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PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO
cura di
T.AGianmario GNECCHI-
SOMMARIO DEL CAPITOLO
PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO
piano di emergenza in caso di incendio
Che cosa è un piano di emergenza
da adottare quando si scopre un incendio
da adottare in caso di allarme
à di evacuazione (Il piano di evacuazione)
procedure di chiamata dei servizi di soccorso
con i Vigili del Fuoco in caso di intervento
di una situazione di emergenza e modalità procedurali-
Esempi applicativi
Ospedali
Scuole
Albergo
Spiegare lo scopo del piano di emergenza;
Descrivere che cosa sono i piani di emergenza e come sono strutturati;
Spiegare che cosa sono le procedure operative;
Spiegare i primi comportamenti da mettere in atto quando si scopre un incendio e quando ci si trova in una situazione di allarme
Insegnare a realizzare un semplice piano di emergenza con lo schema “griglia/scheda/procedura”;
PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO
Illustrare alcuni esempi di piani di emergenza
piano di emergenza in caso di incendio
peggiore piano di emergenza è non avere nessun piano.
secondo peggiore piano è averne due.
In un'azienda, grande o piccola che sia, trovarsi coinvolti in un emergenza per incendio o per infortunio -
La conferma la si può avere con una rapida analisi dei dati statistici del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che in Italia ogni anno svolge oltre 600.000 interventi di soccorso tecnico urgente.
Di questi, circa 40.000 sono correlati ad emergenze verificatesi in attività lavorative.
Inipendentemente dai materiali depositati o impiegati nelle lavorazioni e dalle caratteristiche costruttive ed impiantistiche dell'azienda, uno degli aspetti che hanno avuto (e sempre avranno) grande impatto sull'evoluzione dell'evento-
Uno strumento basilare per la corretta gestione degli incidenti (siano essi incendi, infortuni, fughe di gas o spillamenti di sostanze pericolose) è il cosiddetto “piano di emergenza”.
In tale documento sono contenute quelle informazioni-
salvaguardia ed evacuazione delle persone
messa in sicurezza degli impianti di processo
compartimentazione e confinamento dell'incendio
protezione dei beni e delle attrezzature
estinzione completa dell'incendio.
I piani di emergenza ben strutturati prevedono inoltre le operazioni per la rimessa in servizio in tempi ragionevoli ed il ripristino delle precedenti condizioni lavorative.
Lo scopo dei piani di emergenza è quello di consentire la migliore gestione possibile degli scenari incidentali ipotizzati, determinando una o più sequenze di azioni che sono ritenute le più idonee per avere i risultati che ci si prefigge al fine di controllare le conseguenze di un incidente.
La stesura del piano di emergenza consente di raggiungere diversi obiettivi, già a partire dai momenti preliminari nei quali si valuta il rischio ed il Management inizia ad identificare con maggiore precisione gli incidenti che possono verificarsi nell'attività lavorativa.
Tra gli obiettivi di un piano di emergenza, ad esempio, ci sono i seguenti:
raccogliere in un documento organico e ben strutturato quelle informazioni che non è possibile ottenere facilmente durante l'emergenza;
fornire una serie di linee-
disporre di uno strumento per sperimentare la simulazione dell'emergenza e promuovere organicamente l'attività di addestramento aziendale.
La struttura di un piano di emergenza, ovviamente, varia molto a seconda del tipo di attività, del tipo di azienda, della sua conformazione, del numero di dipendenti e dipende da una serie di parametri talmente diversificati che impediscono la creazione di un solo modello standard valido per tutti i casi.
Ciò non significa che “tutte le emergenze sono sempre diverse l'una dall'altra”. Anzi. I più esperti gestori di emergenza (ad esempio le squadre di Vigili del Fuoco), infatti, riescono a trovare sempre più aspetti di similarità tra un'emergenza e un'altra, che non di differenza.
É quindi possibile delineare con sufficiente precisione i metodi per la strutturazione dei piani di emergenza ed elencare inoltre alcuni contenuti di base comuni a tutti i piani.
La pre-
Questi pre-
Le procedure sono la rappresentazione, in genere schematica, delle linee-
Le Procedure Operative Standard forniscono un valido insieme di direttive tramite le quali il personale può operare efficacemente, efficientemente e con maggiore sicurezza. mancanza diprocedure un incidente diventa caotico, causando confusione ed incomprensione ed aumentando il rischio di infortuni
Il contenuto del piano di emergenza deve innanzitutto focalizzare su alcune persone/gruppi -
Al verificarsi dell'emergenza, comunque, possono facilmente trovarsi coinvolte anche persone di altri reparti o presenti in azienda come i clienti, i visitatori, i dipendenti di altre società di manutenzione ecc. Il piano deve “prendersi cura” anche di questi.
Inoltre, nel momento in cui l'emergenza può riguardare anche le aree esterne all'azienda o comunque altre Organizzazioni o Servizi la cui attività è in qualche modo correlata, il piano di emergenza deve prevedere il da farsi anche per queste persone/organizzazioni.
Ad esempio, se un Ospedale ha un incendio nel reparto di Pronto Soccorso, è chiaro che dal quel momento le emergenze sanitarie vanno dirottate su altri Ospedali (o su altri Reparti).
