata minima del riposo giornaliero (che deve essere di almeno 11 ore consecutive ogni 24 ore), si deduce che la prestazione giornaliera non può superare le 13 ore al giorno. Tale disciplina ha anche fissato la durata massima dell'orario di lavoro settimanale, che è stabilita dalla contrattazione collettiva e che, in ogni caso, non può superare la durata media di 48 ore settimanali, comprensive dello straordinario. Lo straordinario deve essere contenuto ed è subordinato all'attuazione di determinate procedure;
   riposo settimanale: il lavoratore ha diritto, ogni sette giorni, ad un periodo di riposo di almeno 24 ore consecutive (in pratica dopo 6 giorni di lavoro vi è normalmente un giorno di riposo), di regola coincidente con la domenica, da cumulare con il riposo giornaliero (pari a 11 ore). A seguito di una modifica apportata dal legislatore, dal 25.06.2008 il riposo settimanale è calcolato come media in un periodo non superiore a 14 giorni (ciò significa che il datore di lavoro ha una maggiore flessibilità nella gestione dei tempi di lavoro, potendo organizzare turni che prevedono lavoro anche per più di 6 giorni consecutivi, purchè nell'ambito di 14 giorni di calendario vi siano 48 ore di riposo) ;
   ferie e festività: sono stabilite dalla legge e dai CCNL. In ogni caso per legge a ciascun lavoratore deve essere garantito un periodo annuale di ferie retribuite non inferiore a 4 settimane. Tale periodo va goduto per almeno due settimane, consecutive in caso di richiesta del lavoratore, entro il 31.12 dell'anno di maturazione e, per le restanti due settimane, nei 18 mesi successivi al termine dell'anno di maturazione, salvo periodi di differimento più ampi previsti dalla contrattazione collettiva. I contratti collettivi possono stabilire periodi di ferie più lunghi. Il periodo minimo di quattro settimane, salvo casi particolari espressamente previsti (ad esempio, ferie residue per cessazione del rapporto di lavoro nel corso dell'anno oppure nei contratti di lavoro a tempo determinato di durata inferiore all'anno), non può essere monetizzato (ossia retribuito con un controvalore in cambio della rinuncia del lavoratore a fruire delle stesse) in quanto vige il principio dell'effettività del loro godimento per un reintegro delle energie psicofisiche del lavoratore. Normalmente le ferie vengono fissate ad inizio anno con la predisposizione del piano ferie che deve essere approvato dal datore di lavoro (in ogni caso la concessione delle ferie, che cercherà di tener conto delle esigenze del lavoratore contemperandole con quelle aziendali, rientra nel potere organizzativo del datore di lavoro);
   congedo matrimoniale: tutti i lavoratori dipendenti hanno diritto, in occasione di matrimonio avente validità civile, ad un congedo retribuito, la cui durata generalmente è stabilita in 15 giorni (di calendario). Il godimento di tale periodo di norma inizia in occasione del matrimonio. Il congedo spetta anche agli apprendisti. Ricordiamo che il licenziamento della lavoratrice per matrimonio (intendendosi per tale quello intimato nel periodo che decorre dalla richiesta delle pubblicazioni fino ad un anno dopo l'avvenuta celebrazione) è nullo;
   maternità/paternità: il Testo unico per la tutela ed il sostegno della maternità e paternità (D.Lgs. 151/2001) prevede varie forme di tutela in materia che vanno dal divieto, in via generale, di licenziamento della lavoratrice madre dall'inizio della gestazione fino al compimento di un anno del bambino (e, in certi casi, del padre lavoratore) alla garanzia di un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro, di uno facoltativo a discrezione della lavoratrice, di una serie di permessi retribuiti e/o non retribuiti per l'assistenza e la cura del bambino (con particolare attenzione ai figli portatori di handicap). Una protezione analoga a quella prevista per la maternità naturale viene sancita in caso di adozione e di affidamento;
   diritto allo studio: se un lavoratore segue corsi scolastici ha diritto ad effettuare turni e orari di lavoro particolari e godere di permessi per frequentare tali corsi;
