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La Cassazione (sentenza 43412/10) ha bocciato il ricorso di un lavoratore perchè "l'addormentarsi costituisce abbandono del posto di servizio". Ha avuto la peggio, quindi, un agente della Polizia di Stato che la Corte d'Appello di Milano aveva condannato per abbandono del posto di lavoro poichè in servizio alla frontiera si era allontanato per recarsi a riposare nel gabbiotto. La condanna dell'agente a quattro mesi di reclusione è dunque definitiva.
S. G., in servizio al valico di Zenna e addetto al controllo dei passaporti, il 20 agosto del 2004, alle prime ore del mattino, "era stato sorpreso addormentato nel proprio gabbiotto e non si era svegliato nonostante il rumore del passaggio dell'auto di servizio e nonostante che l'ispettore avesse aperto il vetro di separazione del gabbiotto". Per la Suprema Corte, "l'addormentamento, quando dipende da una libera scelta del soggetto e non da cause patologiche, è sempre un atto volontario". L'agente aveva chiesto una riduzione di pena sostenendo di non avere di non avere "abbandonato il posto di lavoro" e cercando di giustificare la propria condotta. Ma la Cassazione ha sancito che non solo è venuto meno al dovere generale legato alla tenuta della divisa, ma che -