Se un'azienda ha ipotizzato un evento incidentale come un rilascio di sostanze pericolose, il suo piano di emergenza deve senz'altro comprendere le procedure di evacuazione delle aree circostanti (e non è una cosa da poco!).
Ricordiamo ancora una volta che l'obiettivo primario del piano di emergenza è la salvaguardia delle persone, siano esse dipendenti dell'azienda, clienti, visitatori o abitanti delle aree circostanti.
Una figura che non può mai mancare nella progettazione del piano di emergenza è quella di un
Le azioni previste nel piano di emergenza devono essere correlate alla effettiva capacità delle persone di svolgere determinate operazioni. Non è possibile attribuire compiti particolari a chi non è stato adeguatamente addestrato. Occorre ricordare che in condizioni di stress e di panico le persone tendono a perdere la lucidità e pertanto il piano di emergenza va strutturato
tenendo conto di questo aspetto. , semplici, efficaci azioni sono meglio che una serie dicomplicati nei quali il rischio di “saltare” alcuni passagi fondamentali è molto alto.
procedure da adottare quando si scopre un incendio
Le procedure da adottare in caso di incendio sono differenziate, soprattutto per la sequenza delle azioni, tra i diversi tipi di insediamento (uffici, edifici con afflusso di pubblico, aziende, ecc.).
Ciò nonostante, in questo paragrafo riassumiamo quegli aspetti che sono comuni alle diverse situazioni dei luoghi e degli eventi incidentali.
Procedure da adottare quando si scopre un incendio:
Comportarsi secondo le procedure pre-
Se si tratta di un di incendiovalutare la situazione determinando se esiste la possibilità di estinguere immediatamente l'incendio con i mezzi a portata di mano
Non tentare di iniziare lo spegnimento con i mezzi portatili se non si è sicuri di riuscirvi
Dare immediatamente l'allarme al 115
Intercettare le alimentazioni di gas, energia elettrica, ecc.
limitare la propagazione del fumo e dell'incendio chiudendo le porte di accesso/compartimenti
Iniziare l'opera di estinzione solo con la garanzia di una via di fuga sicura alle proprie spalle e con l'assistenza di altre persone
accertarsi che l'edificio venga evacuato
se non si riesce a mettere sotto controllo l'incendio in breve tempo, portarsi all'esterno dell'edificio e dare le adeguate indicazioni alle squadre dei Vigili del Fuoco.
Procedure da adottare in caso di allarme
Anche per questo aspetto, le procedure da adottare in caso di allarme sono differenziate, tra i diversi tipi di insediamento (uffici, edifici con afflusso di pubblico, aziende, ecc.).
Esistono comunque diversi aspetti sempre presenti, che riassumiamo nel seguente schema:
Mantenere la calma (la conoscenza approfondita delle procedure aiuta molto in questo senso, così comel'addestramento periodico che aiuta a prendere confidenza con le operazioni da intraprendere)
Attenersi scrupolosamente a quanto previsto nei piani di emergenza
Evitare di trasmettere il panico ad altre persone
prestare assistenza a chi si trova in difficoltà, se avete la garanzia di riuscire nell'intento
allontanarsi immediatamente, secondo procedure (ad esempio in un'azienda può essere necessario mettere
in sicurezza gli impianti di processo; oppure in una scuola può essere necessario che il docente prenda con sè il registro della classe per poter effettuare le verifiche sull'avvenuta evacuazione di tutti gli alunni)
non rientrare nell'edificio fino a quando non vengono ripristinate le condizioni di normalità
modalità di evacuazione (Il piano di evacuazione)
Si è ritenuto opportuno evidenziare questo punto del piano di emergenza generale dedicandogli un apposito paragrafo. L'obiettivo principale di piano di emergenza è quello della salvaguardia delle persone presenti e della loro evacuazione, quando necessaria.
Il piano di evacuazione è in pratica un “piano nel piano” che esplicita con gli opportuni dettagli tutte le misure adottate (in fase preventiva e di progetto) e tutti i comportamenti da attuare (in fase di emergenza) per garantire la completa evacuazione dell'edificio/struttura da parte di tutti i presenti. Siano essi gli stessi titolari, i dipendenti, i clienti, i visitatori ecc. ecc. .
Anch'esso deve essere elaborato tenendo conto del tipo di evento ipotizzato e delle caratteristiche dell'azienda.
Non è forse del tutto supferfluo ricordare che la predisposizione del piano di evacuazione va effettuata prevedendo di far uscire dal fabbricato gli occupanti utilizzando le normali vie di esodo, senza pensare di impiegare soluzioni “personalizzate” tanto ingegnose quanto rocambolesche.
Le procedure di chiamata dei servizi di soccorso
Una buona gestione dell'emergenza inizia anche con la corretta attivazione delle squadre di soccorso. Pertanto è bene che, dopo aver individuato la figura (ed un suo alternato) che è incaricata di diramare l'allarme, venga predisposto un apposito schema con le corrette modalità.
Una richiesta di soccorso deve contenere almeno questi dati:
l'indirizzo dell'azienda e il numero di telefono;
il tipo di emergenza in corso;
persone coinvolte/feriti;
reparto coinvolto;
stadio dell'evento (in fase di sviluppo, stabilizzato, ecc.);
altre indicazioni particolari (materiali convolti, necessità di fermare i mezzi a distanza, ecc.);
indicazioni sul percorso;
Le aziende più all'avanguardia spediscono periodicamente il piano di emergenza aggiornato alla Sala Operativa 115 del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.