   malattie ed infortuni sul lavoro/malattie professionali: in caso di malattia o infortunio sul lavoro/malattie professionali viene garantita la conservazione del posto di lavoro per il tempo stabilito dai CCNL (cd. periodo di comporto). Nel caso di malattia il lavoratore ha diritto a ricevere la retribuzione, o un'indennità, nella misura e per il tempo determinati dalla legge, con eventuale integrazione del datore di lavoro stabilita dai contratti collettivi. Vi sono, infatti, casi in cui l'onere retributivo è totalmente a carico del datore di lavoro (malattia non indennizzata dall'Inps), altri (ad esempio operai del settore industria) in cui l'Inps, a partire dal quarto giorno, eroga un'indennità di malattia, che viene generalmente integrata dal datore di lavoro in base a quanto previsto dai CCNL, fino ad un determinato importo, che può essere una quota o il 100% della normale retribuzione. Nel caso di infortunio o malattia professionale, i primi quattro giorni (comprensivi del giorno stesso di infortunio) sono retribuiti dal datore di lavoro, mentre a decorrere del quarto giorno successivo a quello in cui è accaduto l'infortunio/malattia professionale e sino alla guarigione clinica (in questo differenziandosi dall'indennità di malattia Inps che spetta fino ad un massimo di 180 giorni in un anno solare), a carico dell'INAIL (con eventuale integrazione da parte del datore di lavoro nella misura stabilita dalla legge o dai contratti collettivi);
   sicurezza sul lavoro: il datore di lavoro deve attuare le misure necessarie a tutelare la salute e l'integrità fisica del lavoratore, nel rispetto di quanto previsto dal Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/2008, integrato e corretto dal D.Lgs. 106/2009    attività sindacale: il lavoratore ha diritto di aderire ad associazioni sindacali, di manifestare il proprio pensiero e di svolgere attività sindacale;
   sciopero: è un diritto, la retribuzione viene sospesa durante il periodo di sciopero;
   richiamo alle armi: per i lavoratori dipendenti che vengono richiamati alle armi è prevista la conservazione del posto di lavoro e la corresponsione di una indennità da parte dell'Inps (si ricorda che dal 2005 il servizio di leva obbligatorio è stato sospeso ed è stato sostituito con un servizio professionale e volontario);
   parità uomo – donna: alla donna lavoratrice spettano gli stessi diritti che spettano al lavoratore uomo (su questo esiste un apposito codice delle pari opportunità tra uomo e donna, contenuto nel D.lgs. 11 aprile 2006, n. 198. Per approfondimenti visita il sito http://www.pariopportunita.gov.it)




Nella legislazione è possibile trovare conferma al percorso di affermazione dei diritti a cui si è accennato. La legge 300/70, nota come Statuto dei lavoratori, costituisce un punto di riferimento essenziale in quanto definisce il quadro generale delle tutele. Ad essa si affiancano altre norme di garanzia universale (es. legge sulla tutela del lavoro minorile, testo unico sulla maternità, testo unico sulla sicurezza sul lavoro, ecc.) e molte altre di contenuto più specifico che regolamentano particolari aspetti inerenti il lavoro (es. norme sul collocamento, sull'orario di lavoro, ecc.).





Doveri e responsabilità del dipendente pubblico
Le fonti principali dei doveri (qualche CCNL ha sostituito la parola doveri con obblighi) e delle responsabilità del dipendente pubblico sono rintracciabili
1)Nella Cosituzione (si veda art 98 – fedeltà alla nazione e 97 imparzialità e buon andamento)
2)Nel Codice civile (diligenza, fedeltà, sanzioni disciplinari art 2104/2106)
3)il CCNL (ad es per quanto riguarda le sanzioni disciplinari)
4)il codice di comportamento dei dipendenti delle PA ( previsto dal’art.54 165/2001 attuato con DPCM del 2000 consegnato all’atto dell’assunzione ha un’obbligatorietà giuridica, non è solo un codice etico–esso va coordinato con i codici adottati a livello di singola amministrazione)
5)Altro: Art 53 dlgs 165/2001 (cumulo d’impieghi) o normativa sulla sicurezza (dps)
Disciplinare interno : costituisce una particolar fonte di obblighi sollecitata dalle Linee Guida sull’uso della posta elettronica e di internet in ambiente di lavoro pubblico o privato emanate dal garante per la protezione dei dati per la protezione dei dati personali.