Può essere una buona idea predisporre e tenere sempre a portata di mano una pagina fax che indica i percorsi perraggiungere l'Azienda; lo schema viene inviato alla Sala Operativa dei Vigili del Comando dei Vigili del Fuoco al momento dell'emergenza. L'operatore del 115, in contatto radio con le squadre, può così fornire preziose indicazioni per guidarle in posto nel più breve tempo possibile.
collaborazione con i Vigili del Fuoco in caso di intervento
I momenti di emergenza sono proprio quelli nei quali le azioni che riescono meglio (e forse sono le sole a riuscire) sono le azioni che abbiamo saputo rendere più “automatiche” e le azioni in cui agiamo con maggiore destrezza perchè siamo già abituati a svolgerle frequentemente nel “tempo di pace”, cioè quello del lavoro ordinario quotidiano.
Durante lo stress ed il panico che accompagnano sempre un'emergenza, il rischio di farsi sopraffare dall'evento è alquanto alto se non si provvede a rendere appunto “automatici” certi comportamenti e certe procedure.
Le squadre del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco sono addestrate ad operare in condizioni di emergenza e pertanto sono semplicemente più abituate a prendere decisioni ( ...le più opportune e corrette possibili, nel minor tempo possibile, con le risorse disponibili, ecc. ecc. ...) proprio nei momenti ad alto rischio di panico e di stress. Ed il loro addestramento non è ovviamente solo limitato a ciò che viene fatto nelle quattro mura di un aula o nelle manovre di simulazione ma deriva (purtroppo) dalla continua attività “sul-
Supponendo quindi che abbiate saputo gestire al meglio i primi immediati momenti dell'emergenza proprio perchè vi siete addestrati a fare quelle poche basilari operazioni che prevede il vostro piano, al momento dell'arrivo dei Vigili del Fuoco i vostri compiti principali devono necessariamente prendere un'altra direzione.
Il modo migliore per collaborare con i Vigili del Fuoco durante l'incendio è quello di mettere a disposizione la vostra capacità ed esperienza lavorativa e la conoscenza dei luoghi, per svolgere quei compiti che già siete abituati a fare perchè li svolgete nell'attività di tutti i giorni.
Ad esempio, l'operatore del muletto montacarichi è senz'altro più utile (e spesso indispensabile) svolgendo il suo compito per allontanare il materiale che non è ancora bruciato (operando ovviamente sotto lo stretto controllo delle squadre Vigili del Fuoco). La sua azione risulta così più efficace piuttosto di restare a continuare ad utilizzare i presidi antincendio anche dopo l'arrivo delle squadre dei vigili del fuoco.
Allo stesso modo è molto meglio che il responsabile dell'Azienda si metta in contatto immediatamente con il Responsabile Operazioni di Soccorso VV.F. per aiutarlo nel pianificare la strategia generale di attacco all'incendio, fornendo tutte le indicazioni preziose al momento.
In questa parte indicheremo un metodo base per la strutturazione di un piano di emergenza focalizzando l'attenzione principalmente sulla predisposizione di schemi e procedure operative per la gestione dell'emergenza.
I passi che conducono a tale risultato possono essere schematizzati come segue:
raccolta di informazioni e dati
predisposizione delle griglie “evoluzione dell'evento/persone coinvolte/azioni”
realizzazione delle schede procedurali/comportamentali delle diverse figure
Valutazione del rischio
Per la costruzione di un piano di emergenza, una fase importantissima è quella -
Nel documento di valutazione dei rischi sono raccolte tutte le informazioni che permetteranno di strutturare senza grosse difficoltà il processo di pianificazione dell'emergenza.
Se la valutazione del rischio viene eseguita con precisione e completezza, anche la successiva pianificazione dell'emergenza sarà di buona qualità.
Pianificazione
Per ottenere la più ampia possibiltà di successo è necessario che nella pianificazione di emergenza sia coinvolto il personale dell'azienda.
Ciascuno, opportunamente guidato e stimolato può fornire idee, soluzioni che possono veramente migliorare la qualità del piano d'emergenza e delle procedure inserite.
Quanto più le persone coinvolte “fanno proprio” il piano di emergenza, tanto più questo avrà possibilità di successo nel momento in cui dovrà essere applicato in un incidente reale.
La valutazione dei rischi condotta in azienda evidenzia i possibili eventi che ci si può ragionevolmente aspettare. Dopo questa valutazione occorre stabilire quali di questi eventi presentano i maggiori rischi ed iniziare da questi a pianificare delle procedure di emergenza.
Si può partire schematizzando una griglia come quella riportata nella pagina seguente, dove vengono indicati:
il tipo di evento incidentale
il reparto interessato
la sequenza temporale di azioni da intraprendere
le persone/gruppi coinvolti
i compiti che ogni singola persona/gruppo deve portare a termine.
Successivamente si realizzano delle schede più dettagliate delle azioni che ogni singola figura/gruppo di persone deve intraprendere.
La scheda che riguarda ogni persona/gruppo deve essere veramente “scheda”. Non ci si può aspettare di avere una valida gestione dell'emergenza se per ricordarsi e capire che cosa fare le persone devono perdere un quarto d'ora a studiarsi un manuale di procedure ultra-
In emergenze di tipo più articolato, può essere necessario che la scheda faccia riferimento ad ulteriori “sotto-
La cosa migliore è che dalle procedure particolareggiate per la disattivazione di un impianto, l'arresto di un sistema, ecc., possano essere estrapolate quelle manovre essenziali per iniziare a stabilizzare il problema. Poi si può con una certa calma fare il punto della situazione e procedere con altre manovre.
L'addestramento, comunque, è il “collante” che tiene insieme questo complesso sistema di gestione dell'emergenza. Senza l'aggiornamento continuo e la messa in pratica periodica, anche il piano più semplice e le procedure meglio organizzate non avranno mai la giusta efficacia.
Dopo aver identificato ed elencato le persone/gruppi interessati dall’emergenza, si inizia a tracciare una evoluzione dell’evento “fotografando” queste persone nei diversi momenti e si descrivono brevemente “per titoli” le attività/operazioni che stanno svolgendo.
Schematizzando in questo modo, ci si può rendere conto immediatamente se qualcuno è “sovrac-
Inoltre è possibile determinare con immediatezza le interazioni tra le diverse figure. Questo permette di rendersi immediatamente conto se il piano è realizzabile in quel modo o no.
Ad esempio, se si determina che una persona debba interagire con qualcuno che si trova da un’altra parte dello stabilimento e non si prevede un adeguato sistema di comunicazioni, è ovvio che il piano a quel punto si incepperà.
Dopo la schematizzazione che è il primo passo avanti nella pianificazione d’emergenza, si passa alla realizzazione delle schede delle singole persone/gruppi.
Nelle singole schede, di seguito riportate a grandi linee come esempio, ci si può spingere in descrizioni più dettagliate.
Le schede in genere sono riassuntive dei compiti della singola figura o gruppo. Dove necessario è possibile inserire nelle schede il riferimento ad altre procedure specifiche oppure estrapolare i punti chiave di tali procedure ed inserirli direttamente.
Ogni scheda va classificata, numerata, datata e ufficializzata con la firma del Direttore dell’Azienda e/o di altri Responsabili che hanno l’autorità necessaria.
Queste schede potrebbero essere anche di dimensioni tascabili plastificate oppure incorniciate ed appese nei punti dove si trovano per la maggior parte del tempo le persone interessate.
Sperimentazione
Non si può pretendere che fin dalla prima stesura il piano di emergenza sia un documento perfetto.
Anche perchè è bene iniziare fin da subito il processo di pianificazione: ricordate che il peggior piano di emergenza è non averne nessuno. Man mano si applicheranno le nuove parti del piano che vengono sviluppate.
Inizialmente il piano di emergenza conterrà alcune imprecisioni e sarà molto “generale”. Ma non importa: cominciate così.
É bene però che la fase di prima sperimentazione sia il più possibile limitata nel tempo (non è molto efficace lasciare che i documenti provvisori si trasformino in documenti “provvisoriamente definitivi”...).
Addestramento periodico
Una procedura, per quanto sia scritta con precisione e semplicità, rischia di risultare completamente
inefficace se le persone che devono metterla in atto non si addestrano periodicamente.
L’addestramento periodico è un altro dei punti chiave nella preparazione alla gestione di un’emer-
genza. L’addestramento inoltre consente di ottenere anche dei risultati correlati come la verifica
delle attrezzature ed il loro controllo.
Con l’addestramento periodico si pongono le basi anche per un continuo aggiornamento dei piani.
É consigliabile prevedere la prova delle procedure di emergenza almeno due volte l’anno.
Aggiornamento
Oltre agli aggiornamenti a scadenza prefissata (in occasione di cambiamenti di processo, introduzione di
nuovi macchinari e comunque in linea di massima, annuale) è opportuno che il piano di emergenza venga
aggiornato anche a seguito di ogni fase di addestramento. Lo scopo dell’aggiornamento è quello di raffina re continuamente la qualità della procedure per disporre di strumenti sempre più efficaci
Uno schema di massima della sequenza delle fasi relative alla strutturazione di procedure di emergenza è il seguente
3.7.2 Esempi applicativi
In questo paragrafo viene riportata una serie di esempi applicativi di piani di emergenza per diverse tipologie di attività.
Di ciascun piano sono evidenziati i punti principali ma per alcuni ci si è spinti ad illustrare anche le procedure particolareggiate che alcune figure devono svolgere.
Lo scopo di questa panoramica è quello di dimostrare che cominciare un processo di pianificazione non è particolarmente complicato. Ovviamente, quando si vuole perfezionarlo successivamente, l’impegno diventa senz’altro maggiore. Ma con l’abilità e l’esperienza acquisita durante la messa a punto continua del piano di emergenza sarete in grado raggiungerete il vostro scopo in maniera molto soddisfacente.
Un mezzo importante da utilizzare nei casi che lo consentono è quello di inserire nelle schede comportamentali in caso di emergenza anche le operazioni da svolgere comunque, senza attendere il verificarsi dell’emergenza, ma proprio per consentire di trovarsi già preparati.