Essi sono:
Fedeltà correttezza
: Astenersi da qualsiasi comportamento che possa risultare pregiudizievole per l’amministrazione ed il divieto di usare l’impiego a fini personali (es accettare, compensi – raccomandazioni, utilizzare beni e servizi dell’ente a fini personali). Divieto di partecipare ad organizzazioni la cui attività possa arrecare danni all’amministrazione, svolgere collabora
Diligenza:
L’impiegato è tenuto a rispettare l’orario di lavoro (rilevato con sistemi automatici) Non può allontanarsi senza l’autorizzazione del Dirigente, in caso di impossibilità a prestare servizio è tenuto a darne comunicazione tempestiva
Collaborazione, imparzialità, efficienza
: nei confronti dei cittadini ad es non ostacolando o aggravando il procedimento amministrativo, rispettando l’ordine cronologico delle pratiche e non concedendo favoritismi. Specifici obblighi possono poi sorgere dalle Carte dei Servizi ( Strumento di enunciazione di standards di qualità)
Riservatezza
: L’impiegato deve astenersi da dichiarazioni che danneggino l’immagine dell’ente odare informazioni coperte da segreto d’ufficio.
Condotta Decorosa:
Prima si chiedeva al dipendente una condotta irreprensibile al di fuori dell’ufficio, adesso solo che non attui comportamenti che possano nuocere all’immagine o agli interessi dell’amministrazione
Obbedienza
: previsto dal CCNL, implica che il dipendente deve seguire le disposizioni impartitegli se ritiene che l’ordine sia palesemente illegittimo deve farne rimostranza, s lo stesso è rinnovato per iscritto ha il dovere di darne esecuzione salvo che non sia vietato dalla legge penale o costituisca illecito amministrativo per lo svolgimento delle proprie mansioni
Informazione:
la comunicazione in merito ad informazioni riguardanti la propria situazione patrimoniale o tributaria sussiste solo nei confronti del dirigente risorse umane e solo per controlloosservanza altri doveri ad es. Fedeltà.
Esclusività
: art 98 cost Il pubblico dipendente è tenuto a riservare tutta la Sua attività lavorativa all’amministrazione. L’ Art 53/2001 richiama espressamente gli articoli del t.u 1957 60/63.

“L’impiegato non può esercitare il commercio l’industria, né alcuna professione o svolgere attività lavorativa presso privati o accettare cariche in società costituite a fini di lucro, tranne enti o società per i quali la nomina è riservata allo Stato e sia all’uopo intervenuta l’autorizzazione del Ministro. L’impiegato che contravviene a tali divieti viene diffidato a cessare tale incompatibilità e può anche essere soggetto a sanzione disciplinare. Decorsi 15 giorni di diffida senza che l’incompatibilità cessi l’impiegato decade dall’impiego” Tale dovere viene meno solo in caso di impiego part-time non superiore al 50% dell’orario ordinario, dei docenti universitari a tempo definito e delle altre categorie di dipendenti pubblici ai quali è consentito per disposizioni speciali lo svolgimento di attività libero professionali. L’articolo 53 165/2001 delinea una disciplina completa ed analitica delle incompatibilità, la regola generale è che: Trattasi di incarichi, anche occasionali, non compresi nei doveri di ufficio, per i quali è previsto un compenso. L’autorizzazione deve richiedersi all’amministrazione di appartenenza sia dal dipendente interessato che dalle stesse amministrazioni o soggetti pubblici e privati che intendono conferire l’incarico. Decorso il termine (30 o 45 gg) l’autorizzazione si intende accordata se richiesta daamministrazioni pubbliche altrimenti si intende negata

 
Torna ai contenuti | Torna al menu