Ad esempio, negli alberghi, viene predisposta una brochure che indica alcune semplici cose da fare non appena si entra in albergo. Viene suggerito di prendere visione delle vie di fuga, dei sistemi di allarme e delle modalità di diramazione dell’allarme. Poi vengono illustrate le procedure comportamentali da attuare in caso di incendio.
Chissà che magari un giorno, nei cinema, prima dell’inizio del film comincino col proiettare un breve spot che indica l’ubicazione delle uscite di sicurezza e le vie di fuga. Del resto, non fanno così tutte le volte prima del decollo di un aereo?
3.7.3 Ospedali
PREMESSA 2
Gli edifici ospedalieri sono considerati in tutti i paesi del mondo dei luoghi a rischio di incendio; la
differenza più importante tra questi e le altre attività, risiede nella diversa caratterizzazione spazio-
temporale dell’evento incidentale.
Se la gestione dell’incendio in una civile abitazione, in un’industria o in un locale di pubblico
spettacolo, si “limita” alla preservazione della vita umana e al contenimento delle perdite
economiche, in un edificio ospedaliero tutte le fasi dell’incendio sono molto più “delicate”, sia per
la presenza di persone che in molti casi sono impossibilitate ad abbandonare i luoghi oggetto
dell’incendio, sia per i risvolti sociali che le conseguenze dell’incendio possono arrecare
(sospensione di servizi diagnostici e terapeutici, riduzione dei posti letto disponibili, gravi danni
alle infrastrutture sanitarie).
CRITERI GENERALI PER PREDISPORRE UN PIANO DI EVACUAZIONE DI UN
OSPEDALE
Strategia
• predisporre le mappe dei vari piani di degenza e servizi dell’ospedale (da allegare ai piani
specifici per area -
ascensori, aree sicure;
• eseguire un’analisi dei rischi per ogni area funzionale;
• individuare un’area Esterna come punto di ritrovo dei degenti evacuati;
• individuare un’area di atterraggio per gli elicotteri e una di stazionamento;
• predisporre la segnaletica informativa e quella dei percorsi di fuga;
• individuare e segnalare linee telefoniche dedicate all`emergenza;
• predisporre i Protocolli operativi scritti per ogni reparto o area funzionale;
• predisporre un sistema giornaliero per conoscere il numero aggiornato dei pazienti allettati e di
quelli autonomi (eventuale collaborazione degli Allievi Scuola Infermieri);
• censire tutto il materiale utilizzabile per il trasporto e la degenza provvisoria (letti, barelle, teli portaferiti e coperte, nonché ogni presidio utile).
Tattica
• predisporre controllo e verifica sulla sequenza di allarme (incaricato dell’invio, destinatari, modalità).
• predisporre sopralluogo per verificare l’esatta entità del danno e del rischio evolutivo (incendio,
fumo, crollo, fuga di gas o sostanze tossiche);
• predisporre check dei ricoverati rimasti coinvolti o feriti nell’evento che impone l’evacuazione;
• predisporre procedura per il blocco dell’accettazione e il dirottamento delle urgenze, in
collaborazione con la Centrale Operativa 118;
• allertamento della Direzione Sanitaria e istituzione dell’Unità di Crisi, con il richiamo in servizio
del personale necessario alla gestione dell’evento;
• predisporre modalità di preparazione all’evacuazione dei ricoverati:
-
-
-
-
• predisporre un Circuito di evacuazione interna, utilizzando il personale delI’ospedale (o solo del
reparto se l’intero ospedale è da evacuare), sotto il comando di un “leader”. Il personale
ausiliario recupera le cartelle e collabora con gli Infermieri. Gli Infermieri preparano i ricoverati
somministrando la terapia d’urgenza e controllando le funzioni vitali.
• allestimento di una Area Protetta di Attesa (A.P.A.) in prossimità dell’ospedale per i ricoverati
meno gravi. Questa “Waiting Area” potrà trovarsi all’interno o all’esterno dell’ospedale a
seconda della causa di evacuazione e dell’estensione dell’evento in atto.
• predisporre, con il coordinamento della Centrale 118, un Circuito di evacuazione esterna, che
utilizzerà ambulanze, elicotteri, pulmini, taxi, veicoli dell’Azienda Tranviaria cittadina o veicoli
militari.
N.B. i pazienti da trasferire in altri nosocomi devono essere accompagnati da:
cartella clinica con generalità, indicazioni cliniche e terapeutiche, destinazione, indicazione del
mezzo con cui vengono trasferiti,
• istituzione di un Centro di Coordinamento all’esterno dell’ospedale.
• istituzione di un Centro Informazioni per i parenti dei ricoverati e per i giornalisti.
Logistica
• acquisizione di materiale protettivo (autorespiratori, coperte protettive, estintori, asce);
• acquisizione di almeno due radio ricetrasmittenti per uso interno
• acquisizione di un numero congruo di barelle pieghevoli e teli portaferiti.
• acquisizione di un megafono.
• acquisizione di un numero congruo di lampade portatili autoricaricanti.
Prima di concludere occorre ricordare che per evitare il panico collettivo ovvero la paura intensa e
caotica, sentita da tutti a seguito di un evento brutale o minacce, che si traduce in fuga
disorganizzata, servono misure che permettano di controllare il contagio delle reazioni individuali
di paura ovvero:
• informazioni regolari a mezzo di megafono o altoparlante.
• aggregazione ed utilizzo di tutti gli elementi validi, indirizzati a compiti di assistenza (ricoverati
in grado di aiutare altri degenti)
• smentita categorica delle false voci
• dimostrazione della presenza materiale di un “capo” responsabile.
In conclusione, la “gestione della sicurezza” di un Ospedale può essere
schematizzata da:
1) programmazione e organizzazione di interventi in base ai rischi specifici;
2) individuazione dei compiti da ripartire tra i vari livelli di responsabilità;
3) informazione, preparazione e aggiornamento del personale;
4) controllo sulle capacità umane attraverso periodiche esercitazioni “a
tavolino” o dal vero;
5) efficienza degli equipaggiamenti e degli impianti.
Questo sopra riportato è in pratica una check-
predisposizione di un piano di emergenza, anche di carattere generale.
Di seguito mostriamo un altro esempio di pianificazione sotto forma di procedura “descrittiva”
delle funzioni di alcune persone/gruppi in caso di emergenza per incendio nel reparto.
PROCEDURA OPERATIVA DI EMERGENZA PER INCENDIO NEL REPARTO .....................
Scopo -
Obiettivi -
diramazione dell’allarme, il salvataggio delle persone, il confinamento e l’estinzione dell’incendio, la salvaguardia dei
beni.
Struttura della procedura -
1 -
2 -
3 -
1 -
Nel reparto ................ l’allarme per incendio può essere dato da:
• sistema automatico di rilevazione e rivelazione;
• direttamente, da chiunque percepisca la presenza di fumo o fiamme, mediante
l’attivazione degli appositi pulsanti di allarme;
• ....................
Il personale di servizio in reparto, resosi conto della situazione d’allarme in atto, deve immediatamente avvisare il centralino/guardiola (int. ________)
comunicando il reparto dove si sta sviluppando l’incendio, l’interno da cui sta chiamando ed il proprio
nome.
Il centralino/guardiola provvederà a contattare, nell’ordine:
• Vigili del fuoco: tel. 115
• Responsabile del reparto coinvolto: int.______
• Responsabili dei reparti adiacenti:
reparto ............................................ int.______
reparto ............................................ int.______
reparto ............................................ int.______
reparto ............................................ int.______
• Direttore Sanitario: int.____, esterno _________
• Servizio di prevenzione e protezione: int.______
• Responsabili degli altri reparti: int.______
• Servizi di manutenzione: int.______
• .......................................................: int.______
• .......................................................: int.______
2 -
In attesa dell’arrivo dei Vigili del Fuoco (tempo stimato dal momento della richiesta, ... minuti)
Il personale del reparto direttamente coinvolto qualora le condizioni lo consentano, provvederà, nel-
• verificare l’origine dell’incendio e a dare l’allarme al centralino/guardiola;
• rimuovere il paziente o i pazienti immediatamente esposti alle fiamme, se i capelli o i vestiti non stanno bruciando; se stanno bruciando, prima
estinguere le fiamme;
• soccorrere altre eventuali persone in pericolo di vita immediato;
• verificare la chiusura delle porte tagliafuoco per confinare lo sviluppo di fumo e calore;
• togliere l’alimentazione elettrica nella zona coinvolta dall’incendio;
• bloccare l’impianto di climatizzazione;
• chiudere le valvole di intercettazione delle condotte di alimentazione dei gas medicali e tecnici verificando che ciò non comporti disguidi a degenti in trattamento;
• utilizzare, qualora le condizioni lo permettano, i mezzi mobili di estinzione: estintori e manichette;
• iniziare l’evacuazione dei degenti dal locale coinvolto e dai locali adiacenti ponendo particolare attenzione a limitare la trasmissione del fumo e del calore ai reparti adiacenti;
• verificare che non vi sia propagazione di fumo e di calore ai reparti adiacenti;
• effettuare la conta del personale e dei degenti
• fornire informazioni chiare e precise ai degenti
• predisporre quanto necessario per l’assistenza al
personale evacuato
Il personale dei reparti adiacenti
Dopo aver ricevuto l’allarme:
• verificherà che non vi sia propagazione di fumo e calore nel proprio reparto;
• verificherà la chiusura delle porte tagliafuoco;
• predisporrà eventualmente lo spostamento graduale dei degenti dalle stanze che si trovano più vicine al reparto cionvolto dal’incendio;
• si metterà a disposizione del responsabile del reparto coinvolto;
• verificherà la presenza di tutto il personale in servizio e di tutti i degenti
• raccoglierà indicazioni precise e le riferirà con chiarezza ai degenti del proprio reparto
3 -
Il Centralino/guardiola
• All’arrivo dei Vigili del Fuoco, fornirà indicazioni precise sul percorso per raggiungere l’incendio.
• Se possibile, incaricherà una persona che conduca le squadre direttamente al reparto.
Il personale del reparto
• Fornirà indicazioni per eventuali salvataggi immediati di persone rimaste bloccate dall’incendio
• Fornirà indicazioni sulla posizione degli impianti tecnologici
• Fornirà indicazioni su eventuali particolari problematiche
• Informerà il responsabile delle squadre di soccorso sull’esito della verifica della presenza dei degenti e del personale.
Il personale dei reparti adiacenti
• Qualora non sia già stato impiegato in ausilio al personale del reparto coinvolto, resterà a disposizione nel proprio reparto per eventuali ulteriori misure da mettere in atto
• Garantirà la presenza costante di una persona all’apparecchio telefonico del reparto per ogni comunicazione urgente.
Indipendentemente da come si approccia il problema, l’obiettivo successivo è quello di giungere alla compilazione della griglia operativa eventi/persone/compiti.
PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO DI EMERGENZA
All’insorgere di un qualsiasi pericolo ovvero appena se ne è venuti a conoscenza, chi lo ha rilevato deve adoperarsi da solo o in collaborazione con altre persone (insegnanti, personale non docente, studenti) per la sua eliminazione. Nel caso non sia in grado di poter affrontare il pericolo deve darne immediata informazione al Capo dell’istituto o al suo sostituto, che valutata l’entità del pericolo deciderà di emanare l’ordine di evacuazione dell’edificio.
L’ordine di evacuazione dell’edificio è contraddistinto in n° ....................... suoni dell’impianto di diffusione sonoro ripetuti ........... volte alla distanza di 5 secondi di ogni gruppo rispetto all’altro.
Incaricato della diffusione del segnale di allarme è il Sig. ...................................................................
All’emanazione del segnale di evacuazione dell’edificio scolastico tutto il personale presente all’interno dell’edificio scolastico dovrà comportarsi come segue:
1) La Sig.ra ...............................................................è incaricata di richiedere telefonicamente il
soccorso degli Enti che le verranno segnalati dal Capo dell’istituto o dal suo sostituto;
2) Il personale non docente di piano, per il proprio piano di competenza, provvede a :
• disattivare l’interruttore elettrico di piano
• disattivare l’erogazione del gas metano
• aprire tutte le uscite che hanno apertura contraria al senso dell’esodo
• impedire l’accesso nei vani ascensori o nei percorsi non previsti dal piano di emergenza, se non espressamente autorizzato dal Capo dell’istituto o dal suo sostituto;
3) L’insegnante presente in aula raccoglie il registro delle presenze e si avvia verso la porta di uscita della classe per coordinare le fasi dell’evacuazione.
4) Lo studente apri-
5) Nel caso qualcuno necessiti di cure all’interno della classe, gli studenti indicati come soccorritori,
provvederanno a restare insieme all’infortunato fino all’arrivo delle squadre di soccorso esterne.
Gli studenti che rimarranno in aula dovranno posizionare abiti, preferibilmente bagnati, in ogni fessura della porta della classe e aprire le finestre solo per il tempo strettamente necessario alla segnalazione della loro presenza in aula.
6) Ogni classe dovrà dirigersi verso il punto di raccolta esterno prestabilito seguendo le indicazioni riportate nelle planimetrie di piano e di aula, raggiunto tale punto l’insegnante di ogni classe provvederà a fare l’appello dei propri studenti e compilerà il modulo n° 1 che consegnerà al responsabile del punto di raccolta.
7) Il responsabile del punto di raccolta esterno ricevuti tutti i moduli di verifica degli insegnanti, compilerà a sua volta il modulo n° 2 che consegnerà al capo dell’istituto per la verifica finale dell’esito dell’evacuazione.
ISTRUZIONI DI SICUREZZA -
NORME DI COMPORTAMENTO IN CASO DI PERICOLO CAPO DELL 'ISTITUTO
All'insorgere di un pericolo :
1) -
DI ELIMINARLO ;
2) -
POLIZIA 113
CARABINIERI 112
VIGILI DEL FUOCO 115
AMBULANZA 118
3) -
ATTUANDO LA PROCEDURA D'EMERGENZA PRESTABILITA ;
4) -
SOCCORSI.AL LORO ARRIVO INDICATEGLI IL LUOGO DEL SINISTRO;
5) -
RESPONSABILI DEI PUNTI DI RACCOLTA.
IN CASO DI SMARRIMENTO DI QUALSIASI PERSONA, PRENDETE TUTTE LE INFORMAZIONI
NECESSARIE E COMUNICATELE ALLE SQUADRE DI SOCCORSO, AL FINE DELLA LORO
RICERCA.
IN CASO DI INCENDIO RICORDARSI DI :
1) -
BAGNATO,NEL CASO VI SIA PRESENZA DI FUMO LUNGO IL PERCORSO DI FUGA;
2) -
3) -
4) -
5) -
ISTRUZIONI DI SICUREZZA -
NORME DI COMPORTAMENTO IN CASO DI PERICOLO
RESPONSABILI DEI PUNTI DI RACCOLTA
All'ordine di evacuazione dell'edificio:
1) NEL CASO NON SIATE INSEGNANTI :
-
PLANIMETRIE DI PIANO ;
-
TRASCRIVETELA NELL'APPOSITO MODULO ; ( NEL CASO QUALCHE PERSONA NON RISULTI
ALLA VERIFICA, PRENDETE TUTTE LE INFORMAZIONI NECESSARIE E TRASAMETTETELE AL
CAPO DELL'ISTITUTO ) ;
-
2) NEL CASO SIATE INSEGNANTI :
-
PROCEDURA D'EMERGENZA ;
-
IN CASO DI INCENDIO RICORDARSI DI :
1) -
BAGNATO,NEL CASO VI SIA PRESENZA DI FUMO LUNGO IL PERCORSO DI FUGA ;
2) -
3) -
4) -
5) -
SCHEDA N° 3
ISTRUZIONI DI SICUREZZA -
NORME DI COMPORTAMENTO IN CASO DI PERICOLO
PERSONALE NON DOCENTE DI SEGRETERIA
All'ordine di evacuazione dell'edificio:
1) -
VOI ( eventualmente prendete il solo soprabito ) ;
2) -
( N.B. seguite l'itinerario prestabilito dalle planimetrie di piano ) ;
In caso d'incendio nel vostro ufficio,provvedete a:
1) -
EFFETTUARE QUESTA PROCEDURA,CERCATE AIUTO ;
2) -
VASTE PROPORZIONI.
IN CASO DI INCENDIO RICORDARSI DI :
1) -
PREFERIBILMENTE BAGNATO,NEL CASO VI SIA PRESENZA DI FUMO
LUNGO IL PERCORSO DI FUGA ;
2) -
3) -
4) -
5) -
ISTRUZIONI DI SICUREZZA -
NORME DI COMPORTAMENTO IN CASO DI PERICOLO
PERSONALE NON DOCENTE DI PIANO
All'insorgere di un pericolo:
1) -
DI FRONTEGGIARLA ;
2) -
ATTENETEVI ALLE DISPOSIZIONI IMPARTITE ;
All'ordine di evacuazione dell'edificio:
1) -
NELLA PLANIMETRIA DI PIANO ;
2) -
al verso dell’esodo ) ;
3) -
4) -
ESTERNO PREVISTO DALLE PLANIMETRIE DI PIANO .
IN CASO DI INCENDIO RICORDARSI DI :
1) -
BAGNATO,NEL CASO VI SIA PRESENZA DI FUMO LUNGO IL PERCORSO DI FUGA ;
2) -
3) -
4) -
5) -
PREMESSA
Anche nelle strutture ben gestite ed organizzate esistono cause potenziali che possono determinare il verificarsi di un incendio. L’incendio, una volta innescato, produce calore, gas tossici ed ingenti quantità di fumo.
L’incendio può propagarsi orizzontalmente, attraverso le porte lasciate aperte e verticalmente, attraverso le scale non protette, impedendo alle persone di utilizzare le vie di esodo.
É ormai comprovato che l’inalazione dei fumi e dei gas tossici è la principale causa di morte in caso di incendio negli edifici.
Per garantire la sicurezza delle persone presenti in una struttura ricettiva, in caso di incendio, occorre tenere presente che:
• gli ospiti possono essere persone anziane, bambini o persone disabili che necessitano di
assistenza;
• gli ospiti o le altre persone presenti occasionalmente in albergo possono non conoscere i luoghi;
• il personale dipendente espleta normalmente il servizio con turnazioni e questo comporta la necessità di fornire a tutti adeguate informazioni.
PIANO DI SICUREZZA E DI EMERGENZA
Tutti gli adempimenti di sicurezza devono essere opportunamente pianificati in un documento
organizzativo-
• i controlli
• gli interventi manutentivi
• l’addestramento del personale
• l’informazione agli ospiti
• le procedure da attuare in caso di incendio (piano di emergenza)
La finalità principale del piano di emergenza è invece quella di assicurare che, in caso di incendio, ognuno conosca le azioni che deve attuare per garantire (innanzitutto) la sicura evacuazione dell’edificio.
I fattori da tenere presenti nel predisporre un piano di emergenza sono:
• le caratteristiche dei luoghi;
• i sistemi d’allarme;
• il numero di persone presenti e la loro ubicazione;
• le necessità di assistenza particolari per alcuni soggetti (disabili, anziani, bambini, etc.);
• il livello di addestramento fornito al personale;
• il numero di incaricati all’assistenza degli ospiti nella evacuazione;
• la presenza di appaltatori esterni (addetti alle pulizie, manutentori).
Il piano deve essere basato su chiare istruzioni scritte e deve includere:
• i doveri del personale cui sono affidati particolari adempimenti o responsabilità in caso di incendio;
• le misure per assicurare una corretta informazione;
• le misure da attuare nei confronti delle persone più a rischio (disabili, appaltatori, visitatori, ospiti);
• le specifiche misure per le aree a maggior rischio di incendio;
• le procedure per la chiamata dei Vigili del Fuoco e per fornire la necessaria informazione ed assistenza al loro arrivo.
Nelle piccole strutture il piano può essere limitato a degli avvisi scritti comportamentali.
Per i luoghi di maggiori dimensioni o più complessi, il piano di emergenza deve includere una planimetria nella quale sono riportate:
• le caratteristiche dei luoghi e vie di esodo;
• i mezzi di spegnimento (tipo, numero ed ubicazione);
• l’ubicazione degli allarmi e della centrale di controllo;
• l’ubicazione dell’interruttore generale dell’alimentazione elettrica, delle valvole di
intercettazione delle adduzioni idriche, gas e fluidi combustibili.